Baldina Jones e il ritorno dei vigili

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Cronache MarzianeHo sempre avuto il massimo rispetto per la Polizia, i Carabinieri ed i Vigili perché svolgono un lavoro duro e molto rischioso, viste l’escalation di violenza e l’educazione ormai scomparsa. Ed ho sempre rispettato le regole, incluse quelle del Codice Stradale, arrabbiandomi quotidianamente con coloro che non le rispettano.

Che sono tanti: è sufficiente andare al lavoro a Torino tutti i giorni per trasformarsi nel protagonista di Un giorno di ordinaria follia, (Michael Douglas, 1993) che racconta di un impiegato che va fuori di testa abbandonando l’auto nel traffico e facendosi giustizia da solo contro criminali e teppisti.

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Ultimamente a Caselle ho fatto una scoperta incredibile: i vigili esistono.

C’era stato un periodo in cui erano scomparsi, forse per quelle strane fusioni tra comuni che ogni tanto si creano, forse per carenza di personale o forse per qualche pensionamento: in effetti ultimamente avevo notato un vigile anziano addetto all’autovelox mobile. Solo che non riuscendo a usare l’apparecchiatura tecnologica troppo complicata, faceva un quadro a olio alle auto che superavano il limite, quindi tutta la pratica andava per le lunghe rischiando di andare in prescrizione, con meno introiti per il Comune di Caselle.

Tempo fa, il sovrintendente delle belle arti interruppe un importante scavo per la ricerca della plastica a Stura Francia inviando alcuni archeologi: avevano scoperto una costruzione risalente al 1976. Un piccolo fabbricato quadrato con la scritta Vigili Urbani contenente i resti di una scrivania, un blocco per appunti, una biro e una ricetrasmittente. Poi più nessuna notizia.

Ma ora finalmente sono tornati. E sono tornate anche le multe. Forse un po’ troppo però. A Caselle e dintorni si è creato un vero clima di terrore: ci sono automobilisti che prima di uscire vanno in chiesa. Altri che sono in analisi da mesi. Altri che organizzano gite domenicali in autopullman a Lourdes, per effettuare il miracolo della Cancellazione delle multe. Alcuni vendono le loro auto truccate a peso, altri hanno staccato le turbine dal motore trasformandole in frullatori per la verdura. Altri vanno avanti a calmanti e camomilla. Alcuni scaltri irriducibili hanno preparato delle targhe false da montare nei tratti più controllati. Ma così è.

Il principale motivo di terrore è il tratto di stradone dell’aeroporto, cioè quello che arrivando dalla bretella di Torino arriva al semaforo in direzione Ciriè e al bivio verso San Maurizio. I vigili hanno piazzato il famigerato autovelox con il limite di velocità a 70 km/h. Che è un giusto limite, visto che i precedenti 50 km/h erano pochi e che di solito si vedevano bolidi che sfrecciavano a 260 km/h. Ma è uno stillicidio.

Udite udite, anche io sono stato multato in quel tratto. Però me lo sono meritato e ho pagato senza fiatare perché ho sbagliato. Tra l’altro, all’Ufficio Verbali di Caselle di Piazza Garambois c’è una vigilessa/impiegata molto gentile e disponibile che ha capito subito lo stato avanzato del mio rimbambimento: alla sua richiesta di vedere la patente, le ho consegnato la tessera della Conbipel. Imbarazzante.

No, io non faccio parte di quell’Italietta dove la gente che sbaglia crea subito delle class action di protesta per annullare le multe, come è successo recentemente. Caro il mio furbone: ci sono i 70 km/h di limite e tu andavi a 90? Paga e stai zitto. La triste solidarietà di chi ha torto ma vuole avere ragione a tutti i costi.

E poi devo aggiungere che i vigili di Caselle sono stati carini, perché mi hanno notificato la multa il 14 Febbraio: avete mai ricevuto un regalo così particolare per il giorno di S. Valentino? Beh, io posso vantarmene.

Ora però si sono create diverse tipologie pericolose di automobilisti.

– Quello estremamente prudente: di solito si tratta di pensionati ultracentenari, che con le loro Panda verdi si recano alle Poste alle 06.30 del mattino per ritirare l’ultimo numero di Tuttodentiere o Playboyler. Nei tratti famigerati procedono a 20 km/h creando code di migliaia di km. L’altra mattina ho visto una tartaruga fare i fari a uno di questi.

