Siamo entrati in un periodo storico dove la pace sembra sempre più lontana, dove il sangue di chi perde la vita a causa di questo miserabile gioco pare un sacrifico per il bene comune di tutti. Siamo in un’epoca così vile che se un artista sale su di un palco inneggiando alla pace viene quasi visto come un terrorista. Siamo anche in un periodo storico dove il passato spesso viene rimosso. Posso personalmente dire che tutto questo mi fa male. In questa notte di scrittura sono volutamente entrato a gamba tesa in un argomento molto delicato. Ci tengo a chiarire subito una cosa, e lo farò con le parole di Dargen D’amico dette sul palco del 74esimo festival di Sanremo: “Ho fatto tante caz**** in vita mia, ma mai avvicinarmi alla politica”. Ciò che scrivo è semplicemente il pensiero di un essere umano con un cuore e un’anima. La mia musica questa sera ha un tema ben chiaro, per questo si parte con un brano del 1970: War Pigs dei Black Sabbath. Un brano che nonostante l’età potrebbe essere tranquillamente adattato ai giorni nostri. Tutto questo per dire che la storia della musica è intrisa di inni alla pace, di richieste di cambiamento e di resistenza contro l’oppressione e la violenza. Da sempre gli artisti hanno utilizzato le loro voci e le loro melodie per promuovere messaggi di pace e per denunciare le ingiustizie nel mondo. Attraverso generi musicali diversi e in molteplici contesti storici la musica ha costituito un potente strumento per la lotta contro la guerra e per la promozione dell’armonia tra gli esseri umani. Sin dall’alba dei tempi la musica è stata un’arma potentissima nelle mani di coloro che lottano per la pace. Dai canti degli schiavi durante l’epoca della tratta transatlantica degli schiavi, alle canzoni degli attivisti per i diritti civili negli Anni ’60, fino alle proteste anti-guerra degli ultimi decenni, la musica ha agito come catalizzatore per il cambiamento sociale. Cambiano i tempi ma come possiamo vedere, purtroppo le tematiche rimangono le stesse. Allora sorge una domanda spontanea: che cosa è cambiato da ieri ad oggi, perché oggi sembra una cosa mai fatta? Ci siamo dimenticati artisti come John Lennon che cantava “Give peace a chance”? Inno alla non violenza e alla solidarietà umana che ha ispirato generazioni di attivisti; oppure “Imagine”, anch’essa di Lennon, dove dipinge un mondo di armonia e unità, sollecitando gli ascoltatori a immaginare un futuro senza divisioni né conflitti. “Where is the love?” dei Black Eyed Peas, brano più vicino a i giorni nostri nonostante i suoi vent’anni che affronta temi come il razzismo, la violenza e l’ingiustizia sociale, promuovendo un messaggio di amore e compassione. Anche in Italia abbiamo artisti attivi su questo argomento; Paolo Benvegnù è uno di questi .
Il brano “Cervi” lo troviamo nel album “Nella notte ci guidano le stelle (canti per la resistenza)”.
Shade, artista che coinvolge un pubblico molto giovanile, poche settimane fa ha pubblicato un video sulle sue pagine social, dove, cantando in freestyle ha esposto il suo dissenso al comunicato stampa dell’amministratore delegato RAI Roberto Sergio. Possiamo dirlo con forte certezza: la musica ha sempre rappresentato una forza catalizzatrice per il cambiamento sociale e politico. Gli artisti hanno sempre sfidato le convenzioni e le istituzioni per promuovere la pace nel mondo. La musica è stata e dovrà continuare a essere una voce potente che unisce le persone nella lotta per un futuro migliore.
William Bruto
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On Stage:
Loredana Bertè – 19 marzo- Teatro Colosseo
Levante – 20 marzo – Teatro Alfieri
Piotta – 21 marzo – Hiroshima Mon Amour
Giancane- 22 Marzo – Hiroshima Mon Amour
Depeche Mode – 23 marzo – Inalpi Arena
Mannini – 28 marzo – Hiroshima Mon Amour