Una tavola imbandita, il calore di una casa accogliente e la famiglia riunita. Ecco cosa rappresenta per gli italiani il pranzo della domenica.
Il pranzo della domenica è una tradizione indiscutibile in Italia. La famiglia è importante, così come lo è il riunirsi a tavola: lo stare insieme alle persone care è visto come una priorità.
Il pranzo domenicale, più di ogni altra occasione, ruota attorno al cibo e alla sua condivisione. I delicati sapori delle ricette che si tramandano di generazione in generazione contribuiscono a creare un vortice di armonia in cui ogni componente della famiglia è aperto al dialogo, racconta e si racconta. Il legame familiare viene rafforzato, cresce e si sviluppa su quelle che sono le radici, radici simboleggiate proprio dagli alimenti che si stanno dividendo. Non si deve trattare obbligatoriamente di preparazioni chissà quanto elaborate, anzi, sono i sapori di casa, quelli che ricordano l’infanzia trascorsa con i nonni o con i genitori, a emozionare di più.
Ecco che quindi ogni pasto – ma il pranzo domenicale in particolare – risulta essere un elemento importante della vita di molte famiglie italiane, soprattutto di provincia. Il cibo che viene condiviso permette la creazione di un’atmosfera gioiosa che porta benessere e luce anche nelle domeniche più uggiose. Il lunedì della settimana che segue avrà un aspetto diverso se l’ingrediente principale della domenica è stato la famiglia.
È anche il titolo di un film di Carlo Vanzina, di 20 anni fa, la cui trama ruota proprio attorno alle riunioni conviviali domenicali di una famiglia che si trova per un infortunio a modificare radicate abitudini.
Anni fa le famiglie erano molto più numerose, il mettere su famiglia non necessariamente portava a mettere su casa in autonomia, ma il rimanere nelle casa di origine (soprattutto quella del maschio), a discapito della privacy e della libertà personale, però significava anche che per i piccoli non mancavano le baby sitter e gli anziani non erano mai soli. Attorno al tavolo di casa ruotava il tempo, passavano le stagioni, sopra si stendeva la pasta, si cambiavano e fasciavano i neonati, i più grandi facevano i compiti. Il ruolo più importante del tavolo era però il pranzo della domenica, prima per cucinare poi con una tovaglia bella, rigorosamente da corredo, veniva apparecchiata e imbandita, coinvolgendo tutti gli abitanti della casa e qualche ospite.
Impossibile sentirsi soli, affrontare difficoltà in solitaria, crescere bambini lontani dal cortile.
E poi il grande tavolo, aperto, a ospitare tutti, la gente di casa, i vicini, gli altri parenti non conviventi. La tavola si riempiva di cibo cucinato sul momento, corredato d’obbligo da salumi, formaggi, verdure, frutta… Poi il gran finale con i dolci casalinghi: crostate con le marmellate del frutteto, biscotti, dolci al cucchiaio… Ogni luogo ha una sua tradizione per perpetuare il grande libro della storia di chi ci ha preceduto.
Il pranzo era interminabile, il camino scaldava le pietanze e i commensali nei periodi freddi, mentre un bicchiere in più scaldava gli animi e l’atmosfera e poi partivano le note di una canzone.
Oggi le famiglie sono molto meno numerose, spesso i genitori restano da soli quando i figli se ne vanno. La solitudine è dietro l’angolo. Una malattia, un incidente può minare irreparabilmente una situazione e renderla spiacevole proprio in quella fase della vita in cui più si ha bisogno di esserci per sostenerci, relazionarci, supportarci.
La domenica è il momento più difficile quando si è soli. Il tempo perduto è ancora più amaro. E i ricordi affiorano…