All’inizio di febbraio, la Polonia è tornata alla ribalta delle cronache internazionali grazie all’ennesima trovata del suo governo nazionalista e ultraconservatore. Infatti, il 6 febbraio, il Capo dello Stato, Andrzej Duda, ha firmato la cosiddetta, e controversa, legge sull’Olocausto.
La legge è stata votata a maggioranza dai due rami del Parlamento polacco ed è un chiaro attacco alla libertà d’espressione e d’opinione, oltre che un oltraggio alla storia. La legge, votata in una Polonia sempre più orientata politicamente verso destra, prevede dalla semplice multa alla reclusione fino a 3 anni per chi si permette di affermare che i campi di sterminio nazisti in territorio polacco erano polacchi, oppure che i nazisti poterono godere dell’aiuto di cittadini polacchi per portare avanti il loro atroce piano. Un’affermazione, soprattutto quest’ultima sull’aiuto di polacchi ai nazisti, che ha fatto infuriare maggiormente i critici interni e la comunità ebraica.
I rapporti tra Israele e Polonia sono diventati talmente tesi che la Polonia ha annullato la visita a Varsavia del ministro della pubblica istruzione israeliano, Naftali Bennett, prevista pochi giorni dopo la firma della legge. Il premier polacco Mateusz Morawiecki ed il suo ministro degli Esteri Jozef Czaputowicz, hanno più volte dichiarato che la legge non è modificabile in nessuna sua parte ed era ora di finirla con l’accusa falsa che Auschwitz era un campo di sterminio polacco: per l’esecutivo polacco, Auschwitz è stato costruito e gestito dagli occupanti nazisti.
Bisognerebbe invece elogiare, sempre per il Governo polacco, la Polonia per l’eroismo dimostrato da molti suoi cittadini per salvare molti ebrei dallo sterminio, oltre agli sforzi considerevoli per mantenere agibili e visitabili i campi di sterminio, permettendo così che la memoria rimanga viva.
Come in ogni Paese, durante la Seconda Guerra Mondiale, ci furono eroi e codardi, oppositori e collaborazionisti: non esiste il bianco o il nero. E’ certo che molti polacchi rischiarono la vita per salvare ebrei (spesso anch’essi cittadini polacchi), ma è altresì certo che cittadini polacchi aiutarono gli occupanti. E ci furono casi di stermini di ebrei effettuati da cittadini polacchi al di fuori dai campi di sterminio nazisti. Come in ogni conflitto, i confini tra il giusto e l’ingiusto diventano per alcuni labili: le certezze della democrazia diventano opinabili, piegabili alle contingenze del momento.
Ma ora siamo nel 2018 ed il voler distorcere la storia e punire con il carcere chi non l’accetta non è degno di un Paese che si professa democratico e che fa parte dell’Unione Europea: ma la deriva nazionalista e populista di certi Paesi dell’Est (ma non solo) è ormai sotto gli occhi di tutti. Quest’assurda legge è stata comunque rinviata alla Corte Costituzionale dal presidente Duda, ma fino al pronunciamento della corte rimarrà lo stesso in vigore.