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Comune di Caselle Torinese
martedì, Marzo 19, 2024

    Via alle Fabbriche, ecco come verrà

    Il punto sul progetto definitivo degli interventi, a carico Satac, connessi alle Aree ATA

    Via alle Fabbriche, una lunga storia. Un tempo nota come Strada delle Mosche, per via del proliferare di mosche e tafani attirati dai bacini d’acqua ferma ove si faceva macerare la canapa. Di battitoi di carta e di canapa era ricca la zona, grazie alla disponibilità di acqua delle bealere derivate dalla vicina Stura. Questa vocazione “manifatturiera” la via se la porta dietro per secoli, fino al 900, in cui assume l’attuale denominazione, giustificata dalla presenza lungo il suo asse di numerose fabbriche: per citare solo le principali, l’ex lanificio Bona, la Cartonda, la conceria Mesi, la Kelemata.

    Il suo sviluppo, a partire dal confine con la frazione Ceretta di San Maurizio, fino ad arrivare alla Strada Torino, prima del curvone della Madonna dei Gerbidi, rende via alle Fabbriche una delle vie più lunghe di Caselle. Il tratto verso Strada Torino dal 2002 non è più percorribile con continuità, dopo l’eliminazione del passaggio a livello a raso. In continuità con via Venaria, via alle Fabbriche costituisce ora di fatto una specie di circonvallazione esterna ovest, con un traffico sempre più crescente per via delle nuove urbanizzazioni  che hanno interessato negli ultimi decenni l’oltre-ferrovia di Caselle.

    Traffico sempre più crescente, ma con una larghezza della strada rimasta quella ottocentesca. L’assenza di piste ciclabili, tranne che per brevissimi tratti all’altezza degli impianti sportivi, rende inoltre questa via pericolosa per i mezzi a due ruote, come recenti incidenti anche mortali hanno purtroppo dimostrato.

    Il nuovo assetto

    A fronte delle criticità di cui sopra, le previsioni urbanistiche del Piano Regolatore avevano da tempo individuato la necessità di adeguamenti dell’asse viario di via alle Fabbriche (e della nuova via Verrazzano), da raccordare a sud con via Venaria e quindi via America (in comune di Borgaro) e a nord con via Canonico Maffei (in comune di San Maurizio, frazione Ceretta).

    La nascita del progetto Aree ATA, a inizio anni 2000, non ha fatto che rendere ancora più indispensabile la necessità di questo adeguamento, per il prevedibile ulteriore incremento del traffico da smaltire.

    Gli adeguamenti della viabilità su Via alle Fabbriche sono quindi stati inseriti fra le opere connesse, da eseguire a cura ed onere del soggetto proponente, la società SATAC. Tali interventi, sotto l’aspetto progettuale ed autorizzativo, hanno seguito lo stesso lungo e complesso iter dell’insediamento commerciale sulle Aree ATA.

    Gli interventi previsti a carico SATAC sono suddivisi su due lotti, così denominati nelle carte progettuali:

    •  realizzazione della nuova viabilità di collegamento tra la rotatoria “2” in progetto sulla S.P.2 e via alle Fabbriche – lotto 1
    • adeguamento del tratto di viabilità di via alle Fabbriche – lotto 2

    Completati, fra 2016 ed agosto 2017, i passaggi autorizzativi in Regione e gli adeguamenti degli strumenti urbanistici, il Comune di Caselle ha avvisato le proprietà dei terreni interessati, in base alle carte catastali, dalle opere stradali: presso gli uffici tecnici comunali era possibile prendere visione dei progetti, e formulare, entro il 30 settembre 2017, eventuali osservazioni.

    In risposta, sono pervenute in tutto 45 osservazioni, da parte di singoli proprietari, o gruppi di proprietari. Gli uffici comunali del Settore Territorio hanno per ciascuna di esse predisposto le controdeduzioni, raccolte in un documento che è stato approvato con delibera di giunta dello scorso 15 dicembre.

    Passiamo a descrivere, tratto per tratto, quanto previsto dal progetto definitivo, con l’aiuto, nella pagina a fianco, della planimetria generale degli interventi viabili collegati alle Aree ATA.

    1)      Il nuovo raccordo fra S.P. 2 e via alle Fabbriche.

    Il nostro tragitto parte dalla S.P. 2, per intendersi lo stradone per Ciriè, nel tratto subito dopo il Guercio. La tanto discussa rotonda in corrispondenza di quel bricocenter verrà realizzata poco a valle, avvicinandosi al Bottegone, in corrispondenza dello spigolo sudovest delle Aree ATA.

