Se l’Occidente sembra definitivamente segnato dal declino, il resto del mondo sotto molti punti di vista non se la passa meglio. E tra gli Stati sono aumentate le tradizionali diseguaglianze nella ripartizione della ricchezza: come riporta il recente rapporto Oxfam Il virus della diseguaglianza, pubblicato in occasione dell’apertura dei lavori del World Economic Forum di Davos, la pandemia ha colpito – e ucciso – in modo diseguale. Più nel dettaglio “le mille persone più ricche del mondo hanno recuperato in appena nove mesi tutte le perdite che avevano accumulato per l’emergenza Covid-19”. Le 10 persone più ricche hanno addirittura visto la loro ricchezza aumentare di 540 miliardi di dollari dall’inizio della pandemia. “Si tratta di una somma che sarebbe più che sufficiente a pagare il vaccino per tutti gli abitanti del pianeta e ad assicurare che nessuno cada in povertà a causa del virus” aggiunge il report. A titolo esemplificativo citiamo il “fenomeno Bezos”: tra marzo e dicembre 2020 il valore netto del patrimonio dell’uomo più ricco al mondo è aumentato di 78,2 miliardi di dollari. Contemporaneamente la Banca Mondiale prevede che – senza importanti interventi statali – entro il 2030 oltre mezzo miliardo di persone in più vivranno in povertà, con un reddito inferiore a 5,50 dollari al giorno. Inoltre le diseguaglianze non sono solo economiche, ma anche sociali, razziali e di genere. Si pensi che “i brasiliani di ascendenza africana hanno il 40% di probabilità in più di morire di Covid-19 rispetto alla popolazione bianca” e che “negli Stati Uniti 22.000 cittadini afroamericani e latino-americani sarebbero ancora vivi se il loro tasso di mortalità fosse stato uguale a quello dei bianchi.” Uno dei pesi maggiori della crisi è quello che ha gravato sulle spalle delle donne. Stiamo assistendo a un aumento estremamente preoccupante di segnalazioni di violenza di genere, inclusi casi di violenza domestica, matrimoni forzati, lavoro minorile e gravidanze adolescenziali”; nei Paesi in via di sviluppo oltre 13 milioni di donne “sono costrette ad abbandonare la scuola per dedicarsi al lavoro, e vengono vendute o sono costrette a sposarsi”, ha affermato l’Assistente Alto Commissario per la Protezione dell’UNHCR, Gillian Triggs. Nel nostro Paese la situazione è migliore, ma non buona. Particolarmente scioccante è il report ISTAT pubblicato a febbraio 2021 relativo al mese di dicembre 2020: come riporta il Corriere, “nel mese di dicembre l’Istat certifica una flessione complessiva dei posti di lavoro dello 0,4% rispetto a novembre (in assoluto vuol dire 101 mila occupati in meno) […] Rispetto al mese di novembre le donne occupate sono diminuite di 99 mila unità, mentre tra gli uomini la flessione è di 2 mila posti di lavoro.” Insomma, il 98,02% dei licenziamenti effettuati a dicembre era indirizzato a lavoratrici di sesso femminile. Nel bilancio annuale la situazione resta critica: in dieci mesi di pandemia si sono persi 444mila posti di lavoro, 312mila occupati da donne a fronte dei “soli” 132mila occupati da uomini. A questo si aggiunga il fatto che la sospensione dei servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole è gravata prevalentemente sulle donne, aumentandone significativamente il carico familiare. L’emergenza sanitaria è stata, secondo la Banca Mondiale “la peggiore recessione globale dai tempi della Seconda Guerra Mondiale”: mai come in questo frangente si potrebbe sviluppare, ha affermato la direttrice di Oxfam International Gabriela Bucher, “una distanza tanto profonda tra ricchi e poveri, da rivelarsi più letale del virus stesso”.
METEO
Comune di Caselle Torinese
pioggia leggera
14
°
C
15.7
°
12
°
81 %
1.8kmh
100 %
Gio
23
°
Ven
23
°
Sab
21
°
Dom
22
°
Lun
20
°
ULTIMI ARTICOLI
La Giornata della Salute 2024
Domenica 22 settembre 2024, si terrà a Caselle la seconda “Giornata della salute”.
Un evento, organizzato dal locale Lions Club Caselle Torinese Airport, con il...