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Comune di Caselle Torinese
giovedì, Settembre 12, 2024

    Strada Caldano 109


    Pare che non ci sia alternativa all’abbattimento del complesso di archeologia industriale del Caldano. Si tratta dell’edificio dove erano alloggiate le ragazze che lavoravano nel vicino ex lanificio Bona.
    Pare che alcune parti verranno conservate a testimonianza del suo passato.
    Dal punto di vista storico per Caselle è una grave perdita, si va a sommare alle troppe che ci sono già state nel passato.
    Vediamo brevemente di cosa si tratta.
    Nel 1800 esplode in Europa l’industrializzazione. È soprattutto in Inghilterra che cresce in modo esponenziale. Altri paesi, Francia e Germania soprattutto, seguono a ruota. Le maggiori industrie sono concentrate maggiormente nella siderurgia e il tessile. L’Inghilterra diventa la più grande potenza mondiale in tutti i campi.
    L’Italia era un paese sostanzialmente contadino con l’analfabetismo che sfiorava l’ottanta per cento. Le poche industrie italiane erano concentrate a Napoli e nelle aree intorno a Milano e Torino. L’industria italiana comincia a diventare significativa solo verso la fine del secolo.
    L’Ottocento è anche il secolo che vede la nascita del socialismo. Non solo, cominciano a farsi strada maggiori richieste di democrazia, di suffragio universale…
    A partire dall’Inghilterra nascono anche le prime società operaie. Si chiedono migliori condizioni di lavoro.
    Per arginare questo fenomeno, e tutelare meglio i loro interessi, i padroni fondano i cosiddetti villaggi operai. Sono grandi complessi dove ci sono: alloggi, scuole, chiesa, ambulatori e anche negozi. Questa soluzione agevola sicuramente i dipendenti ma ha anche l’obiettivo di fidelizzarli. Nasce il paternalismo padronale.
    In Italia nacquero diversi villaggi operai tuttora esistenti come siti archeologici. I più importanti sono quelli di: Crespi D’Adda ( sito Unesco), Villaggio Leuman a Collegno, Schio, Torviscosa, Tresigallo. Ci sarebbe anche quello di San Leucio presso la reggia di Caserta ma la sua genesi e funzione partiva da altre basi.
    Chi non poteva permettersi un vero villaggio si dotava di un edificio dove alloggiare le ragazze che reclutavano un po’ ovunque. Il Caldano era destinato a questo compito. Negli altri alloggi presenti nel cortile abitavano altri dipendenti del Lanificio Bona.
    Le ragazze venivano reclutate in tutto il nord Italia. Erano sempre giovanissime. Venivano accudite dalle suore. La loro vita giornaliera era scondita in modo rigido e severo.

    Le ragazze non venivano pagate. Quando tornavano al loro paese veniva consegnato loro un piccolo corredo e una piccola somma.
    Ecco che cosa è stato, detto in estrema sintesi, quel luogo.
    Il portato storico di quei fabbricati è notevole. È curiosa una delle motivazioni: non è adeguato alle norme sismiche. Domanda: secondo voi anticamente sapevano e si preoccupavano della sismicità? Se questo fosse vero chissà quanti edifici di notevole pregio dovrebbero essere abbattuti. O no?
    Una precisazione è dovuta: non ho nulla contro i costruttori. Fanno il loro mestiere e cercano di farlo al meglio secondo i loro interessi e progetti.
    È la città che da troppo tempo ha rinunciato a tutelare e valorizzare il suo patrimonio storico-culturale. Manca la città complessivamente considerata: troppi abbattimenti e interventi che snaturano.
    Tutto questo tra il silenzio assordante degli intellettuali, delle forze politiche (un muro antico non vota) e le istituzioni culturali complessivamente considerate.
    Sapremo invertire la rotta?
    Una comunità che dimentica la sua storia e le sue radici ha poco futuro.

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