La mostra “Liberty. Torino capitale” a Palazzo Madama
Nella Sala del Senato di Palazzo Madama si può ammirare la mostra “Liberty. Torino capitale”, organizzata da Fondazione Torino Musei, Palazzo Madama-Museo Civico d’Arte Antica, SIAT –Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino- e MondoMostre.
Beatrice Coda Negozio, Roberto Fraternali, Carlo Luigi Ostorero, Rosalba Stura e Maria Carla Visconti hanno curato allestimento, esposizione e altresì l’omonimo, dettagliato volume (Silvana Editoriale) in cui, oltre ai testi dei curatori, sono presenti saggi di Pier Luigi Bassignana, Vittorio Marchis, Riccardo Nelva, Pompeo Vagliani e Giovanni Carlo Federico Villa.
Numerosi fra i collaboratori del progetto sono correlati taluni a istituzioni inerenti la documentazione storica e la cultura artistica, talaltri al Politecnico di Torino (Dipartimenti DISEG e DIST).
L’esposizione, frutto di ricerche trentennali, intende infatti sottolineare il rapporto fra gli eccellenti risultati in arte e architettura e le tecniche costruttive che resero possibili tali esiti. Alla mostra sono associati percorsi di visita tra le vie torinesi e attività per promuovere la conoscenza del territorio urbano.
In un periodo -la Belle Époque- di ferventi mutazioni storiche, sociali e tecnologiche per l’Europa, la città sabauda ospitò nel 1902 la Prima Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna: oggi invece si candida a Patrimonio Mondiale UNESCO per il Liberty, proponendosi inoltre di entrare nel RANN (Réseau Art Nouveau Network).
Il gusto estetico espresso dallo ”stile floreale” coinvolse tanto le architetture (esterni e interni) quanto gli oggetti di uso comune e trasse opportunità da industrializzazione, innovazioni tecnologiche e nuovi materiali utilizzati da artisti, architetti e ingegneri.
Grazie all’ingegneria sanitaria, in tale periodo vennero rese disponibili alle classi umili della popolazione, in forte crescita a causa dell’inurbamento, abitazioni più salubri e servizi pubblici attraverso l’ammodernamento dei quartieri; nacquero altresì ulteriori costruzioni: palazzine da reddito, opifici, ville, scuole, chiese e ospedali furono caratterizzati dal nuovo stile.
Sia l’uso del metallo in architettura, sia ricerche e brevetti, tra cui litocemento (“pietra artificiale”) e soprattutto calcestruzzo armato, mutarono il modo di progettare e realizzare strutture, che spesso corrispondevano a inedite tipologie funzionali; i progettisti poterono inoltre scegliere di utilizzare in maniera maggiormente disinvolta il “bow window”, elemento architettonico finestrato del cui interno la mostra fornisce una ricostruzione, ivi collocando abiti e oggetti coevi.
L’esposizione ripercorre dunque il concetto di “Opera d’arte totale” e propone al pubblico i differenti volti del Liberty, senza ignorare gli aspetti tecnici che sono esemplificati con intento didascalico finanche da campioni di materiali da costruzione, di cui vengono illustrati composizione e utilizzo.
Il visitatore incontra innanzitutto raffinati dipinti di Vittorio Matteo Corcos, Marcello Dudovich, Giovanni Boldini e Gaetano Previati e opere di scultori quali Leonardo Bistolfi, che fu inoltre pittore, vicepresidente per l’Esposizione del 1902, autore del manifesto pubblicitario di tale evento e interprete di una rinnovata concezione estetica. In mostra, tra le numerose creazioni dell’artista, particolare fascino esprimono i modelli in gesso di “Morte” e “Vita”, sculture per il monumento sepolcrale “Verso la luce” della famiglia Abbeg a Zurigo, e i bozzetti della Tomba Pansa (1892, cimitero di Cuneo), in cui è raffigurata la Morte nelle vesti di una “Sfinge” -simbolo al contempo d’inquietudine e bellezza- sospesa fra “natura viva” e termine dell’esistenza.
A opere marmoree di Pietro Canonica (“Busto di donna” e “Istinto materno”) succede “La danza (Le quattro grazie)” firmata da Edoardo Rubino, artista il cui linguaggio “accoglie i retaggi veristi e scapigliati rielaborandoli nei delicati equilibri di una scultura pittorica” (G.C.F. Villa).
Creazioni dei medesimi valenti autori si possono scoprire pure al Cimitero Monumentale torinese, come ricorda l’area della mostra dedicata ai materiali lapidei.
Su pannelli espositivi si osservano fotografie di edifici Liberty esistenti, sia a Torino sia in diverse città europee, e particolari costruttivi corredati di delucidazioni su progetti, metodi realizzativi e interventi di restauro.
Attenzione è posta altresì ai libri per l’infanzia, ove l’illustrazione ha un ruolo significativo, e alle riviste di settore, tra cui “Emporium”, testata rivolta ad arti figurative e grafica.
Manifesti e arredi d’epoca completano il percorso, che si conclude con un video in cui si susseguono immagini di stupefacenti opere.
Nella mostra vengono dunque celebrati valore della bellezza e cultura politecnica, estetica e tecnologia, ricerca storica e cura del patrimonio artistico collettivo.