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Comune di Caselle Torinese
mercoledì, Ottobre 16, 2024

    Le cascine di Caselle nel XVIII secolo

    StorieNostreWeb_Colombatto

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    Ricerche storiche ed elaborazione di Giancarlo Colombatto.

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    Una nuova grande tavola qui ripropone il territorio casellese nella metà del Settecento, sempre basata sulla mappa catastale del 1746 in cui si vede in trasparenza una foto aerea attuale.

    In questa elaborazione vengono individuate le cascine più importanti che a metà del Settecento possedevano almeno 25 giornate di terra (circa 10 ettari), un’estensione minima per far sì che l’azienda desse un adeguato rendimento ai loro proprietari, i quali, nella quasi totalità dei casi, non gestivano direttamente la tenuta, ma la concedevano in affitto con contratti normalmente quadriennali.

    Molti di questi proprietari erano nobili o ricchi commercianti torinesi che investivano i loro capitali nelle aziende agricole, mantenendole efficienti e produttive, tenendo sotto stretto controllo gli affittuari con visite periodiche sia direttamente che tramite i loro agenti. Per questo motivo in diversi casi, a fianco degli edifici rurali e delle abitazioni dei contadini, i ricchi proprietari facevano costruire una degna dimora per ospitarli.

    I cascinotti

    Il territorio era anche disseminato di numerosi altri fabbricati rurali di più piccole dimensione, i cosiddetti cascinotti.

    Anch’esse erano delle aziende agricole, ma che difficilmente superavano le 10 o 15 giornate di terra, ed erano abitate dallo stesso proprietario che gestiva direttamente l’azienda insieme alla sua famiglia, con l’aiuto al massimo di qualche salariato.

    L’economia di queste aziende era rivolta essenzialmente all’autoconsumo e ben poco era destinato alla vendita sui mercati locali.

    In alcuni casi, questi cascinotti nel secolo successivo si ingrandirono diventando anch’essi delle vere e proprie cascine come la Favorita o rimanere dei semplici piccoli gruppi di case, ma di questo se ne parlerà in futuro.

    1 – Cascina Battagliona: in regione Lavoresco, di proprietà del sig. Fassina Carlo Emanuele, con 100 giornate di terra, che nel secolo precedente era di proprietà di Batteone Claudio, da cui derivò il nome.

    2 – Cascina Battaglionetta: situata in regione Lavoresco, di proprietà del sig. Batteone Giuseppe Sebastiano, con 72 giornate di terra, che probabilmente deriva dalla proprietà residua dei Batteone dopo la vendita della cascina più grossa a Fassina Carlo.

    3 – Cascina Lavoresco: situata in regione omonima, di proprietà dell’Abate Tarino Giovanni Battista di Cossambrato, con 187 giornate di terra; i Tarino erano una famiglia molto potente nel ‘700, originaria di Trino, che all’inizio del 1600 erano importanti tipografi, e possedevano una cartiera a Caselle.

    4 – Cascina Molinar: situata in regione Boschetti, di proprietà di Mollinar Giorgio e fratelli, con 34 giornate di terra, cascina poi demolita negli anni ’30 con la costruzione dell’aeroporto militare.

    5 – Cascina Chichiastro: situata in regione Boschetti, di proprietà degli eredi di Chichiastro Luigi, con 35 giornate di terra; oggi la cascina è conosciuta come Mastrich.

    6 – Cascina Monache: situata in regione Lavoresco, di proprietà delle Monache della Santissima Annunziata, da cui deriva il nome del fabbricato, con 39 giornate di terra.

    7 – Cascina Vanicola: situata in regione Ranchiana, di proprietà della signora Vanicola Anna Maria, con 43 giornate di terra; la donna era la moglie di Gonella Paolo che all’inizio del ‘700 acquistò il diritto di nominare i Sindaci di Caselle per appianare i debiti contratti dalla Comunità.

    8 – Cascina Commenda: situata in regione Porti, di proprietà degli eredi di Gay Filiberto, con 67 giornate di terra, il cui nome deriva dal fatto che gli eredi istituirono una commenda per la gestione della proprietà.

    9 – Cascina Gioia: situata in regione Borghetto, di proprietà del sig. Castelli Paolo Francesco, con 188 giornate di terra; il sig. Castelli era anche proprietario delle cascine Senta e Bollettina.

