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martedì, Aprile 16, 2024

    Sull’orlo del precipizio

    Pillole1WebChe questo nostro Paese sia in difficoltà da molti anni, per numerosi motivi, fra cui un eccesso di debito pubblico, lo sanno praticamente tutti , almeno lo spero. Alcuni politici, succedutisi al Governo, avrebbero dato l’impressione di aver individuato soluzioni per arginare il problema. In particolare, è nota l’azione intrapresa in passato da una ministra, che ha modificato la legge sulla pensione, dilazionando i tempi per accedere al meritato riposo. Un’azione che è stata venduta come assolutamente indispensabile per il salvataggio nazionale. Pena la bancarotta. Come se la causa del dissesto fosse stata dei lavoratori di ogni ordine e grado. Sta di fatto che, dopo alcuni anni, non ha sortito l’effetto previsto e la situazione è ulteriormente peggiorata. Ora abbiamo una persona con la felpa da ministro, che è riuscito a ottenere ampio consenso, disegnando un Paese invaso da orde di barbari, in maggioranza di pelle scura, che rubano, spacciano e stuprano impuniti. Che le statistiche dicano che ciò è assolutamente falso, pare non interessare a nessuno. In definitiva siamo sempre più vicini all’orlo del precipizio. Dal mio modesto punto di vista, non occorre una laurea alla Bocconi, per individuare le sacche d’inefficienza di questo Stato e le cause dello sperpero di denaro pubblico. Si badi bene, non intendo riferirmi al “costo della politica”, ai discussi vitalizi, né alle truffe e favoritismi di coloro che hanno le chiavi del forziere. Secondo me, questi comportamenti incidono, ma soltanto in minima percentuale. Piuttosto c’è dell’altro. Tutti si dichiarano scandalizzati, quando viene beccato qualcuno che ha evitato in tutto o in parte di contribuire, con la propria quota di imposte, salvo poi comportarsi allo stesso modo se si presenta l’opportunità di farlo. L’evasione fiscale non è mai stata considerata un reato dall’opinione pubblica italiana, ma semplicemente un peccato veniale; anzi qualcuno riesce persino ad esprimere ammirazione per i “furbi”. Qui non basterebbe un intervento efficace della finanza, ma occorre cambiare decisamente mentalità. Per precisare: le stime del valore assoluto dei redditi evasi in Italia si aggirano sui 130 miliardi di euro. Per lo Stato si tratta di una perdita di gettito record, superiore a 38 miliardi l’anno.  Poi c’è un altro settore, a mio avviso molto discutibile, anzi senza giustificazione, dove si spendono miliardi a palate. Si tratta delle spese militari. Cioè il costo di tutte le armi e mezzi di guerra, sommato al mantenimento dell’apparato militare. Qui è un campo minato, la politica non si espone, non c’è alcuna differenza di opinione tra la destra e il centro (la sinistra, si sa, non è più rappresentata). I mezzi di comunicazione evitano di informare, perché il cittadino non deve sapere (…in effetti si può facilmente constatare). Leggo che la Ministra della Difesa del governo giallonero, Elisabetta Trenta, avrebbe rilasciato un’intervista alla rivista americana specializzata Defense News, confermando l’impegno italiano nel programma F35 (cacciabombardieri), e assicurando che l’Italia punterà a raggiungere l’obiettivo NATO di spesa per la Difesa del 2% del prodotto interno lordo, entro il 2024. La Difesa in Italia costa già tantissimo, attualmente 64 milioni al giorno, eppure il governo vorrebbe raddoppiare le spese militari nei prossimi anni. Stando alle stime della Difesa, si tratterebbe di ulteriori 16 miliardi, che sommati ai 23 attuali fanno oltre 39 miliardi all’anno! Portare la spesa militare al 2% del PIL significherebbe dunque arrivare a quasi 40 miliardi all’anno, cioè a più di 100 milioni di euro al giorno. La maggior parte dei Paesi europei spende meno del 2%: la Germania è all’1,2%, così la Spagna e l’Olanda. Solo la Grecia spende oltre il 2% del Pil, obbligata dagli accordi internazionali di “salvataggio”, ma sappiamo bene in quale drammatica situazione economica si trovi Atene. In Italia si spende sempre più in cacciabombardieri, missili, carri armati e navi da guerra (+85 per cento in 10 anni); per una nuova flotta navale, circa 5,4 miliardi di euro; 800 nuovi carri armati per oltre 5 miliardi. Solo l’impegno per gli F-35, vale in totale 14 miliardi, senza i costi successivi necessari per la loro manutenzione.

    “Il nuovo governo, dice la Ministra, non taglierà gli ordini, ma allungherà il piano di acquisto perché intende valutare i vantaggi industriali e tecnologici per l’Italia, gli interessi nazionali”. Già! Chissà cosa intende per interessi nazionali. Manco dichiarassimo guerra alla Russia, ci potrebbe servire tutto questo apparato.

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    Ernesto Scalco
    Ernesto Scalco
    Sono nato a Caselle Torinese, il 14/08/1945. Sposato con Ida Brachet, 2 figli, 2 nipoti. Titolo di studio: Perito industriale, conseguito pr. Ist. A. Avogadro di Torino Come attività lavorativa principale per 36 anni ho svolto Analisi del processo industriale, in diverse aziende elettro- meccaniche. Dal 1980, responsabile del suddetto servizio in aziende diverse. Dal '98 pensionato. Interessi: ambiente, pace e solidarietà, diritti umani Volontariato: Dal 1990, attivista in Amnesty International; dal 2017 responsabile del gruppo locale A.I. per Ciriè e Comuni To. nord. Dal 1993, propone a "Cose nostre" la pubblicazione di articoli su temi di carattere ambientale, sociale, culturale. Dal 1997 al 2013, organizzatore e gestore dell'accoglienza temporanea di altrettanti gruppi di bimbi di "Chernobyl". Dal 2001 attivista in Emergency, sezione di Torino, membro del gruppo che si reca, su richiesta, nelle scuole.

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