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Comune di Caselle Torinese
giovedì, Maggio 16, 2024

    Piero d’Afframont, racconto d’estate


    Cabinovie che cadono nel nome del dio denaro; enormi navi che si spezzano rovesciando in mare migliaia di litri di carburante; boss mafiosi autori di varie stragi che escono di galera; risse furibonde tra bande di adolescenti; fanghi tossici scaricati nei campi coltivati; morti sul lavoro; femminicidi.
    Le nostre belle vallate montane riprenderanno a essere campi di calcio, friggitorie e discariche di rifiuti domenicali. Perché il merenderos non perdona, e il Covid non ci ha insegnato niente.
    Eh sì, siamo decisamente tornati alla normalità. Hanno aperto le gabbie. Purtroppo per me.
    Finalmente milioni di persone potranno andare in vacanza, altrimenti sarebbero morti tra atroci sofferenze, prigionieri di pay tv e play station. Poco importa se scateneranno la quarta ondata.
    Per me è arrivato il momento di riprendere il distanziamento, quello che avevo già molto tempo prima del Covid, con alcune strategie. Come ad esempio uscire lungo la settimana ed il sabato, alla ricerca di posti possibilmente liberi dalla plebaglia: impresa ormai impossibile perché fiumi di gente incontrollata si riverseranno ovunque nel nome di questa nuova “libertà”.
    Sabato. Mi alzo presto perché il mio nuovo piano di fuga riguarda il Lago d’Afframont, che si trova nelle alte Valli di Lanzo sopra Balme, il punto di partenza. Per evitare i forzati della braciola basta camminare anche solo mezz’oretta. Spariscono tutti meravigliosamente.
    Nello zaino niente stupide moderne barrette energetiche, ma: il mitico antipasto in scatola dal sapore di latta, del formaggio, un po’ di pane, della frutta, la borraccia con l’acqua e un quartino di vino, una tavoletta di cioccolato fondente con la scusa che aiuta per lo sforzo e un thermos con il caffè. Quando arrivo a Balme è ancora presto ed è bellissimo, con l’aria frizzante ed il cielo sereno.
    Non so se per la mia pigrizia, per il Covid o lo smart working, comunque dopo un quarto d’ora ho già i battiti di un colibrì, con salivazione azzerata e diverse visioni mistiche, mi devo fermare.
    Per riprendere con calma tra soste, plin plin e spuntini. Una persona normale, per arrivare al lago impiega 2 ore e mezza. Io ce ne metto quasi 5. Fibrillazione e tachicardia a parte.
    Il Lago d’Afframont mi appare nella sua bellezza, incastonato tra le montagne come un gioiello riservato a pochi. Vicino al lago una baita, e un signore che mi guarda mentre rantolo per arrivare.
    – Buongiorno, come va? Mi chiamo Ezio.-
    – Buondì, sono Piero. Ma tutti mi chiamano Piero d’Afframont. –
    – Allora come si sta qui? Da quanto tempo abita qui? –
    – Da sempre, e si sta benissimo. Non andrei da nessun’altra parte. –
    – Da sempre? Ma scusi non è possibile. Al massimo passa qui l’estate. –
    – Venga (indicandomi l’ingresso della baita) le faccio vedere. –
    In una sola piccola e linda stanza è racchiuso tutto il necessario per vivere: un putagè per il cibo e il riscaldamento, un bel tavolo, un lavabo, un piccolo bagno, una dispensa, alcuni scaffali pieni di libri e nel retro un minuscolo bagno. Incredibile la totale assenza di tecnologia. Bellissimo. Una vecchia radio trasmette un brano Anni ’50, di Elis Presley and the Our Things Band.
    – Complimenti, la sua casa è bellissima. Ma come fa durante l’inverno? Qui nevica molto, non ha paura di rischiare la vita? Se avesse un malore, come fa ad avvisare dato che è solo? –
    – Vede, qui ho tutto quello che mi serve. Intanto non sono solo, ma ho un grande amico, eccolo si chiama Fiocco (appare un bellissimo cane da pastore bianco come la neve). Per l’inverno, quando hai il cibo, la legna e le lampade a olio sei a posto. Per le emergenze, una volta avevo un vecchio telefono poi si è scaricata la pila. Ma non fa niente: giù da voi la gente muore nei condomini e nessuno se ne accorge. Rimanere da soli è la stessa cosa. –
