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Comune di Caselle Torinese
sabato, Luglio 27, 2024

    Interpretazioni della natura

    Anna Maria Palumbo
    “Quali fioretti dal notturno gelo… Inf. II Dante Alighieri”

    Molteplici registri espressivi caratterizzano le opere presenti alla Sessantaseiesima Esposizione di Arti Figurative del Piemonte Artistico Culturale allestita dall’esperta Orietta Lorenzini presso la Promotrice delle Belle Arti di Torino. Sono intervenuti all’inaugurazione il Presidente della Promotrice Giovanni Prelle Forneris e il Vicepresidente Angelo Mistrangelo, altresì Socio Onorario del P.A.C..
    Fra i temi preferiti dagli artisti, le intense luci del periodo estivo affascinano numerosi autori: Giacomo Sampieri illustra le gioie di un bagno in piscina ove i riflessi sull’acqua divengono parte essenziale della narrazione; Giuseppina Napoli frammenta invece un panorama della città di “Imperia” in un “mosaico” di pennellate mentre Lidia Delloste descrive lo svago dei bagnanti sugli scogli. Altrettanto serena pare la figura femminile, seduta in un “Pomeriggio al sole”, delineata da Ambretta Rossi.
    Claudio Pepino, attraverso un gioco fra realtà e rappresentazione, esprime un anelito di libertà; diversamente, Alberto Rossi in una fantasiosa marina definisce “Inquietanti” grandi massi apparentemente animati mentre Anna Cervellera coglie lo sfavillìo cromatico di “Riflessi nel parco”.
    Accarezzati dai raggi solari, i tratti del volto di un “Personaggio lucano” (Evangelista Rinaldi) paiono evidenziare spigolosità di carattere, contrariamente al delizioso sguardo di una ragazza (Alessandro Fioraso), all’arguto sorriso di una bambina (Marisa Manis) e alla rilassata posa di “Michela” (Mario Miglietta). Lunghe ombre precedono la vivace, anziana signora che trasporta “La fascina della sera” (Erica Catapane).
    Giancarlo Gasparin ritrae, con gusto classicheggiante, una figura infantile intenta a suonare il violino. Maria Luisa Vigna presenta un autoritratto e Franco Fasano mostra un nudo muliebre dalle opulente forme mentre Roberto Maestri dipinge una giovane dormiente.
    Giusy Ciliberti affianca “Andy Warhol e Tina Turner”; “Audrey Hepburn” è omaggiata invece da Barbara Smaldone e parimenti Frank Zappa viene ricordato da Beppe Gromi in un’opera polimaterica.
    L’atteggiamento della figura femminile incisa su lastra di marmo nero da Alessandro Ghione rivela il tentativo di liberarsi da una condizione oppressiva, mentre Giulio Benedetti sottolinea la “Solitudine” di una giovane donna che si abbiglia in una cupa stanza da letto.
    Sceglie una Torino al confine tra giorno e notte Natalia Alemanno; preferisce alla luce diurna la città piovosa Antonio Russi e Daniela Lignana altresì fonde l’interno di una vetrina con il riflesso del Santuario guariniano.
    Nel notturno pascolo montano di Giuseppe Faretina non v’è presenza umana, così come deserti e talvolta brumosi appaiono i territori attraverso la cui raffigurazione Delio Meinardi, Rita Scotellaro, Simone Trotta e Grazietta Garzena indicano finanche moti interiori.
    Spingono lo sguardo fra piante e fiori Anna Maria Palumbo -che inserisce una citazione dantesca nel titolo di una bipartita composizione floreale, Paola Rossi –che riconduce la figurazione di una corolla alle qualità femminili- e Adelma Mapelli, che s’inoltra in un canneto.
    Maria Antonietta Onida dipinge con singolare sensibilità un campo di mais, Ada Martina immagina un uomo che suona in un bosco e, se Magda Tardon riproduce l’angolo di una serra, Monica Grossi si focalizza su un mazzo di rose.
    Barbara Borini mira il verde al di là di un’antica vetrata, ma scrutano l’osservatore animali curiosi quali il gattino di Anna Borgarelli oppure la rana di Marina Furfaro.
    Un ulteriore felino è protagonista nella fotografia di Olivia Fassio e Laura Baldi immortala una chiocciola accompagnata dal suo “cucciolo”.
    Valentina Rossi pone l’attenzione sulla “Violenza verbale” attraverso una serie di bocche urlanti, invece Sergio e Pierangelo Devecchi creano costruzioni surreali grazie alla geometrizzazione.
    Loredana Zucca per mezzo di dense pennellate dà forma a universi fantastici popolati da personaggi e oggetti.
    Mirco Andreis assembla componenti elettronici in foggia di “Città volante” e Roberta Dalpasso modella una coppa decorata con creature immaginarie.
    Nel campo dell’astrazione e dell’espressione informale entrano il vulcanico ritratto psicologico “Laura” di Claudio Fassio, equilibrate cromie di Michela Fischetti, armoniche scomposizioni di Dario Battaglio e la “porta dimensionale” di Diletta Lo Guzzo. Infine, Maria Rosa Benso alterna raffinate velature a segni grafici mentre Roberto Davico sovrappone trasparenti piani cromatici.
    La mostra conferma dunque la qualità artistica di un’associazione dal solido passato.
    Tiziano Rossetto

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