– L’esatto opposto, ovvero il prepotente: normalmente si tratta di forestieri che non conoscono la zona e che non vedono (o ignorano) i cartelli. Così mentre voi rispettate il limite, dietro arriva un SUV con questo idiota che lampeggia in continuazione per passare. E la soddisfazione sarà tutta vostra, quando lo farete passare a 120 km/h sotto lo sguardo feroce dell’autovelox…

– I furbetti: una grande categoria non solo italiana, che vede diverse sottospecie.

– Quello che sorpassa la coda facendo finta di girare al semaforo a sinistra in direzione San Maurizio (per chi arriva da Ciriè) ma che invece all’ultimo momento si infila davanti a voi tagliandovi la strada per proseguire dritto. Qui il rimedio è semplice. Basterebbe avere un vecchio e massiccio fuoristrada tipo UAZ o Lada Niva: appena tenta di infilarsi, accelerate.

Al vostro ritorno dal lavoro, sarà ancora lì che compila i moduli con vigili, carabinieri e FBI.

– Quello che ha sempre di fianco la moglie incinta. Così può giustificare la velocità eccessiva dicendo che sta correndo all’ospedale perché sta per avere un figlio. Ci sono però alcune controindicazioni: al decimo figlio, forse conveniva di più pagarsi qualche multa.

– Quello che ha inventato un congegno che al momento giusto gira la targa, nascondendo quella vera ed esponendo quella falsa. Peccato che, non essendo proprio una cima, a volte rimane con la targa vera anteriormente e quella falsa posteriormente. Dettaglio particolarmente divertente per le Forze dell’Ordine.

– Lo straniero. Per qualche cavillo burocratico-amministrativo nel paese d’origine, alcune auto con targa straniera non possono essere identificate. Quindi se vedete sfrecciare dei missili non accodatevi, sono solo stranieri furbetti, sicuri di farla franca. Per adesso…

Ma il terrore non finisce qui: oltre a questi tratti con autovelox, si sono moltiplicati i Vista Red.
I Vista Red non sono quegli occhiali che si vendevano negli anni 70 per vedere le donne nude sotto gli indumenti (era una bufala, al massimo si distinguevano i lineamenti: me l’ha detto un amico; giuro che non so niente), ma dei semafori intelligenti che fotografano in caso di passaggio col rosso. Fin qui, tutto bene e giustissimo. Ma questi semafori sono viscidi e subdoli e creano molta tensione.

Come il Duello al Ceretta Corral: voi state passando e lo fissate. Lui è verde e vi sta studiando. Dalle montagne, arriva la musica di Ennio Morricone, colonna sonora di qualche film western tipo Multalo più in alto o La collina degli autovelox o Per qualche punto patente in più. Cade un silenzio di tomba sulla vallata. La gente si dispone a bordo strada per assistere al duello. Mancano 12 metri e Lui è verde e vi fissa con aria di sfida. Voi sostenete lo sguardo. A 10 centimetri sempre Lui beffardamente fa scattare il giallo mentre vi sorride dicendovi: “Quando un automobilista con la pistola incontra un semaforo con un fucile, l’automobilista con la pistola è un automobilista morto”. Quello davanti a voi tentenna ma passa lo stesso. Ormai passate anche voi. Con il rosso che è scattato da un millisecondo. Beccati.

Ci sono automobilisti che hanno riempito il reparto neurologico dell’ospedale di Ciriè a causa di questi semafori. Anche qui ne esistono alcune tipologie.

– Quello talmente pauroso che si ferma in pieno semaforo verde, creando un tamponamento di 135 mezzi.

– Quello che per evitare problemi per andare da Ciriè a Lanzo passa da Rivarolo e Ivrea, evitando così possibili multe ma allungando il percorso di circa 340 km.

– Quello davanti a voi che quando scatta il giallo non sa cosa fare, quindi o inchioda così lo tamponate, o passa all’ultimo momento e vi beccate il rosso, vedi sopra.

– Quello talmente prevenuto che quando scatta il verde parte sgommando, non prendendo la multa per il rosso ma facendosi beccare dall’autovelox piazzato 100 metri dopo il semaforo.

– Quello che guida l’automobile della moglie e passa dove vuole, tanto le multe le prende lei.

Comunque, autovelox o no, conviene guidare sempre con prudenza rispettando i limiti: ci guadagnano la vostra educazione civica, il vostro portafoglio ma soprattutto la vostra salute. E in più rispettate gli altri.

Ora vi saluto, devo interrompere il pezzo: vado a vedere se la vernice della mia targa falsa è asciugata.

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