Incontro, dialogo, solidarietà. Sono queste le parole che in coro hanno ripetuto i casellesi su invito di don Alessandro, sabato 7 ottobre, giornata in cui hanno fatto ingresso nella parrocchia di Caselle i due nuovi parroci. Al Palatenda c’è stato un bel momento comunitario dove si è vista una grande partecipazione delle casellesi e dei casellesi per dare il benvenuto a questo nuovo corso della nostra comunità parrocchiale. La parrocchia di Caselle è stata unita dalla diocesi di Torino a quella di Borgaro e da sabato Don Claudio Giai Gischia e diventato il nostro vice parroco.
Don Claudio, dopo averci accompagnato e seguito come parroco per tanti anni continuerà a seguirci con una nuova veste, sempre importante per la nostra Caselle, essendo lui un riferimento certo ormai da 38 anni per tutti noi. Il fatto che Don Alessandro abbia chiesto a tutti i parrocchiani intervenuti al Palatenda di ripetere insieme queste tre parole, incontro solidarietà e dialogo, fa continuare un cammino iniziato da tempo dalla nostra realtà. Una comunità viva quella casellese, sia da un punto di vista associativo che di volontariato, come è stato evidenziato durante l’omelia e che ha tanto da dare soprattutto nei momenti di difficoltà che le persone nel quotidiano incontrano. Il primo appuntamento importante che la comunità parrocchiale vivrà sarà quella di Ognissanti, che ci fa anche riflettere su coloro che non sono più qui, in quanto il 2 novembre viene celebrata la commemorazione di tutti i defunti. Negli anni queste due giornate hanno assunto significati diversi, visto l’avvento di diversi modi di vivere questi momenti. Non sempre al centro vi è la riflessione e il silenzio come un tempo, ma è un’occasione per raccoglierci e rivivere insieme questo importante momento che vede le persone rimesse al centro. Momento in cui si vedono come punti di riferimento i Santi in quanto possono essere esempio in ogni istante della nostra vita.
Vorrei soffermare la mia attenzione sul modo in cui Don Alessandro ha coinvolto tutte le persone presenti sabato riunite per accoglierlo al suo ingresso. Un metodo che, per chi come molti di noi ha frequentato negli anni la parrocchia, ha visto Don Claudio coinvolgere sempre i ragazzi durante le sue omelie facendo delle domande, vuoi per attirare l’attenzione o per renderli partecipi di un momento importante per la vita parrocchiale, quello della Santa Messa.
Il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato quando alcuni anni fa il cardinale Saldarini venne all’oratorio di San Giovanni XXIII dove si festeggiava un anniversario di sacerdozio di Don Claudio. Alcuni animatori vivacizzando il momento facendo gareggiare la navata sinistra con la navata a destra, che era un po’ il metodo utilizzato dal Don durante le messe oppure a Pialpetta per rendere protagonisti i ragazzi. La scelta di don Alessandro di condividere questo momento insieme con tutti i giovani e meno giovani ha visto in molti di noi ricordare come siamo cresciuti, il modo di vivere la vita all’interno della comunità casellese.
Come ci ricorda Papa Francesco:
“La solennità di Tutti i Santi e la commemorazione dei Fedeli Defunti ci offrono l’opportunità di riflettere, ancora una volta, sul significato dell’esistenza terrena e sul suo valore per l’eternità. Questi giorni di riflessione e di preghiera costituiscano per tutti un invito ad imitare i Santi, rimasti fedeli al progetto divino per tutta la vita. In questi giorni ricordiamo i nostri cari defunti. Lo Spirito Santo ci aiuti a camminare vigilanti nella preghiera e fedeli alla parola di Gesù, in attesa di ritrovarli un giorno nella gioia del cielo. Ricordiamoci che la comunione della Chiesa comprende non solo i fratelli e le sorelle in questo mondo, ma anche i nostri cari defunti. Camminando nello Spirito, compiamo dunque l’opera della misericordia spirituale di pregare per loro affinché raggiungano presto la meta dell’eterna visione di Dio.”
Un inizio di un nuovo cammino insieme per Caselle, con la centro l’incontro il dialogo e la solidarietà.