Due mesi fa, su queste colonne, abbiamo introdotto il tema delle realtà associative che si interessano di organizzare i numerosi concerti torinesi di classica al di fuori della programmazione delle grandi istituzioni musicali. Per approfondire il discorso e far conoscenza con qualche protagonista, incontriamo ora Giorgio Griva, appassionato di musica da una vita, il quale, dopo una carriera lavorativa da legale d’azienda svolta presso l’Italgas, ha scelto di dedicarsi alla propria passione a tempo quasi pieno (riserva alcune ore delle sue settimane agli impegni parrocchiali e al suo interesse per la marina e l’aviazione). È Presidente e Direttore artistico dell’associazione “Concertante”, che quest’anno, per la sua tredicesima stagione, ha proposto un fitto calendario di una cinquantina di appuntamenti.
Giorgio, racconti ai nostri lettori come ti sei appassionato di musica?
Erano grandi appassionati di musica i miei genitori, che si conobbero a un concerto del Conservatorio nel 1934. Fin da bambino mi portarono all’opera, la mia prima fu, nel 1951 al Teatro Carignano, una “Madama Butterfly” col soprano Toshiko Hasegawa. Nel 1959 mi regalarono il primo abbonamento completo agli spettacoli dell’Ente Teatro Regio (che ancora operava nelle sedi provvisorie del Carignano e del Nuovo), da allora sono stato ininterrottamente abbonato al Regio, e diciamo che assisto mediamente a tre recite per ogni produzione operistica. Con mio fratello Gianfranco ho anche viaggiato molto per seguire spettacoli lirici, in particolare quando cantava Magda Olivero. Nel corso degli anni, alla passione per l’opera si sono aggiunte quelle per la musica sinfonica e per la musica da camera.
Che percorso ti ha portato da ascoltatore a diventare organizzatore?
Il mio ingresso nell’associazionismo musicale si deve al M.° Maurizio Vico, il quale, dopo essere stato direttore artistico dell’Ente Regio, fondò nel 1968 l’Associazione Amici del Teatro Regio e mi invitò a farne parte. A quell’associazione mi dedicai sempre più, fino a esserne presidente dal 1997 al 2006. A quel punto, più o meno in coincidenza col mio pensionamento, non trovavo più l’ambiente degli Amici del Regio fecondo come avrei voluto, e decisi di fondare una nuova associazione, insieme a Rosy Alciati (vicepresidente, poi sostituita da Silvia Novarese), Cynthia Burzi, Dario Destefano e Ugo Nespolo, che ci disegnò il logo. Proseguimmo così l’attività concertistica che si era avviata con gli Amici del Regio.
Perché il nome di “Concertante”?
Il nome è stato scelto, oltre che per il suo significato tecnico nel campo della musica, per indicare il processo “concertante” che porta dall’ideazione alla realizzazione di un evento musicale. Il sottotitolo, “Progetto Arte & Musica” è stato ideato da Rosy Alciati, e mette in luce che il nostro interesse per la musica si estende all’arte a 360°. Le nostre stagioni si definiscono “Affetti sonori”, per sottolineare non soltanto l’affetto che gli ascoltatori portano alla musica, quanto soprattutto le relazioni affettive che legano reciprocamente organizzatori, musicisti e pubblico. Personalmente sento molto queste interconnessioni di affetti.
Come si struttura la vostra stagione?
L’impostazione è sempre la stessa, offriamo una serie di concerti di qualità di tipo cameristico (musica strumentale e vocale, inclusi recital d’opera) cercando di essere variegati nelle scelte del repertorio e degli esecutori. Nel raccogliere e accogliere le proposte, comunque, cerco di lasciare la massima libertà ai musicisti, che propongono il repertorio che sta loro maggiormente a cuore. Da alcuni anni mi riprometto di ridurre il numero dei concerti, ma non riesco mai a essere fedele a questo proposito!
Collaborate con altre realtà associative?
Sì, abbiamo una collaborazione con il Circolo degli Artisti, col quale proponiamo la rassegna primaverile all’Eridano. Poi con la Famija Turineisa, con l’Associazione Amici della Biblioteca Nazionale e con l’Associazione Baretti, con la quale si organizza la grande “Mozart Nacth und Tag”, che quest’anno ha visto 523 partecipanti, 11 sedi e il succedersi di 18 bozze di programma. Infine, collaboriamo con la Commissione Diocesana per la Sindone, che dal 2001 mi affida il concerto per la festa liturgica della Sindone, che si tiene il 4 maggio in Duomo. Caso diverso è il Festival Espressionismo, nel quale aderiamo a un’iniziativa cittadina capitanata dal Regio, anche se quest’anno, a seguito dei cambiamenti alla direzione del Teatro, è stata tolta dal cartellone l’opera su cui il Festival avrebbe dovuto far perno.
In questa tua attività immagino che ci siano soddisfazioni e difficoltà…
Dopo tanti anni il meccanismo è rodato, ma sicuramente organizzare una stagione come la nostra è un grande impegno, un vero e proprio lavoro che a tratti può essere anche faticoso. Lo faccio però molto volentieri, perché c’è una grande soddisfazione nel vedere un concerto ben riuscito, con musicisti contenti e pubblico soddisfatto.
Avete sostegni di tipo istituzionale?
Da parte pubblica il sostegno finanziario è pari a zero. Saltuariamente abbiamo avuto qualche sponsor privato di tipo aziendale, ma è difficile trovare aziende intenzionate a investire in una piccola realtà che non dà loro la visibilità che possono avere sponsorizzando, ad esempio, il Teatro Regio. Cerchiamo i sostegni che chiamo “privatissimi” da parte di benemeriti che ci aiutano a portare avanti le nostre attività, e ci affidiamo alla disponibilità dei musicisti, che si esibiscono senza chiedere un cachet congruo perché sono felici di far musica in un ambiente amichevole.
Hai piacere di segnalare qualche appuntamento della stagione?
Tra i prossimi posso segnalare che il 21 febbraio, alla Tesoriera, ci saranno la violista Anna Serova e il pianista Aldo Orvieto. Il 24 febbraio, a Palazzo Barolo, avremo alcuni professori dell’OSN Rai impegnati in musiche di Sperger. Ma preferisco non sbilanciarmi troppo, perché i nostri concerti sono tutti interessanti!