    – Ah, ho capito. Ma lei è un pastore? Ha le bestie da accudire? –
    – Molto tempo fa avevo una decina di capre, poi invecchiando mi sono stancato e le ho portate giù a Balme. Vivono bene, il formaggio di capra va di moda oggi.-
    – Ma come fa per il cibo? –
    – Andavo giù una volta al mese con Nerina, la mula e compravo il necessario come il caffè e il vino, ma preparo quasi tutto io: polenta, formaggio. Per la verdura avevo un piccolo orto dietro casa. Mi facevo persino il liquore, vede quante piante di genziana ci sono?
    – Ma scusi la domanda, non le manca una presenza femminile? Come fa se ha…ehm…ha qualche esigenza? Ha una mucca gonfiabile? Va su Muntagnineallegre.it? –
    – Nessun problema, il sesso non è mai stato fondamentale per me. Vedo che giù nelle vostre città ci sono uomini che credono di essere proprietari delle loro compagne… terribile.
    Comunque da quando mia moglie è scomparsa sto benissimo da solo. –
    – Ma cosa fa tutto il giorno? E come fa senza internet e i social? Così è tagliato fuori da tutto! –
    – Voi vi circondate di oggetti inutili. Comprate castelli, auto, moto, televisori ultimo grido con programmi a pagamento e ne diventate schiavi. Passate la vita poi a pagare mutui, bolli, assicurazioni, abbonamenti e tasse ma rimanete sempre infelici. Credete di avere tanti amici davanti a uno schermo, ma siete sempre più soli. A meno che non siate miliardari.
    Io qui ho dei veri amici: oltre a Fiocco, ci sono gli stambecchi che passano a trovarmi la sera sapendo che lascio sempre un po’ di polenta per loro, i lupi che mi tengono compagnia di notte quando non dormo, la lince che passa di tanto in tanto e le poiane. In casa invece ci sono ghiri e topolini, con i quali condivido sempre il formaggio.
    Durante il giorno faccio molte passeggiate e leggo molti libri, cosa c’è di più bello? –
    – Sì, ma che noia… almeno la sera non le farebbe comodo un televisore? Almeno per sapere le ultime notizie o per vedere un bel film? –
    – Guardi non ho bisogno di notizie, per sapere che l’uomo si sta distruggendo da solo con la sua avidità e la sua prepotenza. Poi ho la radio. E per il film… venga a vedere. –
    Mi porta sul retro della baita, dove a pochi passi c’è un cucuzzolo che domina sulle valli e le montagne. Il panorama toglie il fiato. Da qui gli umani sono puntini insignificanti.
    – Ecco il mio film, persino con il maxischermo. Di notte le stelle sono uno spettacolo che nessun effetto speciale può creare. Per non parlare delle stelle cadenti, e degli U.F.O…
    La totale assenza di inquinamento luminoso mi permette di vedere persino le galassie. –
    Incredibile questa persona. Somiglia pericolosamente a me. Sta a vedere che ho scoperto di avere un parente, un Piccolo Principe in versione piemontese…
    – Bene signor Piero, mi ha fatto molto piacere conoscerla ma ora si sta facendo tardi, devo mettermi in cammino… La saluto e ci rivedremo magari il prossimo anno! –
    – La ringrazio, torni pure quando vuole, mi troverà sempre qui, insieme al mio Fiocco. –
    Imbocco il sentiero per il ritorno, meditando su questo strano personaggio. Probabilmente uno dei pochi che ha trovato la vera felicità. Mentre mi dirigo verso il parcheggio, ecco arrivare l’amico Giorgio, esperto conoscitore del posto e guida alpina.
    – Ciao Ezio, tutto bene? –
    – Uelà Giorgio, sì grazie. Arrivo da una bella gita al Lago d’Afframont, dove ho conosciuto una persona veramente speciale, un certo Piero, un pastore solitario. –
    – Ezio sei sicuro che vada tutto bene? Non è che hai esagerato con la Kilkenny Strong? –
    – Perché? Cosa ho detto? Ma dai, non ho bevuto birra. –
    – Piero, noto come Piero d’Afframont, è morto in una notte dell’agosto del 1930. Lo hanno trovato sul cucuzzolo dietro casa insieme al fedele cane Fiocco, morto anche lui per il dolore.
    Sembra che entrambi stessero guardando le stelle. –
    Bear

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