    10 – Cascina Sant’Anna: situata in regione Ranchiana, di proprietà del Barone Bianco Carlo Giacinto di Barbania, con 256 giornate di terra; in realtà la cascina, composta da due corpi di fabbrica distinti, era anche gestita come due cascine separate.

    11 – Cascina Tarina: situata in regione Ranchiana, di proprietà del Conte Imperiale Tarino Antonio, con 172 giornate di terra; all’epoca la tenuta era chiamata cascina Grossa, probabilmente per distinguerla dall’altra cascina di sua proprietà alla Gorzana. Questa cascina, oltre al civile ed alla cappella, era fornita anche di una grossa peschiera circolare come si usava nelle cascine più grandi.

    12 – Cascina Fagnola: situata in regione Bodenile, di proprietà del Conte Santus, con 82 giornate di terra.

    13 – Cascina Bollettina: situata in regione Fanghi, di proprietà del sig. Castelli Paolo Francesco, che insieme alla Cascina Senta formavano una tenuta di 140 giornate di terra, oltre ai possedimenti della Cascina Gioia.

    14 – Cascina Fanghi: situata in regione omonima,di proprietà dei Padri Servi di Maria del convento di Caselle, con 121 giornate di terra.

    15 – Cascina Maghina: situata in regione Fanghi, la cascina era divisa in due proprietà, la prima degli eredi di Casassa Michele con 74 giornate di terra, e la seconda dei fratelli Roman Giuseppe e Francesco con 66 giornate; anche in questo caso il nome deriva dal precedente proprietario Maghino Ottavio.

    16 – Cascina Gallo Grosso: situata in regione Simalò, di proprietà del sig. Bozzolasco Paolo Vincenzo, con 66 giornate di terra, venne

    fondata nel 1566 da Gallo Battista, da cui prese il nome.

    17 – Cascina Accossato: situata in regione Possesca, di proprietà del Notaio Vallino Paolo Antonio, con 33 giornate di terra, il cui nome deriva dal nome del proprietario ottocentesco Accossato Giuseppe.

    18 – Cascina Madonna dei Gerbidi: situata in regione omonima, alla fine del ‘600 era di proprietà dei Padri Servi di Maria del Convento di Caselle, che nel catasto risultano proprietari di 258 giornate di terra di cui circa 103 giornate riconducibili a questa cascina (le restanti 155 giornate erano per la maggior parte facenti parte della Cascina Fanghi e per il resto di altre proprietà sparse nel comune.

    19 – Cascina Albera: situata in regione Goretto, di proprietà del sig. Francesco Antonio Quadro, con 26 giornate di terra; il cui nome deriva dall’antico proprietario. Questa cascina è anche conosciuta come Gallo Piccolo in quanto in seguito diventò di proprietà del sig. Gallo da cui prese questo nome per distinguerla dall’altra cascina più grande.

    20 – Cascina Scotta: situata in regione San Menzo, di proprietà del sig. Lazzaro Pietro Paolo, con 86 giornate di terra.

    21 – Cascina Fraschea: situata in regione Ramondetto, di proprietà del Principe Savoia Carignano che in totale possedeva 122 giornate di terra accorpate alla cascina Carignana; posta lungo il canale era anticamente una cartiera.

    22 – Cascina Carignana: situata in regione Caldano, anch’essa di proprietà del Principe Savoia Carignano, insieme alla cascina Fraschea, era una antica cartiera dismessa, che poi alla fine del Settecento venne nuovamente rimessa in attività.

    23 – Cascina Cassinotto: situata in regione Montrucca, di proprietà de sig. Antonio Gonella, con 79 giornate di terra, che sorgeva proprio sulla sponda del Canale dei Mulini, denunciando le sue antiche origini di battitore da carta, poi trasformato in cascina alla fine del ‘600.

    Centro abitato

    Il catasto del 1746 censisce solo i terreni, pertanto tutto il nucleo del centro storico resta senza indicazioni dei fabbricati esistenti, rendendo quasi impossibile sapere sia i loro proprietari che la loro destinazione d’uso. Comunque analizzando con attenzione la mappa e confrontandola con altri documenti, si può ad oggi “leggere” la presenza di almeno tre grosse cascine poste ai margini dell’abitato, ma sicuramente altre saranno individuate in futuro.

    24 – Cascina di proprietà del Sig. Oberto Antonio, posta alla Porta Primera con 65 giornate di terra, oggi trasformata in abitazioni e albergo.