    La conformazione della rotonda, indicata sulle carte progettuali come rotatoria “2”, la vedete nel rendering qui nella pagina: la sua caratteristica più evidente è che presenta un attraversamento a raso sull’asse Torino-Ciriè, mentre nell’attraversamento perpendicolare San Maurizio- via alle Fabbriche ci sarà cavalcavia sopraelevato con due corsie, una per ogni senso di marcia, larghe 3,50 m cadauna. La pista ciclabile attraverserà la rotatoria tenendosi, a raso, sul lato verso il Bottegone. Scesi dal cavalcavia il raccordo proseguirà nell’assetto con due corsie stradali da 3,50 m cadauna (P.S.: in una prima versione progettuale le corsie erano quattro, due per ogni senso di marcia, poi ridotte a due nella revisione 2017 del progetto) più, sul lato destro, la pista ciclopedonale larga 2,50 m.

    Il raccordo a valle del cavalcavia completa l’ampia chicane che serve a portarsi parallelo al fosso alberato che separa il territorio in comune di Caselle da quello in comune di San Maurizio ed arriva alla nuova rotatoria, denominata “d”. Poco prima di arrivare a questa rotatoria, attigua alla nuova viabilità, sul lato sinistro, è prevista la localizzazione della nuova cabina primaria E-Distribuzione (ex ENEL), ove avverrà la trasformazione da AT a MT richiesta dalle esigenze del nuovo insediamento; le condutture MT in cavo interrato saranno posate nel nuovo sedime stradale fin qui descritto.

    Torniamo alla rotatoria “d”, punto di arrivo del nuovo raccordo: la rotonda è prevista con un diametro esterno di m. 48 ed una corona di m. 9. Alla prima uscita sulla destra troviamo l’ampliamento della viabilità di collegamento di via alle Fabbriche con via Canonico Maffei; la suddetta viabilità sarà composta da una corsia per senso di marcia di dimensioni pari a m. 3,25; l’allargamento della viabilità comprende anche il rifacimento del manufatto di attraversamento del Canale Industriale.

    2)    Via alle Fabbriche, dal confine con San Maurizio all’intersezione con via Madonnina.

    Usciamo dalla rotatoria “d” con il seguente assetto: una corsia per senso di marcia di larghezza pari a m. 3,25 e, sul lato destra verso Stura, la prosecuzione della pista ciclopedonale di larghezza pari a m. 2,50. Passiamo il ponticello sopra il Canale dei Mulini e, poco oltre, lasciamo alla nostra destra i capannoni della Neoplast.

    Proseguendo, ci troveremo le immissioni, sul lato sinistro, di strada Grangiotti, e sul lato destro di via Follone e strada Francia. Avendo sempre la nuova pista ciclopedonale sul lato destro, arriviamo al punto ove l’attuale strada costeggia il complesso dell’ex lanificio Bona facendo la curva cieca ad angolo retto, ed incrocia nel contempo con via Madonnina.

    Le modalità per l’adeguamento di questo tratto di  via alle Fabbriche sono fra quelle che hanno scatenato maggior dibattito; nell’ultimo Consiglio Comunale del 21 dicembre scorso il consigliere di minoranza avvocato Chiappero ha manifestato le sue perplessità per la scelta progettuale che  prevede la risoluzione dell’incrocio con via Madonnina tramite una rotatoria; rotatoria prevista qui, ove via Madonnina con i suoi tre nuclei familiari residenti non genera certo gran traffico, e non invece ad esempio all’intersezione con strada Francia o strada Grangiotti.

    Nella sua risposta in Consiglio il sindaco Baracco ha ricordato che la rotatoria in quel punto, distanziata dallo spigolo della recinzione del complesso ex Bona, è prevista dal Piano Regolatore, e che l’alternativa sarebbe stato il taglio in diagonale del muro della recinzione. La rotonda, comunque utile per ridurre il pericolo dell’angolo cieco, è stata – prosegue il sindaco Baracco – ridotta come dimensione e traslata come posizione mantenendola all’interno delle fasce di rispetto stradali del Piano Regolatore attuale. La nuova rotatoria “e” all’intersezione del tracciato con via Madonnina nel progetto così rivisitato  ha  diametro esterno ridotto da  m. 42 a m. 30.

    3) Via alle Fabbriche, da via Madonnina a strada Caldano.

