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sabato, Luglio 27, 2024

    Trent’anni fa, uno sguardo sul passato recente

    Trent’anni fa mi è venuta l’ispirazione: proporre alla direzione di questo giornale, la pubblicazione di articoli in cui poter esprimere il mio modesto parere su fatti e misfatti. In particolare trattando temi quali: l’ambiente, la pace e problemi sociali di varia natura. Da allora ho cercato di mantenere l’impegno, e ad ogni uscita del giornale ho cercato di non far mancare il mio contributo. Vorrei ora fare un passo indietro, per ricordare cos’è successo nel 1993. Un evento di notevole importanza fu senz’altro la stretta di mano tra Rabin e Arafat, che nelle loro intenzioni, non so quanto sincere, volevano porre la prima pietra per la costruzione della pace, nella martoriata terra di Palestina. Purtroppo sappiamo che l’esito non è stato assolutamente positivo e che la situazione presenta tutt’oggi uno scandalo agli occhi del mondo civile. In India avvenne uno spaventoso terremoto; i morti furono 16.000 e i feriti oltre 10.000. A Mosca terminò in un bagno di sangue l’assedio al parlamento ordinato da Eltsin contro i parlamentari dissidenti. E che successe in Italia? Il presidente della Repubblica Oscar luigi Scalfaro era in una posizione ambigua, perché non poteva non sapere la corruzione di cui era accusato il suo partito, con conseguente dissipazione di denaro pubblico, emerso dalla commissione d’inchiesta sul terremoto in Irpinia. Alla Camera, intanto, il dibattito sulla “questione morale” degenerava, con lanci di monetine, insulti e addirittura l’esposizione di un cappio da forca. Bettino Craxi, per 16 anni al vertice del PSI, quando venne indagato per “tangentopoli”, si dichiarò perseguitato politico.  Al tempo stesso il governo dei banchieri e dei tecnocrati, guidato da Azeglio Ciampi tentava, in mezzo a mille difficoltà, il risanamento della finanza pubblica. Economicamente occorre ricordare, che alla fine del 1992 ci sentivamo più poveri, ma alla fine del ’93 tutti si resero conto di esserlo effettivamente. Stipendi e salari erano aumentati meno dell’inflazione, gli utili sui risparmi investiti si erano dimezzati e i consumi erano calati, per la prima volta, dopo 25 anni. Unica nota positiva, favorita dalla svalutazione della nostra Lira, l’aumento delle esportazioni, dando un impulso alle aziende che esportavano il loro prodotto. Gli Italiani erano alle prese con la crisi, arrivata inaspettata, sebbene annunciata. I giovani non trovavano lavoro, fino ai trent’anni e oltre, e ai sociologi che se ne meravigliavano occorreva spiegare che erano poco disponibili persino gli impieghi precari, saltuari, a tempo determinato. Frustrati dagli annunci che cercavano ventenni con pluriennale esperienza, delusi dalle aspettative cresciute su anni di studio e specializzazione, i giovani si demoralizzavano. E chi era collocato in posti in apparenza sicuri, temeva comunque che l’azienda ristrutturasse, entrasse in crisi riducendo il personale. Ciampi, a fine anno, però era apparso fiducioso. “Il peggio è passato”, aveva dichiarato in un consesso internazionale. Per la cronaca, occorre ricordare che nel 1993, dopo 24 anni di latitanza era finito in manette il boss mafioso Totò Riina, detto “ ‘o curtu” per via della sua bassa statura. Durante la sua latitanza aveva continuato a guidare, con feroce determinazione, il gruppo dei “corleonesi”, che si erano imposti al vertice della cupola mafiosa. Quindi, dopo ben trent’anni, io sono ancora qui a scrivere per Cose Nostre, con meno energia di allora. Ma, se avete letto con attenzione, vi siete accorti di quante analogie ci sono coi giorni nostri. La questione morale in politica è attuale più che mai; il perseguitato politico è un altro, degno apostolo di Bettino; abbiamo un governo che si arrampica sui vetri per non far fallire il sistema; l’inflazione, dettata dal costo degli energetici, ha ridotto drasticamente stipendi e pensioni; i soldi investiti in banca rendono meno di zero; i giovani, soprattutto se dotati di titoli di studio, sono precari più di allora; e guarda caso, per completare mancava soltanto l’arresto di un altro famoso boss mafioso, latitante per tutto questo periodo. Poi, in Russia, come si sa, c’è una situazione che sta provocando molta preoccupazione a livello planetario, e con il tremendo terremoto, stavolta successo in Siria e Turchia, il quadro fotocopia si completa. Eppure sono passati trent’anni, e possiamo veramente dire che non è cambiato nulla.

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    Ernesto Scalco
    Ernesto Scalco
    Sono nato a Caselle Torinese, il 14/08/1945. Sposato con Ida Brachet, 2 figli, 2 nipoti. Titolo di studio: Perito industriale, conseguito pr. Ist. A. Avogadro di Torino Come attività lavorativa principale per 36 anni ho svolto Analisi del processo industriale, in diverse aziende elettro- meccaniche. Dal 1980, responsabile del suddetto servizio in aziende diverse. Dal '98 pensionato. Interessi: ambiente, pace e solidarietà, diritti umani Volontariato: Dal 1990, attivista in Amnesty International; dal 2017 responsabile del gruppo locale A.I. per Ciriè e Comuni To. nord. Dal 1993, propone a "Cose nostre" la pubblicazione di articoli su temi di carattere ambientale, sociale, culturale. Dal 1997 al 2013, organizzatore e gestore dell'accoglienza temporanea di altrettanti gruppi di bimbi di "Chernobyl". Dal 2001 attivista in Emergency, sezione di Torino, membro del gruppo che si reca, su richiesta, nelle scuole.

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