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Comune di Caselle Torinese
mercoledì, Maggio 15, 2024

    Una serata in Sala Cervi con Alessandro Forno

    Cambiamenti

    Ci sono parole che al di là del contesto in cui vengono usate ci evocano, a prescindere, ansia, disagio, persino paura.

    Pensate a “crisi”, “conflitto”, “diverso”, “taglio”… può sembrare incredibile, ma il solo percepirle smuove in noi sentimenti negativi, stati d’animo alterati.

    In particolare una, poi, apparentemente positiva e sinonimo di prospettive nuove e allettanti, ci scatena fastidiosi pruriti irritanti, palpitazioni e inquietudine: cambiamento

    Alzi la mano chi di voi non ha (almeno un po’) paura del cambiamento.

    Niente di strano, per carità, perché adottare una nuova prospettiva è sempre un lancio nel vuoto a occhi chiusi, un’esperienza che sconvolge pacifici equilibri portando con sé una buona dose di stress.

    Aver paura del cambiamento è aver paura di ciò che non si conosce, di ciò che è estraneo, ignoto e se da un lato questa paura svolge una funzione naturale, poiché sollecita l’attivazione delle risorse necessarie per andare verso il nuovo, dall’altro può essere tanto forte da bloccare l’evoluzione.

    Cambiare è lasciar andare tutto ciò che non è più adatto a rispondere ai bisogni attuali, ad aspettative che non hanno più futuro. Si tratta dunque di affrontare una perdita e per questo spesso è difficile. Talvolta doloroso. Può significare separarsi da esperienze, luoghi e persone, da parti proprie e abitudini che per un tempo, anche lungo, hanno fatto parte della propria vita; insomma, abbandonare la propria zona di comfort.

    A volte sembra che per fare un cambiamento occorrano azioni impossibili, e invece bastano piccoli gesti, come ci racconta con estrema ma efficace semplicità lo scrittore Fabrizio Caramagna: “Immagina di tenere tra le mani un’enorme foglio di carta. Ora, piegalo una volta. Poi ancora. E ancora. Ogni piega raddoppia lo spessore del foglio.
    Ora, considerando che a separarci dalla luna ci sono 384.400 km, quante volte dovresti piegare il foglio per coprire questa distanza? Incredibilmente, basterebbe piegare il foglio di carta per sole 43 volte.”

    Pochi e semplici gesti per rivoluzionare la realtà!

    Ma “cambiare” può avere valenze più ampie, che superano i confini della propria singola esistenza, abbracciando i destini stessi dell’umanità.

    I cambiamenti hanno fisiologicamente caratterizzato ieri l’evoluzione dell’uomo… la determinano oggi… la plasmeranno, domani.

    Eppure, spesso inconsciamente, neghiamo questa realtà, oppure ci convinciamo che è una condizione che sovrasta la nostra volontà, impossibile da determinare, da gestire, anche se vorremmo agire diversamente.

    In fondo potremmo dire che alla base della vita ci sono due regole: il cambiamento è inevitabile; tutti cercano di resistere al cambiamento

    Per questo motivo Martin Luther King ci ricorda che: “Forse non siete responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla.”

    Poche parole per una riflessione profonda, ma serena e positiva perché cambiare è rinnovare, migliorare, riformare, trasformare, ma soprattutto, ricordiamoci che se non cambiasse mai nulla, non ci sarebbero le farfalle.

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