    Usciti dalla rotatoria “e” si costeggia il muro del complesso ex lanificio Bona, con 1 corsia per senso di marcia di larghezza pari a m. 3,25 e, sul lato destro costeggiante il muro di recinzione, la prosecuzione della pista ciclopedonale di larghezza m. 2,50. Si arriva così all’intersezione con l’innesto del tratto finale di viale Bona, risolto, nell’ultima versione del progetto, con l’inserimento della nuova rotatoria “f”,  di diametro esterno pari a m. 30 e corona di m. 7. Si prosegue quindi, sempre con l’assetto ad 1 corsia per senso di marcia di larghezza pari a m. 3,25 e pista ciclopedonale di m. 2,50, fino alla successiva rotonda all’incrocio con strada Caldano: la rotatoria “g” con diametro esterno pari a m. 26 e corona di m. 7.

    4) Via alle Fabbriche, da strada Caldano alla rotonda di via Che Guevara.

    Questo tratto, fra i più sacrificati come spazi disponibili per via delle abitazioni affacciate, prevede l’ampliamento della viabilità esistente con 1 corsia per senso di marcia di larghezza pari a m. 3. Per quanto riguarda la pista ciclopedonale, l’ufficio tecnico comunale ha formalizzato nell’ambito delle controdeduzioni la richiesta di prevederla comunque, con larghezza eventualmente in deroga.

    Allo sbocco di via alle Fabbriche in corrispondenza con la già esistente rotonda di via Che Guevara, comincia il tratto costeggiante gli impianti sportivi ove non sono previsti ulteriori interventi. Qui come pista ciclopedonale ci si raccorda con quella già in essere.

    5) Via alle Fabbriche, da strada Salga a via Vernone, e prosecuzione lungo via Verazzano.

    Gli interventi di allargamento di via alle Fabbriche riprendono subito a valle della rotatoria esistente allo sbocco di strada Salga. Si ricorre qui all’assetto standard costituito da 1 corsia per senso di marcia di larghezza pari a m. 3,25,  più la  pista ciclabile di larghezza pari a m. 2,50, prevista sul lato sinistro.

    Arrivati in corrispondenza con lo sbocco di via Vernone, l’intersezione è prevista tramite la realizzazione della rotatoria “h”, con diametro esterno pari a m. 30 e corona di m. 7. Su questa rotatoria si innesta anche via Verrazzano, che nello stato esistente è via senza uscita.

    Di questa via è prevista, in attuazione di quanto peraltro da tempo disposto da Piano Regolatore, l’allargamento ed apertura al traffico; sarà previsto l’assetto standard con 1 corsia per senso di marcia di larghezza m. 3,25, più pista ciclopedonale di larghezza m. 2,50, sul lato destro, fino ad arrivare alla rotonda esistente di via Venaria, ove l’asse viario proseguirà verso sud nell’assetto attuale, già adeguato come larghezze.

    6) La prosecuzione lungo via Venaria.

    Come i nostri lettori avranno già capito leggendo il punto precedente, il ramo di via alle Fabbriche che costeggia i fabbricati ex conceria Mesi e poi, svoltando a sinistra, l’ingresso della Kelemata, non sarà oggetto di interventi, in quanto rimarrà fuori, dopo l’apertura di via Verrazzano, dal flusso di traffico principale.

    L’ultimo intervento che interesserà il sedime di via alle Fabbriche lo ritroviamo invece all’incrocio della stessa con via Venaria. Qui verrà realizzata la rotatoria “i”, con diametro esterno pari a m. 26 e corona di m. 7. Dalla rotatoria “i” parte poi il lungo rettilineo di via Venaria, che prosegue fino al confine fra i territori comunali di Caselle e Borgaro, in corrispondenza del Port dij Gai. Tutto questo tratto di via Venaria verrà allargato a 3,25 metri per ciascuno dei due sensi di marcia, ma senza previsione qui di pista ciclopedonale a fianco.

    A proposito di questa assenza ricordiamo che, un anno fa, avevamo, come Associazione Turistica Pro Loco di Caselle Torinese, presentato, in sede di osservazioni alla variante del Piano Particolareggiato Aree ATA, la richiesta di inserire negli interventi contestuali al rifacimento di tale tratto di strada anche la realizzazione della pista ciclopedonale. Il non farla ci sembra un’occasione sprecata, perché l’alternativa offerta costituita dal ripristino del percorso Stouring più attiguo alla Stura, senz’altro da prevedere, ci sembra più idonea ad un utilizzo “sportivo” della pista, non fruibile da tutti.

    Qualche opinione a campione.

