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lunedì, Aprile 29, 2024

    Il surreale nel quotidiano

    Attilio Piovano presenta il suo nuovo volume “Il quadrifoglio meccanico”

    Chi frequenta con assiduità gli ambienti della musica, a Torino, avrà certamente avuto modo di conoscere, quanto meno di vista, un signore minuto, quasi sempre accompagnato dalla sua dolce metà, che sa conversare amabilmente, commentando con competenza e arguzia le performance dei musicisti. È “il critico dai capelli rossi” ‒ anche se, a onor del vero, in tempi recenti il colore fulvo si è alquanto attenuato ‒, Attilio Piovano, firma del settimanale diocesano “La voce e il tempo” e di ilcorrieremusicale.it. Ma Attilio, caro collega e amico, è anche docente di Storia della musica presso il Conservatorio di Torino (dopo una vita trascorsa al “Cantelli” di Novara), pianista e scrittore. E non solo scrittore di saggistica musicale, scrittore in senso puro, come testimonia il suo ultimo volume, “Il quadrifoglio meccanico e altri racconti”, appena uscito da Voglino Editrice e presentato il 21 maggio scorso al Salone del Libro. Nella stessa occasione, è stato presentato anche “Donizetti e la Francia”, ultima fatica di Roberto Monaco, che avevamo intervistato pochi mesi fa in queste pagine a proposito del suo “Meyerbeer”. Ho incontrato Attilio perché ci presentasse con parole sue il nuovo volume di racconti.

    Attilio, che ci dici del tuo rapporto con la penna?

    Mi è sempre piaciuto scrivere, e ho assecondato questa mia passione. Per anni mi sono dedicato alla saggistica musicale (oltre a numerosi articoli, ho pubblicato “Invito all’ascolto di Ravel”, e sono in preparazione altre guide all’ascolto), poi mi è venuto il desiderio di ricorrere a un taglio più narrativo per raccontare le vite dei musicisti, pur senza romanzare la loro storia: su questo stile sono “La stella amica”, incentrato sulla visita di Mozart a Torino, e “Il segreto di Stravinskij”. Infine, ho provato ad allontanarmi dall’ambito musicale per lasciar correre la mia fantasia nella narrativa pura, con “L’Aprilia blu” e “Sapeva di erica, di torba e di salmastro”.

    Vedi una continuità tra la tua scrittura critica e quella narrativa, o sono due forme espressive rigidamente separate?

    Ho sempre creduto nella qualità della scrittura anche in ambito critico, perché trovo che l’estetica aiuti in ogni caso il lettore. Quindi, benché il linguaggio sia inevitabilmente diverso, non vedo una frattura tra scrittura critica e narrativa. Parallelamente, ho sempre vissuto il fatto di essere docente di storia della musica e critico musicale non come due attività separate ma come due sfaccettature della mia professione e della mia personalità.

    Qualche tua lettura ha ispirato “Il quadrifoglio meccanico”?

    Mi piace leggere molta narrativa, e in questo caso ho tratto ispirazione da quella corrente un po’ surreale che si può trovare in un certo Calvino (quello di “Se una notte d’inverno un viaggiatore” e “Palomar”), e soprattutto nella scrittrice uruguaiana Cristina Peri Rossi, autrice di una raccolta di racconti intitolata “Il museo degli sforzi inutili”, che è stata il mio riferimento più prossimo.

    Ci puoi identificare i caratteri della tua raccolta?

    Sono venti racconti che narrano il lato grottesco, surreale e indicibile del quotidiano, esasperando esperienze che tutti noi viviamo. Ad esempio, “Cerca l’intruso” si rifà allo straniamento di chi trova il volto di uno sconosciuto in una foto di gruppo della propria famiglia. “Chagall” trae origine dal senso di inquietudine generato dall’osservazione di certe combinazioni numeriche strane.

    Spesso i tuoi racconti si concludono con delle sorprese…

    Mi fa piacere che tu lo abbia osservato. Ho infatti cercato di stupire il lettore giocando con degli effetti-sorpresa, sia nei singoli racconti, sia nell’epilogo finale. Nel far questo, credo che mi sia stata d’aiuto la mia esperienza di ascoltatore e spettatore, perché la musica e il teatro ci formano a cogliere l’elemento di sorpresa che ci lascia spiazzati nella nostra quotidianità.

