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martedì, Marzo 19, 2024

    L’ha detto la televisione

    Nei primi anni 1960, ricordo che la tv entrò in casa delle famiglie del condominio in cui vivevo. Ovviamente non contemporaneamente, ma prima del ’70 l’avevamo proprio tutti. In quel palazzo vivevano 16 famiglie, un quarto di esse, avevano un minimo di possibilità in più da potersi permettere questo nuovo “strumento”.

    Il rapporto qualità/prezzo degli apparecchi televisivi di allora non era certo quello odierno. Qualcuno di loro, come sempre, sarà andato anche oltre le proprie possibilità, per potersi distinguere dagli altri. Fortunatamente, erano persone generose, disponibili a godere della novità in modo non esclusivo.

    Il giovedì sera, in particolare, la loro casa era aperta a tutti i vicini, desiderosi di seguire Mike con il famoso quiz “Lascia o raddoppia”. Ricordo che ci si portava la sedia da casa e che quei piccoli ambienti arredati a soggiorno non erano sufficienti a contenere tutti; qualcuno si doveva accontentare di guardarla dal corridoio, allungando il collo sopra le altre teste. Questo “quadretto” durò abbastanza poco. Nacquero a breve Rai2, poi Rai3 e le emittenti private che man mano trasmisero su scala nazionale. Un “fenomeno” che non sconvolse solo le abitudini ma anche la mentalità del cittadino italiano. L’influenza del mezzo sulle persone di tutte le età non fu di poco conto, e purtroppo perdura ancora.

    A parte la pubblicità dei prodotti più disparati, sempre più frequente e sempre più insistente, (al punto di infastidire veramente tanto); le persone poco istruite, incapaci di distinguere, analizzare, approfondire, assunsero una specie di dipendenza e di tacito consenso a tutto quello che passava il convento. E la politica come faceva a non approfittare? Quando si parla di politica, certamente si pensa ai talk show, dove giornalisti, politici e conduttori si alternano o meglio sovrappongono le loro ragioni con metodi non sempre civili. Si considera in secondo piano l’impatto, o meglio l’enorme influenza politica dei messaggi d’informazione.

    C’è l’abitudine di prendere alla lettera l’informazione, soprattutto quando le fonti ci sembrano affidabili. L’ha detto la televisione! Ricordo che qualche anno fa, perlomeno, c’erano TG di tendenza diametralmente opposta; era quindi possibile, se non si voleva essere condizionati da un’informazione di parte, ascoltare altri e poi mediare, sperando che la verità fosse a metà strada. Oggi no, vuoi per riduzione di costi o per non correre alcun rischio, le notizie non sono messe in dubbio né troppo verificate da chi è tenuto a divulgarle; il sistema più rapido e meno impegnativo è il copia/incolla. Tutti i canali dispongono del tg, ma tutti il tg sono fotocopia l’uno dell’altro, omologazione totale.

    Quale altro mezzo ha l’utenza per capire, distinguere, approfondire? Fortunatamente c’è internet. Assurdo pensare che tutto ciò che si può trovare su internet sia affidale. Però se si ha tempo e capacità, nell’infinità di siti a disposizione, sempre facendo le opportune valutazioni e confronti, si può scoprire facilmente che spesso l’informazione televisiva è non solo volutamente falsata, ma soprattutto monca delle cause e delle origini di un certo evento, utili alla completa comprensione dello stesso. Si può giustificare che il tempo è tassativo, ma sono pronto a scommettere, che non solo a me capita, che alla fine del tg, se ci chiedessero di ripetere e commentare le notizie, saremo in seria difficoltà. Si direbbe che lo scopo principale sia dire molto senza far capire nulla.

    Allora quale può essere il risultato, in un Paese ove le statistiche dicono che la gente non legge, che il livello d’istruzione medio è più basso che in alcuni Paesi economicamente molto più arretrati? Persino nell’utilizzo di internet siamo indietro a molti altri popoli. Prendiamo ad esempio quest’ultima kermesse elettorale. A parte l’assurdo di un simbolo recante il nome di una persona incandidabile (e tutti sanno il perché), da quella stessa fonte è partita una proposta chiamata flat tax, atta a favorire senza dubbio solo i benestanti. Una proposta non solo assurda, ma assolutamente incostituzionale. Ci sono cascati 12 milioni di elettori. Tutti benestanti? Opportunisti o disinformati? No comment.

    Altra fonte altra proposta, secondo me, altrettanto assurda: reddito di cittadinanza. Le statistiche ci dicono che abbiamo una disoccupazione giovanile a livelli assolutamente alti. Gli enti pubblici non hanno disponibilità d’investire nel mettere al sicuro le scuole, le strade ecc.; però si dovrebbe trovare la disponibilità nel mantenere milioni di disoccupati in attesa non si sa di cosa. Ci sono cascati 10,7 milioni di elettori.
    Tutti disoccupati? Opportunismo o ingenuità? Eppure questi sono i partiti che dicono di aver vinto; anche se in effetti hanno solo migliorato la percentuale.

    Dobbiamo crederci: l’ha detto la televisione.

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    Ernesto Scalco
    Ernesto Scalco
    Sono nato a Caselle Torinese, il 14/08/1945. Sposato con Ida Brachet, 2 figli, 2 nipoti. Titolo di studio: Perito industriale, conseguito pr. Ist. A. Avogadro di Torino Come attività lavorativa principale per 36 anni ho svolto Analisi del processo industriale, in diverse aziende elettro- meccaniche. Dal 1980, responsabile del suddetto servizio in aziende diverse. Dal '98 pensionato. Interessi: ambiente, pace e solidarietà, diritti umani Volontariato: Dal 1990, attivista in Amnesty International; dal 2017 responsabile del gruppo locale A.I. per Ciriè e Comuni To. nord. Dal 1993, propone a "Cose nostre" la pubblicazione di articoli su temi di carattere ambientale, sociale, culturale. Dal 1997 al 2013, organizzatore e gestore dell'accoglienza temporanea di altrettanti gruppi di bimbi di "Chernobyl". Dal 2001 attivista in Emergency, sezione di Torino, membro del gruppo che si reca, su richiesta, nelle scuole.

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