    25 – Cascina di proprietà del Sig. Richelmy Giambattista, posta nell’angolo nord-est del paese e annessa alla lussuosa villa seicentesca, in parte oggi risulta demolita per far posto ad una piazza, possedeva 88 giornate di terra.

    26 – Cascina di proprietà del Conte Birago di Borgaro, che possedeva 85 giornate di terra, posta a Porta Cerenca, in prossimità dell’attuale Piazza Matteotti, ancora oggi leggibile nella sua interezza, anche se frazionata in molti proprietari ed in parte demolita e ricostruita.

    Territorio oltre Stura

    27 – Cascina Gambaroa (o Gambarona): situata in regione Vaude oltre Stura, di proprietà del Sig. Batuelli Piozasco Feis Gaetano, con 70 giornate di terra.

    28 – Cascina Baschiera: situata in regione Vaude oltre Stura, di proprietà del Sig. Culet Morizio, con 49 giornate di terra, che si formò dall’unione di due piccoli cascinali seicenteschi.

    Territorio oltre Stura ora nel Comune di Robassomero

    29 – Cascina Colombè: situata in regione Vaude oltre Stura, di proprietà del Conte Saraceno Giovanni Francesco, che con le sue 270 giornate di terra era la più grande della regione, oggi scomparsa per far posto alla vasta area industriale di Robassomero.

    30 – Cascina Cavaliera: situata in regione Vaude oltre Stura, di proprietà del Sig. Degrandi Francesco, con 43 giornate di terra anch’essa demolita nel dopoguerra, dopo che passò al Comune di Robassomero; doveva il suo nome alla sua proprietaria seicentesca Cavaliera Lucia Pellegrina.

    31 – Cascina Piccono: situata in regione Vaude oltre Stura, di proprietà del Sig. Pozzo Giuseppe con 123 giornate di terra, deve anch’essa il suo nome al proprietario precedente Picono Pietro Morizio, come riportato nel catasto del 1690. Oggi la cascina è stata recuperata come complesso residenziale, e conserva ancora la sua bella cappella settecentesca dedicata all’Immacolata Concezione.

    Territorio del Comune di Mappano

    32 – Cascina Gorzana: situata in regione Fanghi, di proprietà del Conte Imperiale Tarino Antonio, con 120 giornate di terra; il cui nome deriva dal nome del proprietario all’inizio del Seicento: Gorzano Michele.

    33 – Cascina Senta: situata in regione Fanghi, di proprietà del sig. Castelli Paolo Francesco, insieme alla cascina Bollettina che in totale possedevano 140 giornate di terra, oltre ai possedimenti della cascina Gioia.

    34 – Cascina Castellazzo: situata in regione Fanghi, un’altra cascina di proprietà del Barone Bianco Carlo Giacinto di Barbania, con 181 giornate di terra.

    35 – Cascina Vittona: situata in regione Fanghi, di proprietà dei Padri Gesuiti con 176 giornate di terra, il cui nome deriva dalla precedente proprietaria signora Vitona; nei decenni scorsi questa importante cascina a corte è stata demolita per far posto ad una estesa lottizzazione industriale.

    36 – Cascina Cappelletta: situata in regione Fanghi, anche questa cascina era divisa tra due proprietari: Re Giacomo con 32 giornate di terra e Rodes Giambattista con 58 giornate; nel catasto del 1628 era già detta cassina in regione Capelletta.

    37 – Cascina Canova: situata in regione Fanghi, di proprietà del sig. Canova Gian Battista con 158 giornate; il nome sembra derivare dal nome del proprietario, ma in realtà già all’inizio del ‘600 quando era di proprietà del sig. Girardi era già detta Canova.

    38 – Cascina Badaria: situata in regione Novanta Giornate, di proprietà del reverendo Maffey don Pietro Michele, con 81 giornate di terra; la cascina nel Settecento era detta delle 90 giornate in memoria dell’antico tenimento comunale così detto.

    39 – Cascina Argentera: situata in regione Colombaro, di proprietà del sig. Fiando Pietro con 128 giornate di terra; don Miniotti nei suoi fascicoli dattiloscritti ne origina il nome nel nobile Argentero di Chieri che nel 1570 ne era proprietario; fra tutte le cascine sicuramente questa è quella più interessante dal punto di vista architettonico.

     

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