    C’è qualcosa di autobiografico nei racconti e nei loro protagonisti?

    Autobiografico è “Il borsone di coccodrillo”, in cui l’io narrante è un docente di materie musicali che sogna di uccidere un’insegnante di liceo cattivissima. Qualcosa di autobiografico si trova anche in “Manicomio”, e poi la mia professione di storico della musica emerge in “Veleno per topi”, che narra un episodio della vita di Berlioz, e in qualche altra pennellata musicale che attraversa la narrazione. Spero che, accanto ai tratti autobiografici, in questa raccolta emerga una buona dose di autoironia e di leggerezza. Devo ringraziare Alfonso Cipolla che, nello scrivere la prefazione, ha di fatto creato un ventunesimo racconto narrando le nostre esperienze di pendolari sui treni regionali, e mia figlia che mi ha fornito l’immagine di copertina, scattata alle Shetland, che mi ricorda tanto le tele di Magritte, e che gli editori hanno sagacemente riproposto, capovolta, in quarta di copertina.

    Questo mese al botteghino…
    Le stagioni delle istituzioni musicali torinesi si sono concluse o volgono al termine. Si invitano i lettori a fare riferimento ai siti web per tenersi aggiornati sulla programmazione del prossimo autunno e su eventuali calendari estivi straordinari.
    Unione Musicale: (https://www.unionemusicale.it/) Nelle domeniche dal 25 giugno al 20 agosto si terranno una serie di concerti a Moncalvo, alle ore 11:30, seguiti per chi vuole da un pranzo, per la rassegna “Cherry notes – Musica sotto i ciliegi”, in collaborazione con Orsolina 28 Art Foundation. I programmi spaziano volutamente tra diversi generi musicali.
    Filarmonica: (https://www.oft.it/it/)
    Accademia Stefano Tempia: (https://www.stefanotempia.it/) La stagione si conclude il 9 luglio alle 17 all’abbazia della Novalesa con un concerto dedicato alla musica sacra rinascimentale e barocca
    Polincontri Classica: (http://www.policlassica.polito.it/stagione)
    Educatorio della Provvidenza: (https://www.educatoriodellaprovvidenza.it/)
    Orchestra Rai: (http://www.orchestrasinfonica.rai.it/) Il 22 e il 29 giugno ultimi due appuntamenti della rassegna “Pops”, il primo dedicato alla Spagna, il secondo agli Stati Uniti.
    Concerti Lingotto: (https://www.lingottomusica.it/)
    Teatro Regio: (https://www.teatroregio.torino.it/) Fino al 27 giugno Madama Butterfly di Puccini, con Valeria Sepe, Rame Lahaj, Damiano Salerno, Ksenia Chubunova, direttore Dmitri Jurowski, regia di Damiano Michieletto.

    Il 21 giugno si conclude la stagione dei concerti con il direttore Stanislav Kochanovsky che propone un programma di musica russa. Il 6 luglio, esecuzione in forma di concerto dei Vespri siciliani di Verdi, con Roberta Mantegna, Piero Pretti, Vladimir Stoyanov, Michele Pertusi, dirige Riccardo Frizza.
    Festival estivi: la maggior parte dei festival lirici italiani inizia dopo la metà di luglio. Fanno eccezione l’Arena di Verona, che parte il 16 giugno con Aida; e il Festival di Ravenna (7 giugno – 23 luglio), privo però di appuntamenti d’opera. Per maggiori informazioni si suggerisce di consultare il web, tenendo presente, che, nel corso dell’estate, ci saranno importanti rassegne a Stresa, Macerata, Torre del Lago, Pesaro, Martina Franca. All’estero, tra giugno e luglio sono già attive diverse rassegne. Mi limito a citare alcune località dalle quali si potrà facilmente risalire ai siti web dei festival: in Francia, Aix en Provence, Orange e Montpellier; in Svizzera, Sankt Gallen; in Germania, Monaco e Bad Wildbad; in Austria, Erl; in Inghilterra, Londra (Holland Park), Glyndebourne, Buxton e Garsington.

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