La TV è sintonizzata su LA7. È in corso il TG delle venti.
Siamo alle battute finali. Il conduttore Enrico Mentana annuncia l’ultimo servizio: il “Data Room” di Milena Gabanelli, dicendo: – Ora state attenti, prendete carta e penna. C’è un servizio molto importante. Si parla di Europa.-
L’impareggiabile giornalista attacca con una domanda: – Se nell’Europa i problemi simili si risolvessero nello stesso modo quali sarebbero i benefici? Li ha quantificati il servizio ricerche del parlamento Europeo per i prossimi anni.”
In questo articolo riporto in forma sintetica i dati pubblicati in quel servizio. Fanno riflettere e, soprattutto, mettono in evidenza la necessità di costruire veramente una UE dei popoli. Vediamo.
Se non si fa nulla il PIL aggregato della UE passerà da 15.000 mld a 17.000. Se di fronte ad una nuova crisi i paesi agissero in ordine sparso, ci sarebbe una perdita secca di 2.054mld.
Altro scenario: con il lancio di nuove politiche unitarie nei settori strategici il PIL passerebbe da 15.000 a 19.800 mld.
Alcuni dettagli: eliminando le strozzature nel settore ferroviario ci sarebbero vantaggi per 507 mld. Con progetti unitari per la transizione ecologica si risparmierebbero 420 mld. Se si uniformassero le strategie per la digitalizzazione il PIL aggiuntivo sarebbe di 260 mld, una maggiore trasparenza negli appalti e una lotta efficace alla corruzione porterebbe ad un aumento del PIL di 163 mld.
E si potrebbe continuare a lungo. Da questo studio risulta evidente che una vera unione europea, gli U.S.E., è assolutamente necessaria e conveniente.
Perché allora non si procede, che fare?
La Gabanelli fa precedere la sua risposta da questa riflessione: l’ex commissario europeo Jean Monnet, un padre dell’Europa, disse: – Se potessi tornare indietro, comincerei dalla cultura. Senza la conoscenza è facile dare la colpa all’Europa, come se fosse un’entità astratta e malvagia. Come se noi non ne facessimo parte. Se la popolazione non è consapevole dei percorsi da fare per arrivare a soddisfare gli interessi generali, è facile poi che ognuno spinga e vince il più forte.-
– Perché succede questo? -, chiede il conduttore.
– Questo succede perché ogni capetto vuole mantenere il proprio perimetro di potere, le proprie clientele.
In questo contesto è facile cavalcare lo scontento dando la colpa alla UE. Ogni pancia scontenta ha il suo rappresentante che ha tutti gli interessi affinché il problema non si risolva.-
Chiarissimo. Solo se gli stati trasferiranno quote reali di competenze alla UE questa potrà diventare un’Europa coesa e al servizio di tutti e non solo delle lobby.
Questo problema, l’assenza di autorità reale e il ricatto dei veti incrociati, blocca e rende impotente anche l’ONU.
Se l’ONU avesse potere reale, allora sì che potrebbe favorire la soluzioni delle maggiori crisi e bloccare i vari despoti.
L’incapacità della politica, e della maggior parte delle persone, di cogliere l’importanza strategica di questi nodi, rende impossibili le soluzioni. Questa frase può apparire ingenerosa ma è così. Si torna sempre al solito punto: più cultura.
Europa? Sì, grazie!
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