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venerdì, Aprile 19, 2024

    La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

    E' nata settant’anni fa, ma il suo sviluppo non è ancora compiuto

    Pillole1WebSe si chiedesse, di menzionare i propri diritti, molte persone citerebbero soltanto la libertà di parola e di fede o forse un paio di altri. Non c’è dubbio che questi diritti siano importanti, ma il raggio di applicazione dei diritti umani è molto più vasto.
    Significano potere di scelta e opportunità; libertà di ottenere un lavoro, di intraprendere una carriera, di scegliersi il proprio partner e di crescere i propri figli. Includono il diritto a viaggiare ovunque, di lavorare senza essere maltrattati, senza subire abusi e senza la minaccia di un licenziamento arbitrario. Comprendono persino il diritto al tempo libero.

    Non tutti sanno che esiste un documento di enorme importanza: la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che fu redatta dai rappresentanti di tutte le aree del mondo. Adottata formalmente dalle Nazioni Unite è il documento sui diritti umani più universale che esista e delinea i diritti fondamentali che formano le basi per una società democratica. A seguito di questo atto storico, l’assemblea dell’ONU fece appello a tutti gli Stati membri di divulgare il testo della Dichiarazione “affinché venga esposta, letta e spiegata principalmente nelle scuole ed in altre istituzioni educative, senza distinzione basata sulla posizione politica dei Paesi o dei territori”.

    La Dichiarazione è un documento concreto che è stato accettato come contratto tra un Governo e la sua gente in tutto il mondo. Secondo il libro del Guinness dei Primati Mondiali, è il documento più tradotto nel mondo.
    Nato settant’anni fa, non a caso, quando le città di tutta l’Europa e dell’Asia erano ridotte a cumuli di macerie fumanti; quando milioni di persone erano morte per la guerra e molti altri milioni erano prive di casa o morivano di fame.
    Sotto l’attiva presidenza di Eleanor Roosevelt (vedova del presidente Franklin Roosevelt, paladina lei stessa dei diritti umani) l’apposita Commissione decise di redigere il documento che divenne la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
    La Roosevelt, sua ispiratrice, né parlò come della Magna Carta internazionale dell’intera umanità. Fu adottata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948.
    Nel preambolo e nell’Articolo 1, la Dichiarazione proclama inequivocabilmente i diritti di ogni essere umano: “Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo. La noncuranza e il disprezzo per i diritti umani hanno prodotto atti barbarici che hanno oltraggiato la coscienza dell’umanità. L’avvento di un mondo in cui gli esseri umani possono godere di libertà di parola e credo, libertà dalla paura e dalla povertà è stata proclamata come la più elevata aspirazione della gente comune. Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.”
    Gli Stati membri delle Nazioni Unite si sono impegnati a promuovere gli articoli sui diritti umani che, per la prima volta nella storia, sono stati codificati in un unico documento. Di conseguenza, molti di questi diritti, in varie forme, fanno parte delle leggi costituzionali delle nazioni democratiche. Tutto ciò è così semplice, splendido, anzi direi magnifico. In settant’anni una persona si sviluppa e poi invecchia, più o meno in salute; ma questa cosa, pur nata sotto i migliori auspici, dopo settant’anni, stenta ad assumere le sembianze e il significato che le si voleva attribuire.

    Mai come ora, i diritti delle minoranze, delle etnie più povere e oppresse vengono non solo disattesi ma addirittura calpestati.
    Il concetto di dignità umana e uguaglianza viene attaccato con forza e senza sosta da una narrazione dei fatti intrisa di colpa, paura e ricerca di capri espiatori, diffusa da coloro che cercano di arrivare o di restare ancorati al potere, ad ogni costo. In tutto il mondo diversi leader politici scommettono sul loro potere iniettando paura e discordia.
    Lo spregio di questi ideali è ampliamente dimostrato ove s’impedisce di soccorrere le persone che stanno annegando, in zone di guerra ove si bombardano volutamente gli ospedali, in ogni parte del mondo ove le forze militari e poliziesche eccedono con la violenza.
    La questione della sicurezza quale giustificazione per la repressione viene ampliamente usata nel mondo intero. Una retorica d’odio, divisiva e disumanizzante ha liberato gli istinti più cupi della natura umana. Ma l’istinto alla libertà e alla giustizia non si può esaurire facilmente.
    Tutti possono prendere posizione contro la disumanizzazione, agendo a livello locale per riconoscere e far rispettare i diritti uguali e inalienabili di tutto l’essere umano. Occorre crederci e attivarsi.

    Risultati immagini per dichiarazione universale dei diritti dell'uomo

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    Ernesto Scalco
    Ernesto Scalco
    Sono nato a Caselle Torinese, il 14/08/1945. Sposato con Ida Brachet, 2 figli, 2 nipoti. Titolo di studio: Perito industriale, conseguito pr. Ist. A. Avogadro di Torino Come attività lavorativa principale per 36 anni ho svolto Analisi del processo industriale, in diverse aziende elettro- meccaniche. Dal 1980, responsabile del suddetto servizio in aziende diverse. Dal '98 pensionato. Interessi: ambiente, pace e solidarietà, diritti umani Volontariato: Dal 1990, attivista in Amnesty International; dal 2017 responsabile del gruppo locale A.I. per Ciriè e Comuni To. nord. Dal 1993, propone a "Cose nostre" la pubblicazione di articoli su temi di carattere ambientale, sociale, culturale. Dal 1997 al 2013, organizzatore e gestore dell'accoglienza temporanea di altrettanti gruppi di bimbi di "Chernobyl". Dal 2001 attivista in Emergency, sezione di Torino, membro del gruppo che si reca, su richiesta, nelle scuole.

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