Nei giorni scorsi un vile e pesante gesto di intimidazione è stato messo in atto da parte di un paziente verso un medico di famiglia della nostra zona.
Per ragioni di segretezza istruttoria e per rispetto del medico coinvolto, non vogliamo e possiamo offrire alcun riferimento al fatto nella sua integrità.
La fiducia nella magistratura e nelle istituzioni, informate e prontamente intervenute, è tale che verrà resa giustizia ed i fatti saranno chiariti e magari anche successivamente resi noti.
Tuttavia, essendo venuti a conoscenza di questo episodio non possiamo non lasciarne traccia attraverso queste colonne, non già per informare di un penoso e inqualificabile episodio solo da dimenticare; bensì per essere solidali verso la categoria medica e nella fattispecie di quella dei medici di famiglia.
Pochi, soggetti a pesanti orari, con sovrannumero di pazienti per il fuggi fuggi di medici in servizio e per la carenza di sanitari, rappresentano veramente la frontiera della sanità.
Un privilegio quello della sanità pubblica che solo la nostra Italia può vantare; magari con deficienze, ma funzionante, efficace e professionalmente preparata.
Episodi come quello che è successo, portano a uno stato di frustrazione, di disamoramento della professione e di conseguente ricerca di una sistemazione diversa da parte di questi operatori medici esposti alla mercé di chicchessia.
In questo modo il lavoro nel settore privato sarà sempre più privilegiato. Ciò che paghi è percepito come migliore rispetto a ciò che viene offerto nel pubblico. È una realtà. Abbiamo già registrato come molti medici di famiglia abbiano lasciato la professione pubblica per accedere a strutture private e avanti di questo passo la sanità pubblica perderà sempre più pezzi.
Attraverso queste colonne vogliamo da un lato essere sponda, aiuto e vicinanza morale ai medici, comprendendo più che mai il loro stato d’animo nel momento in cui aprono lo studio al mattino, per terminarvi la sera a rispondere alle centinaia di mail che arrivano da tutti i pazienti e ai quali occorre rispondere, consigliare, prescrivere; dall’altro vorremmo anche lanciare un appello all’utenza e a quei pazienti che pensano solamente di avere dei diritti in quanto fruitori, gratuitamente, di un servizio che si può definire di eccellenza.
La pazienza dell’attesa, la richiesta di un consiglio terapeutico, l’ascolto della voce del medico, devono essere i motivi principali dell’approccio verso il medico di famiglia. Non qualcosa di contrario..
Proviamoci, magari con sforzo, ma proviamoci, mentre pensiamo anche ai nostri angeli in camice bianco, che sono uomini e donne come tutti coloro che svolgono una qualunque professione e come tali sono soggetti agli umori, alle titubanze o in alcuni casi forse anche alle indecisioni. Non è sempre è facile decidere su una terapia, su una prescrizione o su un ricovero ospedaliero. I nostri medici di famiglia ci sono, teniamoli stretti: cerchiamo di curarli anche noi con la nostra vicinanza . Proprio come loro sanno curare tutti i nostri malesseri.
Un gesto vile e ingiusto
Aggredito un medico di famiglia
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