Umiltà, talento, determinazione, coesione, voglia di mettersi in gioco e carisma da vendere: concetti che si fondono in un solo nome, Sneakers. Nata nel maggio del 1995 come band tributo alla musica degli anni ’80, è poi diventata e rimasta unicamente band tributo ai Depeche Mode. Attualmente è tra le band tributo più apprezzate e conosciute in Italia e in Europa, grazie alle emozioni che è capace di trasmettere riproducendo fedelmente suoni e scenografie e riuscendo quindi a ricreare l’atmosfera di un live del gruppo britannico.
“L’idea di creare una band tributo ai Depeche Mode è scaturita dalla voglia di mettersi in gioco e di realizzare qualcosa di originale. Allora infatti non c’era ancora nessuna band in onore dei Depeche Mode. Gli Sneakers sono nati per rendere omaggio alla musica anni ’80, in parte è dovuta anche a questo la scelta del nome, oltre al fatto che suonava bene come nome in sé.
Gli Sneakers poi sono diventati anche band tributo ai Cure e infine band tributo ai Depeche Mode. Per qualche tempo abbiamo tenuto in piedi contemporaneamente tre band in una, poi siccome si generava confusione tra il pubblico riguardo ai vari concerti, abbiamo deciso di rimanere esclusivamente band tributo ai Depeche Mode. Con il tempo c’è stato anche un cambio di membri, sono rimasto solo io dei componenti originari, gli altri membri attuali sono arrivati tutti dopo”, racconta Giubbe, cantante degli Sneakers.
La scelta di dare vita ad una band tributo ai Depeche Mode ha quindi dato inizio ad una sfida tutt’altro che semplice. Come dichiara Nino Azzarà, chitarrista della band, “la difficoltà principale consiste nel “ricreare il vero”, ossia riprodurre le basi del suono elettronico esattamente come quelle originali”, “…e quindi puntare sulla qualità complessiva e non solo sul cantante”, aggiunge Giubbe. La scelta di puntare sulla qualità d’insieme ha portato al raggiungimento di traguardi importanti, tant’è che gli Sneakers sono ormai da tempo sbarcati anche all’estero. Non solo, nel 2004 sono stati definiti dai Depeche Mode stessi una delle migliori tribute band.
“Siamo partiti con i live nei locali torinesi e poi il successo è arrivato in crescendo, all’inizio grazie al passaparola e nel nuovo millennio grazie soprattutto ai social network. Anche se in realtà più che successo lo chiamerei “essere appagati del lavoro fatto”. Da un po’ di anni abbiamo un seguito notevole anche all’estero, specialmente in Francia, Belgio, Romania e Bulgaria. Siamo accolti in hotel a cinque stelle e trattati come i vip. Tutto questo lo dobbiamo al nostro pubblico, senza il quale non saremmo arrivati così in alto. Penso ci siano delle regole che stanno alla base e due di queste sono il rispetto e l’umiltà nei confronti del pubblico perché ogni persona presente ad un concerto ha rinunciato a qualcos’altro per essere lì, ci sta dedicando il suo tempo” afferma il cantante.
Gli Sneakers sono però convinti che uno degli elementi essenziali che determina l’approvazione di un vasto pubblico sia il rapporto tra i membri del gruppo. Tale convinzione risuona proprio nelle parole di Giubbe: “L’armonia tra di noi è fondamentale, non solo quando saliamo sul palco, ma anche quando viaggiamo e condividiamo le tipiche giornate in tour. Quando siamo in tour l’incontro iniziale, la partenza e tutto il viaggio sono accompagnati da relax e un sacco di risate.
Non appena arriviamo sul luogo però si passa alla “modalità Sneakers on” e i momenti di svago lasciano il posto a professionalità e concentrazione. Alla fine del concerto c’è poi l’immancabile ringraziamento al nostro amato pubblico”. C’è da dire tuttavia che nel caso degli Sneakers il rapporto sereno e pacifico tra i membri è favorito dal fatto che la band realizza cover. Infatti, come precisa giustamente Nino Azzarà “le discussioni artistiche sono davvero limitate, in quanto dobbiamo riprodurre delle canzoni già esistenti. È piuttosto naturale che ci sia amalgama sulla questione musicale”. Parlando di progetti futuri Giubbe fa presente che l’armonia del gruppo potrebbe essere messa alla prova nel momento in cui si realizzasse il sogno della band, che è quello di esibirsi soltanto in location specifiche e non più nei locali. “Se ci esibissimo nei teatri, ad esempio, bisognerebbe ristudiare un po’ tutto, a partire dalla scenografia e in questo caso potremmo non trovarci d’accordo su alcuni aspetti. In ogni caso per realizzare questo sogno è necessario salire di livello, uscire da un giro ed entrare in un altro. Dev’essere il gran finale”.
Intanto, per ora, si godono il presente. La prossima data in provincia di Torino si terrà ad Almese il 16 luglio.