Ore 10, martedì, lezione di canto, il momento magico della mia settimana, e non uso a caso “magìa” e “magico”, perché di pura magia e di puro incanto si tratta, consolidati e resi reali da solide basi scientifiche, grandi capacità didattiche e un immenso cuore in sintonia con un’immensa passione per la musica.

Sono di fronte a questa donna bionda, minuta, che mi osserva con i suoi grandi ed attenti occhi azzurri, e sono veramente molto emozionata nel dover condurre questa intervista, consapevole della grandezza dell’artista che ho di fronte.

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Assolutamente in contrasto con il suo curriculum e con la sua carriera, la mia maestra di canto e amica ha un aspetto all’apparenza fragile e delicato ma poco a poco scopri che è una donna e un’artista di grande personalità, caleidoscopica ed eclettica, con un eccezionale talento di musicista e cantante.

Del resto, Rossana proprio di musica si è nutrita sin da piccola.

Nata in una famiglia di artisti – la madre, Maria Emilia Carosio, cantante lirica e insegnante, e il padre, il maestro Bruno Landi, violinista e docente al Conservatorio G. Verdi di Torino –, Rossana a soli 4 anni intraprende lo studio del violino con il padre Bruno. Al contempo prende lezioni di pianoforte e di solfeggio e canto corale ed inizia quasi subito ad esibirsi con diverse formazioni corali, affrontando repertori di musica sacra e madrigalistica.

  • Quanto ti ha influenzata l’esperienza artistica dei tuoi genitori? –

“Ho iniziato i miei studi proprio con loro ma, quando ho deciso di intraprendere una carriera musicale, ho incontrato forti opposizioni. I mei genitori non erano del tutto favorevoli ma il richiamo della musica è stato veramente forte e ha vinto tutti i dubbi e le incertezze e così ho continuato per la mia strada. Infatti, dopo la maturità artistica presso il Quinquennio Sperimentale del Conservatorio G. Verdi di Torino, ho abbandonato il violino per il contrabbasso”.

  • Com’è continuata la tua formazione in ambito musicale? –

“Mi sono laureata in contrabbasso sotto la guida del maestro Enzo Ferraris ed ho superato gli esami d’ingresso per la laurea di secondo livello in contrabbasso solistico, con un programma di studi rivolto alla psico-fisica dello strumentista, ai linguaggi multimediali ed alle tecniche di registrazione audio. Ho poi seguito diverse master class di perfezionamento sui virtuosismi in Italia e all’estero. Nel contempo mi sono specializzata anche nell’ambito del jazz e del canto armonico e sperimentale, studiando vari stili e tecniche vocali”.

  • Contrabbassista, cantante, compositrice, doppiatrice. La tua carriera di musicista e cantante è stata ricca di momenti interessanti… –

“È vero. La mia intensa attività concertistica, come primo contrabbasso e contrabbasso di fila, con importanti enti lirici e sinfonici mi ha molto arricchita sia professionalmente che personalmente, grazie anche alla guida di valenti direttori d’orchestra e alla collaborazione con solisti di fama internazionale. Per un lungo periodo della mia carriera ho girato senza sosta per numerosi teatri italiani ed esteri e anche questo ha ampliato notevolmente i miei orizzonti, permettendomi di apprendere velocemente sia nel campo musicale che nella vita.

Il contrabbasso, grande amore musicale della mia vita, viaggia
però in parallelo con il canto, altro momento artistico che ho seguito con passione, dedizione e rigore. Come cantante solista ho partecipato a diversi festival di musica jazz, etnica e sperimentale e ho anche collaborato con molti musicisti italiani e stranieri (come Francesco De Gregori, Luca Yurman, Alberto Fortis, Milva, Rocky Roberts, Africa Unite, Doctors & The Medics). Mi sono inoltre cimentata anche in campo televisivo con diverse collaborazioni e ho doppiato la protagonista del cartone animato per la RAI “Le storie del drago Tommasone”. Nel 2006 ho iniziato anche una nuova avventura, con il gruppo gothic metal “Dismal”, partecipando come coautrice alla stesura delle musiche del disco “Miele dal Salice”. Negli ultimi tempi sto invece collaborando con diverse formazioni in ambito jazz e jazz manouche”.

