L’ipotesi era nell’aria già da qualche tempo, ma si sperava che non si arrivasse, nuovamente, a questo punto drammatico: il Mercatone Uno è fallito per la seconda volta. O meglio, questa volta è fallita la Shernon Holding, la società, creata ad hoc, che lo scorso agosto aveva acquisito ben 55 punti vendita del gruppo imolese, tra cui quello di Mappano. Tante promesse di riaperture e rilanci, la riapertura di alcuni punti vendita, in zona quello di Beinasco, ma poi qualcosa ha cominciato ad incrinarsi, nuovamente.
All’inizio di aprile, la Shernon Holding richiede il concordato preventivo lamentando problemi di liquidità e per cercare di salvare il salvabile. Invece, il 24 maggio, dipendenti e clienti dei punti vendita riaperti al pubblico hanno trovato gli ingressi desolatamente sbarrati.
Il Tribunale di Milano ha infatti dichiarato fallita la “newco” creata per controllare i 55 punti vendita. La misura si è resa necessaria per venire incontro alle richieste dei fornitori e per tentare di evitare un dissesto ancora maggiore: in neanche un anno, le perdite ammonterebbero a oltre 90 milioni di euro. Ed ora sembra riaprirsi una “lotta fra poveri” con i fornitori che hanno chiesto il fallimento (e che rappresentano un indotto di circa 10 mila lavoratori) da un parte, ed i dipendenti (circa 1.800) dall’altra. Con il nuovo fallimento sono inoltre rientrati in gioco i commissari straordinari che, con un comunicato stampa del 26 maggio, hanno subito voluto chiarire: “I Commissari Straordinari delle società del gruppo Mercatone Uno in Amministrazione Straordinaria, preso atto del provvedimento del Tribunale di Milano che ha disposto il fallimento di Shernon Holding, acquirente di 55 punti di vendita a marchio Mercatone Uno, stanno valutando, congiuntamente agli altri organi delle procedure coinvolte, le migliori soluzioni possibili per la salvaguardia occupazionale ed il ricorso agli ammortizzatori sociali previsti dalla vigente normativa in materia”.
Sulla cessione a Shernon: “Nonostante le oltre 50 manifestazioni di interesse ricevute nel 2015, in apertura di Procedura, l’unico soggetto che ha proposto la continuità aziendale del core business di Mercatone Uno, a seguito di tre esperimenti di gara pubblica, è risultato Shernon Holding.
La cessione dei punti di vendita a Shernon è stata quindi completata ad agosto 2018 dopo un lungo periodo di gestione commissariale in un contesto di mercato non favorevole ma che ha consentito, comunque, il sostanziale mantenimento della market share”. Il comunicato si conclude poi così: “Contestualmente al processo di cessione dei complessi aziendali, i Commissari hanno avviato azioni legali nei confronti dei soggetti responsabili del dissesto, finalizzate anche al recupero di importanti attivi immobiliari, per un importo superiore a Euro 350 milioni. Inoltre, a seguito della cessione dei rami d’azienda relativi ai punti di vendita, che hanno già generato un incasso di circa Euro 35 milioni, i Commissari hanno anche avviato il processo, tutt’ora in corso, di dismissione dei beni immobili delle società del gruppo, che ad oggi ammontano ad un valore complessivo di circa Euro 100 milioni, come da perizie depositate presso il MISE.
La gestione aziendale dei Commissari si è conclusa con un indebitamento prededucibile, accertato dal Tribunale di Bologna di circa euro 80 milioni. I Commissari evidenziano in ogni caso che, nonostante il fallimento di Shernon Holding, la consistenza patrimoniale del gruppo Mercatone Uno non è stata pregiudicata”.
Comunque sia, una brutta faccenda che si sperava fosse in, seppur lenta, via di risoluzione; invece il malato in convalescenza ha avuto una ricaduta. Speriamo che non sia una malattia inguaribile.
Mappano, de profundis per il Mercatone Uno…
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