Gentile Direttore di Cose Nostre, le invio queste mie considerazioni dopo essere andata ad ascoltare a Cirié un evento organizzato da una neo associazione che si chiama “Terre della Stura”, tenutosi a Palazzo D’Oria.
Bisogna sempre leggere le scritte più piccole! Sì, perché sabato 24 Novembre, quello che mi ha spinto ad andare ad ascoltare il convegno che si è tenuto a Cirié è stata la scritta più grande: “Terre della Stura”.
Tutto mi sarei aspettata che sentire nominare le parole “brand”, “business”, parlando di Stura, ma il discorso generale riguardava il rilancio del nostro territorio a livello turistico, più che giusto! Ma, sarebbe stato opportuno anche parlare, tra le altre cose, soprattutto della messa in sicurezza del torrente. Di come evitare che ogni autunno piovoso sia sinonimo di pericolo alluvione. Le terre Stura, se le mangia, se non la tratti bene. Mi sarebbe piaciuto sentire progetti su come potenziare gli argini, pulire l’alveo con interventi mirati e calendarizzati. Poi si che si potranno costruire le piste ciclabili sulle “terre” in sicurezza, adiacenti il fiume! Questi sono progetti di facile realizzazione, non i voli pindarici che ho sentito da qualcuno.
E che dire delle sue sponde: sono una discarica abusiva continua! Non ho sentito parlare di progetti per preservare l’ambiente del torrente dall’inquinamento! Qualcosa ha accennato il sindaco di Nole, di cui ho apprezzato l’intervento: mi è sembrato il più attento alla salvaguardia del territorio. Poi non nego che non possano andare di pari passo, lo sviluppo turistico/economico con il preservare l’ambiente, il problema è che da noi è raro che succeda. Diciamo che mi sarei aspettata una maggiore attenzione alla realtà del territorio e non sugli interessi economici. Forse perché la maggior parte degli oratori….. è poco “avvezza” a frequentare le vere Terre della Stura!
Sono stati focalizzati i progetti di sviluppo su siti come la Mandria o la Venaria Reale, che già sono al centro dell’attenzione turistica, le terre di Stura sono anche altre. Sono le sponde del fiume stesso, che se fosse in Austria come il Danubio, la pista ciclabile sarebbe costruita adiacente a lui, invece, i progetti delle nostre piste ciclabili(e parlo di Caselle…) sono adiacenti alle strade.Per carità, per facilitare la mobilità ci vogliono anche quelle. Comunque ciclisti della domenica o bikers allenati, la pista a Stura se la “ri” fanno da soli, sì, perché il fiume continua a “mangiare”…. tra l’indifferenza di tutti! Grazie. Saluti.
Enrica Ivaldi