L’estate del critico musicale

Tra montagna e rarità d’opera

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A settembre, è mia abitudine raccontarvi che cosa ho fatto durante l’estate. Non mi illudo che tra i lettori ci sia grande interesse per i miei movimenti, ma, magari, qualcuno potrebbe essere incuriosito dalle stesse iniziative che hanno incuriosito me. Innanzi tutto, devo premettere che trascorro buona parte del trimestre estivo a Saint-Nicolas, in Valle d’Aosta, una località che chiunque dovrebbe visitare almeno una volta nella vita (e sono certo che, dopo la prima visita, tanti non potrebbero fare a meno di tornarvi). Lassù, la musica classica si ascolta principalmente attraverso gli strumenti di riproduzione, ai quali mi affido anche per una serata a tema operistico che annualmente propongo nell’ambito delle attività promosse dalla Biblioteca Comunale: quest’anno l’argomento era “Italiano e francese nel teatro d’opera: due lingue fra traduzioni e tradimenti”. Ma, con la fine delle restrizioni pandemiche, anche a Saint-Nicolas sono tornati alcuni concerti dal vivo: di peculiare interesse è stato quello del mezzosoprano Silvana Bruno, la quale, accompagnandosi con l’ukulele (uno strumento a corde pizzicate di origine hawaiana che assomiglia alla chitarra), ha presentato una selezione di canzoni composte tra il tardo medioevo e l’epoca barocca. Scendendo di quota, ad Aosta, nell’auditorium del Conservatoire de la Vallée d’Aoste, ha avuto luogo la rassegna settimanale dei “Jeudis d’été”: non potevo perdere l’appuntamento di giovedì 11 agosto, con il baritono Federico Longhi e la pianista Maria Cristina Pantaleoni, che hanno proposto un’antologia di liriche da camera francesi e italiane composte tra fine Ottocento e inizio Novecento, ripercorrendo il programma del CD che hanno recentemente inciso, “Vie. Voyage vocale de la France à l’Italie” (dove “vie” può essere letto sia alla francese sia all’italiana, giocando sulle sfumature di significato).
Dalla Vallée mi sono allontanato soltanto per seguire alcuni spettacoli che ho ritenuto davvero imperdibili. Il 28 giugno sono stato a Londra per assistere alla prima ripresa moderna del “Proscritto” di Mercadante. Tra il 2020 e il 2021 avevo dedicato due articoli a questo compositore pugliese, nel primo Ottocento considerato uno dei maggiori operisti italiani, e oggi assai raramente eseguito. Poco prima del 1840, Mercadante aveva intrapreso un proprio progetto di riforma del melodramma, in seguito abbandonato, o, meglio, riportato nell’alveo di una scrittura più tradizionale. “Il proscritto” (1842) è proprio il titolo con cui il compositore iniziò a prendere le distanze dagli elementi più radicali della propria riforma. Ma, dopo le rappresentazioni di 180 anni fa, la partitura non era stata mai più ripresa, ed è un privilegio della nostra generazione poterla riascoltare, grazie all’impegno dell’etichetta discografica inglese “Opera Rara”, che ne pubblicherà l’edizione in CD e che ne ha proposto, al Barbican di Londra, una performance in forma di concerto. Meritava la qualità esecutiva, e, soprattutto, meritava riascoltare l’opera.
La rassegna estiva cui mai rinuncio è il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, da quest’anno organizzato da Sebastian Schwarz, che è anche direttore artistico del nostro Teatro Regio. Schwarz ha voluto presentare un cartellone di cinque titoli, uno per ogni secolo della storia del teatro d’opera: “Il Xerse” di Cavalli (1655), “La scuola de’ gelosi” di Salieri (1778), “Beatrice di Tenda” di Bellini (1833), “Le joueur” di Prokof’ev (1929) e “Opera italiana” di Campogrande (prima assoluta). Nei giorni in cui sono stato a Martina Franca (23-26 luglio) ho ascoltato “Beatrice di Tenda”, “Le joueur” e “Il Xerse”, e devo dire l’opera di Prokof’ev, benché sia la più lontana dal tradizionale repertorio del festival, è quella la cui produzione è risultata nel complesso più convincente. Rientrando dalla Puglia a Torino, ho assistito, nel cortile del Palazzo dell’Arsenale, a due recite (28-30 luglio) di “Don Checco” di Nicola De Giosa: nell’ambito del Regio Opera Festival è stata infatti inserita questa chicca del 1850, scritta da un compositore pugliese negli anni in cui l’opera buffa napoletana si avviava al tramonto, ma era ancora di grande popolarità. Ero probabilmente uno dei pochissimi spettatori ad averla già ascoltata (proprio a Martina Franca, dove, nel 2015, aveva avuto luogo una delle rarissime riprese moderne della partitura), ma il pubblico torinese non si dimostra mai troppo curioso di scoprire opere desuete, e i posti vuoti non erano pochi.
Tra non molto rientrerò in pianta stabile in città, e ad attendermi c’è un impegno di cui mi sento onorato: prenderò parte alla giuria del Concorso Lirico Internazionale “Eugenia Burzio”, che si terrà, tra Poirino e Castelnuovo Don Bosco, dal 23 al 25 settembre. Se qualche cantante lirico che legge avesse piacere di iscriversi, fino al 20 c’è tempo!