  • Il tuo percorso di studi è impressionante e lo è altrettanto la tua carriera ma sei in continua evoluzione anche nel campo della didattica. Vuoi parlarmene?-

L’insegnamento è l’altra attività in campo musicale alla quale ultimamente dedico gran parte del mio tempo. Dopo anni di esperienza come formatrice vocale – in particolare prima per la sezione musicale del Teatro Nuovo di Torino, poi per la SDM Scuola del Musical di Milano fondata da Saverio Marconi e per la Compagnia della Rancia – mi sono dedicata alla ricerca nel campo dell’anatomia vocale, seguendo le lezioni del foniatra Antonio Schindler, per approfondire a livello psico-corporeo la meccanica vocale e per applicarla successivamente nella didattica e nell’utilizzo della voce come terapia di riabilitazione funzionale del sistema pneumo-fonatorio. Nel contempo ho approfondito lo studio dell’arte, in particolare della musica, utilizzata come terapia empatica con il medico antropologo Rossana Becarelli (presidente della Rete Euromediterranea per l’umanizzazione della medicina Medical Humanities e direttrice sanitaria dell’Ospedale Oncologico San Giovanni Antica Sede di Torino), e ho partecipato al progetto Sarastus, un forum internazionale con laboratori esperienziali e tavoli tematici di dialogo e riflessione fra ricercatori, formatori, antropologi, scienziati e innovatori, in collaborazione con enti finlandesi. Ho studiato cantoterapia, musica subliminale, frattale e tecniche di comunicazione verbo-sonora, discipline che applico alla mia metodologia d’insegnamento, e ho seguito dei seminari con il professor Roberto Merletti, professore ordinario di Ingegneria Biomedica al Politecnico di Torino”.

  • Nella primavera del 2015 sei tornata a casa dopo tante interessanti esperienze e subito sei stata coinvolta in alcuni eventi organizzati dalle associazioni del territorio (una bellissima serata swing nel salone della sede aggiunta della Pro Loco accompagnata da tre grandi musicisti, Ruben Bellavia alla batteria, Fabio Giachino alla tastiera e Marco Piccirillo al contrabbasso e, sempre nel salone, un pomeriggio con il trio Accordi e Disaccordi per la chiusura dell’anno accademico dell’Unitre). Com’è stato il tuo ritorno “alle origini”?-

“Ho ritrovato tutti i miei ricordi e incontrato nuovamente persone e luoghi d’affezione che avevo nella memoria e nel cuore anche se lontani geograficamente. È stato un emozionante ritorno a casa e riscoprire le mie origini, l’input della mia formazione. Caselle è stata fondamentale per tutta una serie di stimoli che mi ha portata a diventare ciò che sono”.

  • Quali sono i tuoi progetti per il futuro? –

“Sicuramente vorrei continuare il mio percorso di artista e di insegnante ma mi piacerebbe anche mettere a frutto gli studi compiuti negli ultimi anni per far conoscere la potenza curativa della musica, della voce e del canto, creando sul nostro territorio un polo dove poter applicare le discipline musico-vocali per la riabilitazione psicofisica, soprattutto a scopo preventivo”.

Insomma, non solo un’artista dotata di grande professionalità e solidi studi musicali uniti ad un singolare talento, capace di muovere emozioni e sentimenti e di trasformarli in musica, ma anche un’insegnante di eccezionale sensibilità e competenza, curiosa e intuitiva, che combina conoscenza, scienza e talento con una grande dedizione e attenzione per i suoi studenti.

Sognatrice con i piedi saldamente ancorati al terreno, la mia eterea maestra ha in serbo per noi ancora tante sorprese in musica.

Stay tuned… come dicono i giovani!

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