Sbagliare é normale per tutti noi, ma se non si prova a comprendere le ragioni, le motivazioni dei propri errori l’unica cosa che succederà sarà quella di commetterli di nuovo, cadendo nella peggiore delle circostanze, ossia quella di ripeterli senza sapere come uscirne. Ovviamente non si può sempre vincere e la sconfitta è dolorosa per tutti. Come una malattia ha bisogno di essere curata. Quando si pensa a un campione, oppure a un personaggio di successo, spesso le prime cose che vengono in mente sono le sue vittorie e i suoi trionfi le sue medaglie, difficilmente immaginiamo le sue sconfitte, le delusioni o le volte in cui si è sentito deluso e demoralizzato. Chi pratica uno sport agonistico spesso sperimenta emozioni incredibili, provocate da una vittoria prima sofferta e poi capace di infondergli un entusiasmo incontenibile. In caso di sconfitta ciò che poteva entusiasmare diventa la causa del suo scoramento dal quale a volte l’atleta non sarà più in grado di risollevarsi. Per scongiurare questa probabile involuzione da sconfitta possiamo suggerire queste semplici riflessioni: accettare la sconfitta senza appellarsi alla sfortuna, o non incolpando i compagni di gioco o l’allenatore. Dovrebbe valere la massima secondo la quale non si impara da piccoli a camminare senza continuamente cadere. La caduta è parte integrante dell’apprendimento. La fiducia in se stessi è ciò che più serve a ritrovare il successo. Mancare la vittoria in una gara non significa perdere le ragioni per ritentare. Conta invece analizzare gli errori affiorati nei comportamenti tecnici, fisici e mentali per poter migliorare le proprie prestazioni. È bene quindi mettersi in discussione senza giudicarsi perdenti o peggio falliti, soltanto per aver condotto o svolto malamente un determinato esercizio fisico. Prendersi cura delle ferite lasciate da una sconfitta, accresce la consapevolezza del proprio valore e ci regala nuovo entusiasmo e persino nuove prospettive. Tennisti come Stan Wawrinka, Sinner ci insegnano che dalle sconfitte si può riemergere e crescere ulteriormente. L’ errore rende di fatto possibile il perfezionamento e, sotto una buona guida, la consapevolezza di progredire.
Concludo con una citazione che esorta ad avere fiducia e a credere nel potere generativo della attività sportiva: “La sconfitta è la parte più brutta e difficile da accettare – ha detto Sinner -, ma proprio con queste giornate storte capisci dove devi lavorare, soprattutto quando giochi contro i migliori al mondo. Fa tutto parte della crescita”. Inoltre alla domanda su come ci si senta a essere dei modelli per i giovani, Alcaraz risponde così: “È incredibile essere di ispirazione per i ragazzi, io cerco di portare sul campo valori importanti”.
“Io – aggiunge Sinner – ho sempre guardato a Federer, Nadal e Djokovic, che hanno fatto e fanno la storia del tennis. Farne parte è incredibile”.