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Questo mese al botteghino…

MiTo ‒ Settembre Musica: il festival cittadino organizzato in tandem con Milano si conclude il 24 settembre: numerosi concerti tutti i giorni a tutte le ore del pomeriggio e della sera. Si segnala, il 17 settembre alle 21, all’auditorium del Lingotto, Sinfonia “Il miracolo” di Haydn e Sinfonia n. 4 di Mahler, con l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, e Barbara Hannigan nel doppio ruolo di soprano e direttore. Il 18, alle 21, in Conservatorio, ampia selezione liederistica affidata al baritono Matthias Goerne con la Camerata RCO. Per concludere, il 24 alle 21, in Conservatorio, la Mahler Chamber Orchestra, con il pianista Leif Ove Andsnes, propone un programma mozartiano (Concerti K. 482 e K. 491 e Sinfonia “Praga”). Per i programmi completi consultare www.mitosettembremusica.it

Teatro Regio: si conclude in questi giorni il Regio Opera Festival nel cortile del Palazzo dell’Arsenale. Il 17 settembre ultima recita del Béjart Ballet Lausanne.

Inaugurazioni: con il mese di ottobre si apre la programmazione stagionale della maggior parte delle istituzioni musicali torinesi. I Concerti del Lingotto iniziano l’11 ottobre, con l’orchestra Le Concert des Nations, diretta da Jordi Savall, che propone la Sinfonia “Incompiuta” e la Sinfonia “Grande” di Schubert. L’Unione Musicale apre il sipario al Conservatorio il 12 ottobre con un recital del pianista Vadym Kholodenko (in programma Schubert e Prokof’ev). L’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI inaugura il 19 ottobre con la Sinfonia n. 2 “Resurrezione” di Mahler, con il soprano Valentina Farcas, il contralto Wiebke Lehmkuhl e il Coro del Teatro Regio, direttore Fabio Luisi.

Si ricordano gli indirizzi web, per tenersi aggiornati sui programmi:
Unione Musicale: https://www.unionemusicale.it/
Filarmonica: https://www.oft.it/it/
Polincontri Classica: http://www.policlassica.polito.it/stagione
Educatorio della Provvidenza: https://www.educatoriodellaprovvidenza.it/
Orchestra Rai: http://www.orchestrasinfonica.rai.it/
Concerti Lingotto: https://www.lingottomusica.it/
Teatro Regio: https://www.teatroregio.torino.it/

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