La visione di Amnesty International è quella di un mondo in cui ad ogni persona siano riconosciuti tutti i diritti, sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, promossa dalle Nazioni Unite nel 1948. Amnesty, anche quest’anno, ha fatto stampare un corposo volume, intitolato “Rapporto sulla situazione dei diritti umani nel mondo”; frutto del lavoro di ricerca in 156 Paesi. Per motivi di spazio, sono costretto a riassumere quanto è stato pubblicato al riguardo di un Paese, nominato ogni giorno, per cause purtroppo note: Russia
Il 24 febbraio 2022, la Russia ha lanciato un’invasione militare dell’Ucraina; a settembre, ha annunciato l’annessione di quattro regioni ucraine. La guerra contro l’Ucraina è stata accompagnata da un’escalation della repressione del dissenso all’interno della Russia. Le manifestazioni di protesta pacifiche contro la guerra sono state disperse, spesso con uso eccessivo della forza. Sono state arrestate oltre 19.400 persone della società civile, compresi i giornalisti che seguivano le proteste. La maggior parte ha subìto pesanti multe o la detenzione amministrativa. A marzo è stata adottata una nuova legge per punire il “discredito” e la “diffusione di informazioni deliberatamente false” sulle forze armate russe. Centinaia di migliaia di russi hanno lasciato il loro Paese, soprattutto dopo che è iniziato l’invio di uomini in prima linea, senza adeguato addestramento. Agli obiettori di coscienza è stato rifiutato il servizio civile alternativo. Migliaia di carcerati sono stati reclutati da una compagnia militare privata e schierati in Ucraina; questa pratica è stata legalizzata retroattivamente con una legge approvata a novembre. La Russia ha affrontato un crescente isolamento a livello internazionale e l’Ue, gli Usa e altri Paesi hanno introdotto sanzioni economiche in risposta all’invasione dell’Ucraina. Ne è seguito un esodo massiccio delle aziende internazionali. A luglio sono state introdotte delle modifiche al codice penale, che vietano qualsiasi forma di “cooperazione confidenziale” con organizzazioni internazionali o stati stranieri, punibile con la reclusione fino a otto anni. Decine di organi d’informazione indipendenti sono stati chiusi e migliaia di siti web bloccati. A marzo, le piattaforme di social media Twitter, Facebook e Instagram sono state bloccate dall’autorità di regolamentazione degli organi d’informazione. La società Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, è stata successivamente dichiarata “organizzazione estremista”. A settembre, un tribunale di Mosca ha revocato la licenza al quotidiano indipendente Novaja Gazeta. Tali pressioni hanno portato anche alla cancellazione di concerti, mostre e altri eventi di personalità culturali che hanno espresso opinioni dissenzienti. A dicembre, hanno esteso la lista dei luoghi in cui sono vietate le proteste, includendo edifici amministrativi, scuole, università, ospedali, aeroporti e stazioni dei treni e degli autobus. Il rapporto cita diversi casi specifici in cui i difensori dei diritti umani sono stati arrestati o perseguitati dal potere. La tortura e altri maltrattamenti nei luoghi di detenzione sono rimasti endemici e le azioni penali contro i responsabili sono state rare. L’assistenza medica fornita ai detenuti è rimasta inadeguata. Il divieto di contatto con il mondo esterno e la collocazione arbitraria di prigionieri in celle di punizione sono stati ampiamente utilizzati per esercitare pressioni sui detenuti, in particolare sui dissidenti. A marzo, alcuni manifestanti fermati durante raduni contro la guerra hanno denunciato di aver subìto torture e altri maltrattamenti nelle stazioni di polizia. Le autorità hanno continuato a violare le norme di equità processuale. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, oltre 2,8 milioni di persone sono sfollate dall’Ucraina verso la Russia. Molte volontariamente, molte altre si sono trovate, loro malgrado, nei territori occupati dai russi ed è stato loro negato il passaggio nelle zone del Paese controllate dal governo ucraino. Le autorità russe hanno trasportato gli ucraini in centri di accoglienza temporanea in almeno 54 regioni, tra cui la Siberia e l’Estremo Oriente, circostanza che ha reso più complicato e costoso il loro trasferimento in paesi terzi o il loro ritorno in Ucraina. Le autorità russe hanno talvolta fatto pressione sui rifugiati ucraini affinché prendessero la cittadinanza russa; minori senza assistenza parentale e persone con disabilità sono stati in particolare a rischio di assimilazione involontaria nella società russa. Direi, che che é abbastanza per qualificare quel sistema di potere, ma, se avete letto il mio precedente scritto, sul Paese contrapposto, troverete diverse somiglianze.
Diritti umani in Russia
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