Partito da Caselle, Davide Musci, ristoratore e figlio d’arte – come è ben noto il padre, Domenico, è stato uno dei principali conoscitori di storia enogastronomica – dopo un’esperienza professionale nella ristorazione a Roma, undici anni fa si è trasferito a Lanzarote. In quell’isola, con paesaggio quasi lunare, ai bordi dei vulcani con terreni ricoperti di lapilli e cenere vulcanica, è rimasto molto colpito dagli immensi sforzi dei contadini che, malgrado l’ambiente, hanno piantato e coltivato la vite.
Nella Spagna peninsulare il consumo del vermouth è notevole, quindi vi è un mercato in cui alcune delle grandi marche italiane trovano ampio spazio per i loro prodotti.
E così, sfruttando le sue conoscenze di enologia e il grande amore che lo lega al Piemonte, Davide Musci ha provato a creare il suo “Vermut”, con radici torinesi ma fortemente legato al territorio canario.
Appoggiandosi a una cantina locale per la fornitura del vino e l’utilizzo della struttura è nato “Primo”, il vermouth spagnolo.
Per la produzione si utilizzano due vitigni unici, la Malvasia Volcanica e la Diego, (entrambi D.O. Lanzarote), tipici dell’isola.
Il bianco semi-dolce è dominato dagli aromi della Malvasia, da note agrumate delle arance delle Canarie, coriandolo, salvia canaria, assenzio e altre spezie.
Il rosso dalle note più amare dell’assenzio, genziana e rabarbaro, con un colore rubino dovuto all’infusione di fico d’India e “miele” di palma.
Da poco vi è un nuovo nato, il “Quinado”, un vino aromatizzato, prodotto con vino rosso Listan Negro (D.O. Lanzarote) e una macerazione di vari tipi di spezie, come corteccia di Quina Calissaja, liquirizia, cardamomo, anice.
Le ricette originali prevedono l’uso di erbe e prodotti autoctoni delle Isole Canarie.
Attualmente il giovane Musci ha una buona distribuzione e vendita costante in tutte le Isole Canarie, che costituisce il suo mercato principale. Ma vi sono anche piccole esportazioni
a Madrid, Alicante, Regno Unito, Irlanda e Italia.
Nato per gioco e per passione, il “Vermut” di Lanzarote si pone come una bella testimonianza della cultura torinese in un Paese che di vini ha una lunga storia e cultura.
Massimo Centini
400 anni prima di Cristo…
Secondo la tradizione, l’antenato del vermouth sarebbe un vino aromatizzato con origini antichissime: le prime testimonianze della sua esistenza risalgono al 400 a.C.
Nel Medio Evo la ricetta del vino aromatizzato si arricchì con le spezie che arrivavano dall’Estremo Oriente e, dopo la scoperta del Nuovo Mondo, dal Sud America: cannella, cardamomo, zenzero, legno di sandalo.
In Germania quel vino fu chiamato wermut, che passò al francese come vermouth e tornò in Italia con la doppia forma vermouth e vermut.
La tradizione vuole che a Torino il vermouth nostrano sia stato inventato in una piccola bottega sotto i portici dell’odierna piazza Castello, di proprietà del signor Marendazzo, il cui aiutante era Antonio Benedetto Carpano… Il resto è storia nota, che attesta il forte legame di questo vino con la città subalpina.