Chiedo preventivamente venia a chi si interessa di calcio quanto i pinguini dibattono di quantistica, ma purtroppo parlare dei soliti ventidue omini in mutande che corrono dietro un pallone mi permette di argomentare, oggi, in questa mia rubrica.
Vedrò di non ripetermi in futuro.
Dunque, dicevamo, V.A.R …; per quei tre naufraghi residenti in un’isola del Pacifico da almeno vent’anni e che hanno letto l’ultimo giornale nel 1999, spiego che stiamo parlando del Video Assistant Referee (Assistente Video dell’Arbitro), una tecnologia video che dovrebbe permettere agli arbitri di calcio di valutare oggettivamente le situazioni dubbie di una partita evitando, così, errori, polemiche e interminabili discussioni da bar.
Invece, per i due poveri dispersi nella giungla del Borneo da sabato 23 febbraio, spiego che, nonostante il V.A.R, l’arbitro di Fiorentina-Inter di domenica 24 febbraio, ha concesso un rigore inesistente ai Viola, in pieno tempo di recupero, che ha permesso alla squadra toscana di pareggiare la partita con i Nerazzurri.
Quindi? Apriti cielo!
Di fronte ad un evidentissimo errore arbitrale che ha segnato, inequivocabilmente, il risultato dell’incontro, sono partiti, lancia in resta, giocatori, allenatore e dirigenti della Beneamata (come Gioan Brera definiva l’Inter, per i naufraghi e i dispersi di cui sopra) invocando giustizia per un danno, forse irreparabile nel prosieguo del campionato.
Tutti, dai giornalisti agli addetti ai lavori, ad additare il colpevole arbitro, la tecnologia inaffidabile se mal gestita, pietendo per la malcapitata squadra meneghina (sempre l’Inter…)
Nessuno, o ben pochi, invece, si è mosso per dare voce a quelle che chiamerei “verità parallele”.
Quali? Per esempio quella che ci riporta allo scorso 2 dicembre quando alla Roma fu negato un evidentissimo rigore nell’area … dell’Inter! Già, proprio la Beneamata, che grazie a quella clamorosa svista riuscì a pareggiare.
Lancia in resta partirono altri, ovviamente, con pochi risultati tangibili.
Allora, urlano i naufraghi e i dispersi, ad essere penalizzata fu la Roma.
Beh, non proprio, se, parallelamente, andiamo a due settimane dopo (16 dicembre) all’Olimpico con il match tra la Roma e il Genoa: rigore netto per la squadra della Lanterna, ma l’arbitro non vede, la V.A.R. non interviene e i Giallorossi vincono.
Ma, allora, il Genoa …? Le verità, parallele o no, sono che gli arbitri, umani, possono sbagliare e le tecnologie sono sempre perfettibili; per il resto, in questo incredibile e affascinante gioco che è il calcio, è difficile credere al “fatal destino”; spesso prevale una fisiologica compensazione tra danni e favori, ma soprattutto, come in tutte le competizioni sportive, prevale la semplice e inequivocabile legge del migliore.
Quindi nessuna irreparabile penalizzazione per l’Inter, nessun complotto, nessuna giustizia a tempo.
Obbiettivamente e dati alla mano.
Ma allora, perché questo articolo? Per sbertucciare gli Interisti?
Proprio per nulla, anzi.
Sono le verità parallele che mi preoccupano.
In un mondo frenetico di social, radio, televisioni e smartphone è facilissimo rendere drammaticamente vera la citazione attribuita a Joseph Gobbels, giornalista e politico tedesco, uno dei più importanti gerarchi nazionalsocialisti e Ministro della Propaganda del Terzo Reich dal 1933 al 1945: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”
Io ho voluto evidentemente decantare il tutto con un banalissimo esempio calcistico, ma provate a spostare l’attenzione al mondo politico o a quello economico e saremo tutti meno allegri.
Ciò che oggi chiamiamo zoologicamente “bufala” è la trasposizione tecnologica della classica bugia “nasale” del più classico Pinocchio.
Questa non si allunga, ma si diffonde, esponenzialmente, nel Web e rende virale la profezia di Gobbels.
Leggiamo, crediamo e rilanciamo, in un frenetico autoconvincimento.
Senza verificare e confrontare realtà parallele.
Rischiando di creare un mondo virtuale e falso in cui affogheremo.
P.S. I naufraghi e i dispersi mi chiedono se l’Inter, comunque, potrà dire la sua nel campionato.
Ho scritto loro che a meno 22 dalla vetta, due o tre punti in più servono a poco; certo che i due punti in più sui “cugini” rossoneri per il quarto posto possono far comodo. In alto i cuori, allora, per la prossima compensazione.