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giovedì, Novembre 7, 2024

    Una spremuta di…Economia!

    Patto di economia
    “Noi, giovani economisti, imprenditori, changemakers, chiamati qui ad Assisi da ogni parte del mondo,consapevoli della responsabilità che grava sulla nostra generazione, ci impegniamo ora, singolarmente e tutti insieme, a spendere la nostra vita affinché l’economia di oggi e di domani diventi una Economia del Vangelo. Quindi, un’economia di pace e non di guerra, (Le vendite dei 100 maggiori produttori mondiali di armi ammontano a 531 miliardi di dollari con un aumento sul 2019 dell’1,3%. Negli ultimi 6 anni i ricavi dei 100 maggiori produttori di armi da guerra del mondo sono aumentati del 17%.);
    un’economia che contrasta la proliferazione delle armi, specie le più distruttive, un’economia che si prende cura del creato e non lo depreda, ( In Italia ci sono 140 aziende che producono armi e nel corso del 2021 hanno esportato armamenti per un valore pari a oltre 4,6 miliardi di euro);
    un’economia a servizio della persona, della famiglia e della vita, rispettosa di ogni donna, uomo, bambino, anziano e soprattutto dei più fragili e vulnerabili, (Attualmente ci sono in Italia più  di due milioni di disoccupati e non esiste un salario minimo sostenibile garantito);
    un’economia dove la cura sostituisce lo scarto e l’indifferenza, ( Lo sfruttamento del lavoro dei migranti nei settori dell’agricoltura e dell’edilizia in parecchie zone dell’Italia meridionale è diffuso. A parità di lavoro, essi ricevono paghe inferiori di circa il 40 % rispetto al salario italiano minimo concordato tra le parti sociali. Spesso, poi, lavorano un maggior numero di ore);
    un’economia che non lascia indietro nessuno, per costruire una società in cui le pietre scartate dalla mentalità dominante diventano pietre angolari, ( Nel 2019 si sono registrati circa 122 mila trasferimenti di residenza da parte di cittadini italiani che si sono trapiantati all’estero, molti di questi con biglietto di sola andata e sono soprattutto giovani);
    un’economia che riconosce e tutela il lavoro dignitoso e sicuro per tutti, in particolare per le donne, un’economia dove la finanza è amica e alleata dell’economia reale e del lavoro e non contro di essi, ( Tra le discriminazioni sul luogo di lavoro più forti e difficili da abbattere ancora oggi troviamo: le differenze in termini retributivi tra uomo e donna; le molestie sessuali, o comportamenti indesiderati che violano la dignità della lavoratrice; le ingiustizie legate alla maternità);
    un’economia che sa valorizzare e custodire le culture e le tradizioni dei popoli, tutte le specie viventi e le risorse naturali della Terra, ( Ancora oggi si antepone, politicamente e socialmente, la cultura occidentale e Cristiana alle altre come valore distintivo e non inclusivo, al punto da contrapporla al mondo che non la condivide, in evidente contrasto con i principi fondanti del Vangelo. In questi anni, nel mondo,  scompaiono specie animali e vegetali ad un ritmo 1.000 volte superiore al tasso naturale);
    un’economia che combatte la miseria in tutte le sue forme, riduce le diseguaglianze e sa dire, con Gesù e con Francesco, “beati i poveri” ( Per l’Istat i poveri assoluti in Italia sono quasi 6 MILIONI, in costante crescita, mentre i milionari sono un milione e mezzo);
    un’economia guidata dall’etica della persona e aperta alla trascendenza, (Mai come oggi prevale l’egoismo, la corsa immotivata al “materiale”, l’apparire, l’avere contrapposto all’essere);
    un’economia che crea ricchezza per tutti, che genera gioia e non solo benessere perché una felicità non condivisa è troppo poco. (Oggi la felicità ci è venduta, legandola ai privilegi e viene parametrata con l’indice del Pil (Prodotto interno Lordo) nazionale… noi abbiamo invece bisogno di considerare il Fil nazionale (Felicità interna Lorda)
    Noi in questa economia crediamo. Non è un’utopia, perché la stiamo già costruendo. E alcuni di noi, in mattine particolarmente luminose, hanno già intravisto l’inizio della terra promessa.
    Assisi, 24 settembre 2022

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    Che il Signore aiuti e sostenga questi giovani perché noi, per ciò che facciamo, li stiamo abbandonando. Come dice Carl Cederström, “Anziché ossessionarci con l’essere persone perfettamente realizzate, dovremmo preoccuparci di più di uguaglianza, comunità, vulnerabilità ed empatia. Dovremmo uscire dalle nostre teste ed essere più presenti nel mondo intorno a noi. Credo che così si possa costruire un mondo migliore”.

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