Le statine, farmaci utili per abbassare i livelli del colesterolo nel sangue, sono tra i farmaci più prescritti al mondo, eppure è opinione comune che “le statine fanno male”. Per fortuna non è così, anzi i benefici di questa classe farmaceutica sono nettamente superiori ai suoi potenziali effetti collaterali.
Si tratta dell’effetto nocebo cioè un evento psicosomatico negativo dovuto a scarsa fiducia nella terapia, secondario alle aspettative negative del paziente.
Chi assume una statina sa che potrà avere e dei dolori muscolari e…spesso li percepirà.
Gli studi dimostrano però che le vere reazione avverse alle statine riguardano solo lo 0,5-1% dei pazienti in trattamento, per quanto i dolori muscolari vengono riferiti da oltre il 40% dei pazienti che iniziano la terapia. Ciò conferma che quasi tutti gli eventi avversi segnalati nella pratica clinica non sono causati dalla statina assunta.
Tale effetto nocebo nasce da una percezione sovrastimata, sostenuta in passato da alcuni media, degli effetti collaterali che questi farmaci possono provocare. Per questa categoria di farmaci sono più conosciuti gli effetti collaterali che i benefici che provocano. In effetti rispetto ad altri farmaci, il paziente non ha un riscontro immediato del beneficio che il farmaco provoca. Chi assume ad esempio una compressa per abbassare la pressione, può poi verificare autonomamente, a costo zero e in modo semplice, l’efficacia della terapia. Per le statine non è così. Analizziamo allora quali sono i benefici delle statine e quali gli collaterali.
I benefici sono molteplici, ma, per semplificare, le statine abbassano la concentrazione ematica del colesterolo LDL, conosciuto da tutti come colesterolo “cattivo”, ovvero quello in grado di danneggiare le arterie favorendo l’aterosclerosi. Tutti gli studi presenti in letteratura hanno dimostrato l’efficacia di questi farmaci nel ridurre il rischio di malattie cardiovascolari ed in particolar modo di infarto e di ictus, tra le principali cause di morte al mondo.
L’unico effetto collaterale delle statine che abbia una rilevanza clinica sono le mialgie, cioè i dolori muscolari, di solito alle cosce ed alle gambe, dovuto all’aumento nel sangue dell’enzima CPK (creatinfosfochinasi). Si tratta di un effetto collaterale non frequente che dipende dalla potenza della molecola usata e dal suo dosaggio. Tale effetto è di facile riconoscimento e soprattutto di rapida regressione nel momento in cui si sospende il farmaco.
Spesso si confonde una lombalgia o una cervicalgia con un danno da statine così da portare il paziente ad auto-sospendere la terapia, esponendosi ad un maggior rischio cardiovascolare (e senza peraltro risolvere la sua lombalgia).
Si ha pertanto, da sempre, una percezione distorta dei rischi della terapia ed una paura ingiustificata che sovraespone il paziente a maggiori rischi per la salute, senza che venga accertato un reale rapporto causa-effetto con l’assunzione del farmaco.
È importante ricordare che le statine sono farmaci efficaci che possono ridurre il rischio di malattie cardiache. I benefici della terapia superano di gran lunga i rischi, che sono generalmente rari e gestibili.
Se il medico di famiglia o lo specialista vi ha prescritto una terapia con statine, è importante seguire le sue indicazioni e assumere il farmaco regolarmente. Se si manifestano effetti collaterali, è utile parlarne con il medico, il quale potrà valutare se è necessario modificare la terapia. Per quei pochi pazienti che presentano una reale intolleranza alle statine esistono infatti altre strategie terapeutiche: dall’ezetimibe all’acido bempedoico. Infine va sottolineato che la terapia con statine deve essere sempre associata ad un corretto stile vita ed in particolar modo una alimentazione sana e la pratica di attività sportiva aerobica costante, come più volte sottolineato in questa rubrica.