    Abbiamo interpellato alcuni dei residenti lungo l’asse interessato dagli interventi sopra descritti. Ecco in sintesi le loro dichiarazioni.

    Lino Crusiglia, la cui famiglia è residente all’imbocco di via Madonnina, coinvolto dall’ipotizzata rotatoria “e”:  “Abbiamo chiesto al Comune, per iscritto, un ripensamento sul progetto dell’intersezione, che, anche nella versione con la rotonda ridotta da 42 a 30 metri, continua ad impattare notevolmente, e a nostro parere inutilmente, su terreno agricolo di pregio.
    Anche il problema dell’angolo cieco può essere risolto allontanando quanto basta, all’interno della fascia di rispetto stradale, il punto di inizio della curva. ”

    Claudio Bellezza: “Il condominio ove abito è affacciato sul tratto di via alle Fabbriche in corrispondenza dei campi sportivi, ove, mi sembra di aver capito, non sono previsti ulteriori lavori perché la strada lì è già stata allargata.
    L’osservazione che facciamo, già anche emersa nelle assemblee di condominio, è circa l’importanza di tutelare la sicurezza, non solo di chi transita, ma anche di chi deve attraversare questa strada, fra cui i tanti bambini e ragazzi che vanno ai campi sportivi. Si è parlato quindi, anche nei contatti con l’amministrazione comunale, di far inserire dei dossi per contenere la velocità delle auto in transito”.

    Gianni Frand Genisot: “Le nostre case sono affacciate su via Verrazzano. Questa modifica, con l’apertura al traffico di una via che finora era cieca, ci rendiamo ben conto ci farà passare da un contesto riservato, e anche facilmente controllabile rispetto a visite sgradite, ad uno completamente diverso. D’altra parte per noi non è una sorpresa perché questa trasformazione era prevista da molti anni dal Piano Regolatore”.

    I prossimi passi dell’amministrazione comunale.

    Il sindaco Luca Baracco fa il punto sull’avanzamento dell’iter per arrivare al rilascio dei permessi a costruire e all’apertura dei cantieri: “La consultazione dei proprietari delle particelle potenzialmente interessati dalle modifiche della viabilità è stato un primo screening, che ci ha consentito di raccogliere osservazioni utili ad affinare i progetti.
    A questo punto siamo pronti a formalizzare a SATAC la richiesta di emettere la progettazione definitiva, che sarà poi resa disponibile agli interessati per eventuali ulteriori osservazioni, che dovrebbero essere molto più ridotte rispetto alle 45 del primo passaggio. Successivamente si potrà procedere al rilascio a SATAC dei permessi a costruire (P.S. ne sono previsti 12 per le varie opere di urbanizzazione, e 16 per i fabbricati del COM)”. Abbiamo colto l’occasione per chiedere al sindaco aggiornamenti circa le presunte ombre sull’avanzamento del progetto, legate al ricorso presentato da FIH al TAR, e che ha indotto il consigliere di minoranza Andrea Fontana a ventilare un eventuale Consiglio Comunale aperto.
    Risponde Baracco: “Il consigliere Fontana ne ha parlato finora solo con la stampa, senza formalizzare la richiesta, che comunque giudico fin da subito del tutto inappropriata. Proprio perché le questioni sollevate da FIH sono state sottoposte al TAR, sono i magistrati del tribunale amministrativo che ne devono valutare la fondatezza. Noi cosa dovremmo fare in Consiglio, una specie di pre-udienza del TAR? Noi comunque siamo sereni, in quanto convinti di aver fatto i passi giusti nei rapporti con tutti i vari enti interessati”.

    3 Commenti

    1. Non fare la ciclabile in via Venaria sarebbe un grave errore ed una grave perdita di tranquillità per chi vuole andare in bici fino a Borgaro o collegarsi con la ciclabile che va verso la Mandria.
      Come sempre si fanno le cose a meta’! A rimetterci sono sempre
      i Casellesi che devono rischiare la propria incolumita’ per andare un po’ in bici.
      Ma non si dovrebbero favorire i mezzi che non inquinano?

    2. …aggiungo (ho letto meflio).che assurdo anche il fatto che NON sia prevista alcuna pista ciclabile da Via Venaria..e giu fino al PortGay..

    3. Mi par di capire che il rettilineo della Carignana non verrà toccato: mi sembra un po assurdo se fosse veramente cosi.

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    Paolo Ribaldone
    Paolo Ribaldone
    Dopo una vita dedicata ad Ampere e Kilovolt, ora dà una mano a Cose Nostre

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