Lunedì 20 novembre si terrà l’Assemblea parrocchiale, un momento di confronto per la nostra comunità pastorale e di dialogo.
Per assemblea parrocchiale si intende convocare tutti i fedeli, o almeno le persone che partecipano alla messa della domenica, per riflettere insieme sull’andamento della nostra chiesa o su temi specifici. È una sorta di prolungamento della celebrazione dell’Eucarestia festiva.
Una novità per la nostra parrocchia, in vista dell’Avvento.
Inoltre, i ragazzi e le ragazze della nostra comunità parteciperanno il 17 novembre nella Cattedrale di Torino, in piazza San Giovanni Battista, agli incontri con l’arcivescovo monsignor Roberto Repole dedicati ai giovani. A un mese esatto dalla prima catechesi, è stata diffusa la lettera-invito dell’arcivescovo di Torino e vescovo di Susa rivolta a tutti i giovani dai 18 ai 30 anni.
Torna, dopo il primo ciclo dello scorso anno, la proposta di percorsi di fede.
L’itinerario pone al centro gli incontri di Gesù, per scoprire o riscoprire alcuni elementi centrali della fede e per cogliere più in profondità la ricchezza della vita di Cristo come risposta alla sete di verità e alla ricerca di senso presente nel cuore di ciascuno, in particolare dei giovani.
Inoltre, in questi giorni, la “Rete italiana pace e disarmo” ha promosso a Torino una marcia per invocare il rispetto del diritto internazionale, la protezione delle persone da ogni forma di violenza indiscriminata, il superamento dell’odio in favore di un dialogo che possa finalmente garantire una pace duratura, fondata sul rispetto reciproco e non sulla paura. Una marcia molto partecipata in cui, nel suo intervento conclusivo, don Luigi Ciotti, presidente di Libera-Gruppo Abele, ha detto: «Stiamo assistendo a un genocidio e restiamo inermi senza fare nulla per fermarlo. Abbiamo fallito nel nostro dovere di soddisfare gli obblighi di evitare le atrocità di massa e di denuncia dei responsabili».
Una marcia non solo simbolica, ma che ha trasmesso la volontà di molti di ritornare a vivere nella pace.
In pochi anni sono molti i conflitti che hanno turbato paesi vicino al nostro e, nel male, hanno fatto riflettere su come non si debba mai dare nulla per scontato, a partire dalla libertà in cui noi, in Italia, abbiamo la fortuna di vivere.
Sono occasioni per vivere l’Avvento in un’ottica più profonda e più vicina al suo significato originario, mettendo in secondo piano gli aspetti più materiali.
Il Cardinale Zuppi nei giorni scorsi ha detto: «La Presidenza della CEI ha deciso di promuovere una giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione. In comunione con i cristiani di Terra Santa, secondo le indicazioni del Patriarca di Gerusalemme che, a nome di tutti gli Ordinari, ha chiesto alle comunità locali di incontrarsi nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione».
«Ora, Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace», ha ricordato Papa Francesco.
Una preparazione all’Avvento, che per i tragici fatti di cronaca, è iniziata prima e che ci dà la possibilità di vivere le settimane che precedono il Natale in modo più completo.
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