“Cammina, cammina
quante scarpe consumate,
quante strade colorate,
cammina, cammina.
Bianche scorciatoie
danzano nei prati,
s’inoltrano nei monti,
ricordano passati”
I Nomadi
Giuseppe Lianza è il Casellese dell’Anno 2023. Succede ad Antonio Lo Muscio, ma un sottile filo conduttore unisce questi due straordinari personaggi: Antonio, presidente della Stella Polare e Beppe, che trovi, “instancabile ed entusiasta, proprio nella sede che condivide con l’associazione, il luogo dove accoglie i camminatori, fornendo loro la credenziale e la pergamena finale che attesta l’effettuazione del percorso.” Così scriveva Antonella Ruo Redda su Cose Nostre lo scorso giugno. E ora, scelto dall’apposita giuria riunitasi giovedì 23 novembre, Caselle lo celebra e lo incorona Casellese dell’Anno, con una cerimonia di consegna del premio che si terrà in Sala Cervi domenica 10 dicembre, ore 11, nel giorno della festa annuale della Pro Loco di Caselle.
Giuseppe, per tutti Beppe, non potevamo che incontrarlo nella sede della Stella Polare e caso vuole che quel giorno ci fosse anche il primo Casellese dell’Anno: Giovanni Verderone, li vediamo tutti e due qui in una grande e benaugurale stretta di mano.
Ed eccoci seduti ad ascoltare e ammirare tanto entusiasmo, tanta passione, tanto amore per la montagna e per Caselle, ma soprattutto per Caselle. Lasciare parlare Beppe significa entusiasmarsi, il tempo vola e lui si racconta, come in una fiaba.
“Sono nato a Ciriè, ma sono sempre stato a Caselle, dove abito tuttora. Sono 52 anni che vivo e amo questa città. Dopo un primo periodo di grande amore per il calcio, spesi anche a difendere i nostri colori, sono quindi passato ad allenare i giovani, mi sono poi sentito attratto dal camminare. Le prime camminate, poi le corse e poi e poi…..”
– Ma come è nata la passione per la montagna?-
“Io sono un casellese nato da genitori siciliani. Loro andavano d’estate in Sicilia e lavoravano nei campi o negli aranceti. Io invece più che sognare il mare, non vedevo l’ora di salire sulle belle montagne della mia isola. Boschi e alberi di alto fusto erano tutti miei, riuscivo anche a dormire sugli alberi dove mi costruivo una sorta di piccolo bivacco. Un ricordo bellissimo. Poi nel 2017 compii il mio primo pellegrinaggio al Santuario di Compostela: ho poi ripetuto quel cammino sette volte. E sono stato contagiato. Sì, contagiato dal desiderio di conoscere il mondo attraverso il cammino. Sono stato contagiato, ma ho anche contagiato tante, tante altre persone. Il prossimo 22 dicembre partirò in compagnia per un cammino portoghese di 400 chilometri.”
– A questo punto parlaci del “Cammino delle Valli”-
“Pochi credono alla vera storia del “Cammino delle Valli”. Ero in macchina con Paola, una amica appassionata di cammino come me, e tornavamo da una delle nostre escursioni. Improvvisamente ebbi come un’ispirazione e dissi: – Darò vita a un cammino qui nelle Valli di Lanzo -. Era un sogno, ma sono riuscito a realizzarlo in soli sei mesi. Il mio obiettivo era poter documentare al camminatore-pellegrino la realtà di un punto di partenza e arrivo che non poteva che essere Caselle. Poi ho preso a ipotizzare i punti tappa e i percorsi. Io l’ho percorso tutto a piedi, ho segnato le strade chiedendo permessi ai Comuni o ai privati, ho pulito i sentieri, ho trascritto su mappa le indicazioni elementari per il pellegrino, dove trovare vitto, alloggio, dove poter effettuare i pernottamenti. Ho prestato particolare attenzione alle indicazioni, che non lasciassero ombra di dubbio: i sentieri sono segnati in modo ineccepibile, impossibile perdersi. Ho anche chiesto disponibilità ai privati di accogliere i pellegrini, dando un tetto, un bagno, un piatto caldo, il tutto a prezzi molto molto bassi. E la soddisfazione più bella è stata quella di ricevere adesioni da tutta Italia, compresi alcuni pellegrini giunti dal Sud più profondo.
Con orgoglio posso dire che sono riuscito nell’intento di far rifiorire e meglio conoscere posti a noi vicinissimi e allo stesso tempo poco conosciuti, ma tanto tanto apprezzati dai forestieri. Il mio “Cammino delle Valli” è entrato prepotentemente nei “Cammini d’Italia” un’app tra le più più cercate e ricercate dagli intenditori e quindi anche delle più visitate e seguite.
– E per il futuro che progetti hai?-
“La mia intenzione è ampliare il nostro “cammino” inserendo la parte alta, quella più montuosa. Ora il pellegrino sale in quota fino a poco più di 1.000 metri, voglio invece inserire un secondo cammino che preveda una fascia dai 1.000 ai 2.000 metri toccando quindi da Ceres verso Ala di Stura fino al Pian della Mussa e poi Cantoira fino a Forno Alpi Graie in Val Grande di Lanzo.”
– Da grande camminatore quale sei ti sei dato un motto?-
“La vita è un viaggio da fare a piedi. Però ora posso fare io una domanda? Quante macchine hai consumato nella tua vita?.
Forse dieci, o anche più…-
“ E se ti chiedo cosa hai visto viaggiando tutti i giorni così, che ricordi hai?
Probabilmente mi risponderai “non ho visto niente”. Se invece quei percorsi li avessi compiuti a piedi, ti saresti arricchito di fascino, di cultura, di umanità, di conoscenze, di storia e di buona salute a costo quasi zero.”
– Quanta ragione, caro Beppe! Se dovessi tradurre il tuo Cammino delle Valli in una canzone, quale sceglieresti?
“Ovviamente non può che essere “Cammina cammina” dei Nomadi.”
Tutto quello che ci ha detto in oltre due ore filate di incontro, Beppe lo ha scritto nel suo libro, che è in vendita presso la sede della Stella Polare o attraverso il sito www.camminodellevalli.it.
E allora caro Beppe, caro nuovo “Casellese dell’Anno”, il cuore batte forte mentre stiamo ascoltando in sottofondo i Nomadi che cantano:“Cammina, cammina/quante scarpe consumate/quante strade colorate/
s’inoltrano nei monti”: hai aperto un orizzonte laddove il turismo sembrava spento; nessuno ci aveva mai pensato, nessuno ci aveva mai provato.
“Bianche scorciatoie/danzano nei prati/s’inoltrano nei monti/ricordano passati.”
Caselle è onorata d’annoverarti tra i suoi figli migliori. Non smettere di andare, continua a indicaci le strade.
Cammina, cammina: ecco il tuo abito su misura. E, ti preghiamo, continua a contagiarci.