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Comune di Caselle Torinese
sabato, Dicembre 7, 2024

    Vogliamo maggior sicurezza!

    Pillole per meditare

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    Non si può negare che è una delle cose più importanti, anzi al primo posto per importanza. Sicurezza di godere buona salute e di essere curati bene se necessario; di avere un reddito garantito, che permetta una vita degna di essere vissuta; di disporre di un tetto non precario; di condividere il proprio tempo con persone con le quali c’è uno splendido rapporto; e la sicurezza di uscire senza rischiare di essere derubati o maltrattati.
    Quando riusciamo a raggiungere queste condizioni, quotidianamente minacciate, ci riteniamo fortunati e tutto il resto non esiste. La salute spesso la trascuriamo; in realtà finché stiamo bene non ci pensiamo proprio. Il reddito è condizionato solitamente da un’attività lavorativa; un cruccio per molti di questi tempi, nell’individuare il lavoro adeguato alla propria formazione e viverlo senza grosse fatiche, difficoltà e amarezze. Il tetto, anche quando è sicuro, solitamente si prende una buona percentuale del nostro reddito. Il rapporto con le persone con cui si convive o si collabora non è sempre di facile soluzione, dipende spesso anche dalla nostra malleabilità caratteriale.

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    Problemi, problemi! Poi in ultimo, e non meno importante, la speranza di non aver mai a che fare con qualche malintenzionato che ci svaligia la casa, ci minaccia, ci deruba o ci maltratta. Tutti i punti citati sono fonte di preoccupazione quotidiana, ma particolarmente quest’ultimo viene evidenziato dai fatti di cronaca e da alcune forze politiche che non fanno altro che esaltarlo.

    Il sottoscritto non ha dimenticato quando è stato vittima del furto dell’auto o peggio quando è stato minacciato con un’arma e poi derubato. Ma sono due  episodi in tutta una vita. Stando a certe fonti malefiche si direbbe che viviamo in un Paese in cui la malavita è presente ovunque e non viene arrestata. Però le mie principali preoccupazioni, penso anche di tutte le persone che s’informano, spaziando al di là del proprio naso, non si esauriscono qui.

    C’è un pericolo enorme sulla nostra testa, pochi sanno valutare quanto è grave. La verità è che siamo in guerra. Siamo in guerra contro i fanatici che si uccidono per uccidere, ma soprattutto siamo in guerra contro chi li catechizza, li arma, li spinge a scegliere spesso un bersaglio inerme.

    Contro chi sfrutta la povertà per reclutare nuovi terroristi, e contro chi non fa nulla per rimuovere le cause di questa povertà. Contro i razzisti che predicano l’odio e insegnano a disprezzare gli altri popoli. Contro chi progetta e costruisce le armi, chi le vende, e contro chi fa finta di non accorgersi di questo odioso mercato. Siamo in guerra contro chi si arricchisce grazie alla politica, contro chi costruisce le proprie fortune grazie alla miseria degli altri. Contro quelli molto ricchi che ci vorrebbero sempre più poveri. Contro chi fa di tutto per impedire che in alcuni paesi del mondo si sviluppi la democrazia, perché le dittature sono più facili da controllare. Contro chi da una parte spinge i popoli a fuggire dai loro paesi e dall’altra impedisce loro di arrivare a destinazione.

    Siamo in guerra contro chi rifiuta di riconoscere il diritto di un popolo a vivere in pace nella propria terra. Contro chi non si fa alcuno scrupolo di inquinare la terra, l’aria e l’acqua, procurando danni enormi a tutte le creature viventi. Siamo in guerra contro quelli, come Trump, che negano gli sconvolgimenti climatici, non rispettano i trattati e agiscono in senso opposto agli stessi. Contro i governi di tutte le nazioni che possiedono le armi atomiche costituendo una minaccia molto pesante all’intero globo.

    Per esprimere in modo efficace l’urgenza del rischio nucleare e climatico, attraverso una metafora comprensibile a tutti (forse anche ai politici!) la Federation of atomic scientists ha scelto di indicare con le lancette dell’orologio, il Doomsday Clock “l’orologio del giudizio universale”, cioè quanti minuti rimangono prima della mezzanotte antecedente al giorno del giudizio. E’ una cosa abbastanza seria; il 25 gennaio, il gruppo internazionale di esperti incaricato, convinto dell’ulteriore aggravamento della situazione, ha ridotto la distanza dalla catastrofe globale a due soli minuti; la peggior situazione di sempre.

    Le preoccupazioni quotidiane, i problemi immediati ci fanno dimenticare o rimuovere i pericoli che tutta l’umanità sta correndo, a causa della minaccia legata alla presenza delle armi nucleari, e ai cambiamenti climatici che stanno modificando le condizioni di vita sul nostro pianeta. E’ questa secondo me, in assoluto, la condizione di sicurezza che dovrebbe maggiormente preoccuparci.

    Sarebbe urgente che i leader prestassero la giusta attenzione a preservare le prospettive a lungo termine dell’umanità e che i cittadini imponessero loro di farlo.

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    Ernesto Scalco
    Ernesto Scalco
    Sono nato a Caselle Torinese, il 14/08/1945. Sposato con Ida Brachet, 2 figli, 2 nipoti. Titolo di studio: Perito industriale, conseguito pr. Ist. A. Avogadro di Torino Come attività lavorativa principale per 36 anni ho svolto Analisi del processo industriale, in diverse aziende elettro- meccaniche. Dal 1980, responsabile del suddetto servizio in aziende diverse. Dal '98 pensionato. Interessi: ambiente, pace e solidarietà, diritti umani Volontariato: Dal 1990, attivista in Amnesty International; dal 2017 responsabile del gruppo locale A.I. per Ciriè e Comuni To. nord. Dal 1993, propone a "Cose nostre" la pubblicazione di articoli su temi di carattere ambientale, sociale, culturale. Dal 1997 al 2013, organizzatore e gestore dell'accoglienza temporanea di altrettanti gruppi di bimbi di "Chernobyl". Dal 2001 attivista in Emergency, sezione di Torino, membro del gruppo che si reca, su richiesta, nelle scuole.

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