Lo faccio domani. Lunedì mi decido. Ci penso, poi vediamo. Queste sono le frasi tipiche del procrastinatore, ovvero colui che rimanda delle decisioni che sarebbe opportuno prendere subito, rischiando di autodanneggiarsi. Settembre, un po’ come gennaio, sono mesi che ricorrono spesso nelle frasi dei procrastinatori. Così come gennaio è l’inizio di un nuovo anno, anche settembre, che arriva dopo la pausa estiva, è il mese dove tutto ricomincia, ed è anche il mese dei buoni propositi! Tipicamente, settembre è l’inizio di un nuovo anno scolastico e lavorativo, lo studente si ripromette che a settembre si metterà a studiare seriamente, il lavoratore da settembre inizierà a mandare i curriculum per cambiare lavoro, così come la moglie infelice si propone di contattare a settembre l’avvocato per informarsi sulla separazione. Il rischio è che settembre scorra troppo velocemente e nulla cambia: arriva ottobre, magari è meglio prendersi ancora qualche mese, in fin dei conti manca poco alla fine dell’anno…
Rischiamo di rimandare troppo delle decisioni con il rischio che questo divenga dannoso. La parola procrastinare deriva dal latino crastĭnus dove cras vuol dire domani. Procrastiniamo quasi sempre attività o scelte che sono difficili o sgradevoli, ben consapevoli che sarebbe opportuno iniziare da subito. Il genere umano tende per sua natura a procrastinare, ma in alcuni individui la cosa è piuttosto esagerata! Si stima che il 20% degli individui siano procrastinatori cronici.
La pandemia ha accentuato la tendenza delle persone a procrastinare dato che la nostra organizzazione della giornata e degli impegni famigliari non è più la stessa. Il lockdown potrebbe avere fornito un alibi a chi già di suo è abituato a rinviare le decisioni.
Come mai le persone hanno un comportamento così tanto controproducente? Il problema non è la mancanza di organizzazione, ma troppa ansia, pessimismo, problemi di autostima, impulsività, evitamento della noia, la presenza di troppe distrazioni. Il nostro cervello è molto sensibile agli stimoli concreti ed immediati, per questo l’unico modo per resistere alla tentazione è allontanarli da noi, dal momento che decidiamo di dedicarci ad un’attività impegnativa e magari noiosa. L’ambito scolastico è il più colpito dal fenomeno: quanti studenti invece di iniziare in tempo a studiare posticipano tanto da ritrovarsi poi in difficoltà? Gli studenti procrastinatori sono distratti dalle notifiche dei messaggi sullo smartphone, dai videogiochi, ci sono mille attività più coinvolgenti da fare prima di cominciare lo studio, che è noioso e ansiogeno, tanto da rinviarlo al pomeriggio tardi, quando si è ormai troppo stanchi e il tempo scarseggia. Così si arriva il giorno dopo impreparati all’interrogazione, oppure si sottraggono ore di sonno notturno per recuperare entrando così in un pericoloso circolo vizioso.
Non è facile sbloccarsi quando procrastinare è diventata un’abitudine. Questa sensazione di blocco porta spesso le persone a chiedere un aiuto terapeutico, quando capiscono che non è solo una questione di mancanza di volontà ma c’è altro. Quando un procrastinatore si presente al primo colloquio, inizia il suo discorso dicendo che in effetti era da tanto che avrebbe dovuto prendere un appuntamento, anche i famigliari lo hanno invitato a farlo ma era comodo pensare “magari la prossima settimana”. Un traguardo per loro è sicuramente riuscire a prendere la decisione e fissare un primo incontro: è un segnale che qualcosa in loro inizia a muoversi.
Il primo passo per uscire da questa situazione è esserne motivati. Ci possono essere dei vantaggi a rimanere bloccati, hanno a che fare con il timore del cambiamento, la paura di non essere in grado di gestire una nuova situazione. Ad esempio, gli studenti spesso hanno un blocco negli studi perché si rendono conto che non amano lo studio scelto e non vorrebbero che questo diventasse il loro futuro lavoro, oppure, le persone non riescono a porre fine ad una relazione che li rende infelici perché temono la solitudine.
Ci sono alcune piccole regole che si possono tenere a mente per avere i primi benefici, ad esempio: suddividere un compito difficile in tanti sottocompiti semplici, dedicarsi ad essi prima poco tempo, ad esempio 15 minuti al giorno, poi sempre di più. È anche importante avere una persona di riferimento che ci inviti a rispettare le scadenze, che ci chieda periodicamente un resoconto.
Procrastinare crea molto stress anche perché fa sentire in colpa la persona. Non è utile rimuginare sul passato ma è meglio concentrarsi su cosa si può fare per il futuro. È necessario perdonarsi per le cose non fatte e andare avanti pensando alla gratificazione che si può ancora provare: non concentrarsi sul tempo perso, ma sulle opportunità possibili. Non è mai troppo tardi!
Faccio un piccolo appello a tutti i procrastinatori che stanno leggendo: è arrivato settembre, questa volta fate cosa vi eravate preposti!
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