“Viaggiare è come innamorarsi, il mondo si fa nuovo”, Jan Myrdal, scrittore e regista svedese.
Questa volta con Anja andiamo a visitare due simboli del Giappone.
Monte Fuji, simbolo del Giappone
Il Monte Fuji con i suoi 3776 metri è riconosciuto come sito di interesse culturale da parte dell’UNESCO. La sua cima è innevata per dieci mesi l’anno ed è considerato uno dei simboli del Giappone, è un vulcano attivo e la sua ultima eruzione risale al 1707.
L’origine del suo nome non ha fonti certe, un racconto risalente al X secolo dice che fushi significherebbe “immortale”; storie popolari darebbero al termine fuji il significato di “senza eguali” oppure “senza fine”.
Alle sue pendici si trovano 5 laghi: Yamanaka, Sai, Motosu, Shōji e quello da noi visitato, il Kawaguchi, dalle cui rive si può godere di un maestoso panorama sulla montagna.
Dalla forma conica e quasi perfettamente simmetrica, è presto diventato meta di pellegrinaggio religioso: è ritenuto sacro e venerato come una divinità, principalmente per il timore dovuto alle eruzioni. La principale divinità legata al monte Fuji è quella di Konohanasakuya, ritenuta protettrice delle donne in gravidanza e dei navigatori. Verso la metà del XII secolo il culto scintoista legato al Fuji si fonde con le pratiche buddiste. È l’asceta Shugendo Matsudai Shonin a realizzare nel 1149 un tempio dedicato a Dainichi Nyorai, divinità buddhista, sulla cima della montagna. Nei due secoli successivi si assiste così alle prime salite di carattere religioso sulla cima della montagna, anche se la vera diffusione di questa pratica arriva solo nel XIV secolo. Una popolarità dovuta all’istituzione di numerose confraternite al capo delle quali si trovano i sendatsu, praticanti religiosi, e gli oshi, figure semi-sacerdotali che fungono da guida durante le scalate. Grazie alla loro presenza i pellegrini possono raggiungere la vetta sacra del vulcano.
Fino al 1860 scalare il monte Fuji era proibito alle donne, si pensava che la Dea del Fuoco ne sarebbe stata gelosa. Solo molti anni dopo, nel 1867, la scrittrice gallese Fanny Parkes completò la scalata, e da allora il governo revocò ufficialmente il divieto alle donne, quindi dal 1872 anche le donne possono scalare il Monte Fuji.
Hokusai, Il pittore della vita che fluttua.
Con la sua raccolta di stampe dal titolo “Le trentasei vedute del monte Fuji”, Hokusai intorno al 1830 ha raffigurato “La grande onda presso la costa di Kanagawa”, l’opera più nota di tutta la sua produzione, dove sullo sfondo compare il Fuji, e che lo ha reso famoso nel mondo. Anja ed io abbiamo avuto modo di ammirare queste opere al MAO di Torino nel 2018 e ultimamente alla Promotrice delle Belle Arti di Torino.
Osoka
Nella storia del Giappone la città di Osaka è stata per lungo tempo il principale centro del commercio e dell’industria, a parte questo è riconosciuta dai giapponesi come “la capitale del buon cibo”, alcuni dei piatti tipici più apprezzati della zona sono l’okonomiyaki, detto la “pizza di Osaka” cucinato su una piastra calda davanti ai commensali, ed il takoyaki, polpette fritte a base di polpo.
Il quartiere di Umeda, dove alloggiavamo noi, è uno dei più importanti della città, è caratterizzato da una struttura urbanistica moderna in cui i grattacieli sono la principale tipologia di costruzioni. Il quartiere è un centro commerciale e di svago molto importante e pertanto è una comune meta non solo per gli abitanti del posto ma anche per turisti e imprenditori esteri.
Una particolarità in questa zona è la presenza dei magazzini interrati, il nome stesso Umeda significa campo interrato, essi si sviluppano al di sotto delle strade e sono caratterizzati da una quantità elevata di negozi, ristoranti e bar di ogni tipo. Tutte le strade dell’intricato labirinto sotterraneo sono poi connesse tramite ascensori e scale mobili alle principali aree della zona superiore, come la stazione centrale o le varie stazioni della metropolitana.
Altra attrazione è Umeda Sky Building, un grattacielo composto da due torri separate alte 173 metri, congiunte tra loro sulla cima, su cui è presente un osservatorio panoramico dove è possibile osservare la città a 360 gradi.
Namba e Dotonbori sono due quartieri di Osaka tra i più vivaci e attrattivi.
Namba più che un vero e proprio quartiere può essere definita un’area dedicata allo shopping e alla vita notturna, inoltre qui è presente anche una fervida attività culturale con numerosi teatri per spettacoli delle antiche arti tradizionali e il Museo della Commedia, dove sono conservati antichi documenti e un gran numero di informazioni sui diversi generi teatrali nipponici.
Dotonbori è un quartiere che prende il nome dal fiume omonimo che lo attraversa. Rappresenta un quartiere commerciale molto particolare, ricco di ristoranti e importanti negozi. Proprio per la moltitudine di luoghi di ristorazione, questa zona di Osaka prende il nome di “Kuidaore no Machi” che significa “città dei mangioni”. Come altri quartieri di Osaka, anche Dotonbori ha alle spalle una lunga storia. Già all’inizio del seicento si trovano nell’area piccole zone di commercio. Nel 1621 si registra il primo piano urbanistico che rendeva Dotonbori un quartiere dei divertimenti, come a Namba, con teatri che proponevano i diversi generi teatrali tipici dell’epoca.
Castello di Osaka
Il castello di Osaka è uno tra i più importanti del Giappone, essendo il terzo in dimensioni e importanza storica. La sua costruzione ha inizio nel 1583, anno in cui il generale Toyotomi Hideyoshi scelse di edificare un castello che fosse fortezza e abitazione per la sua nobile famiglia. Presso questo castello si svolsero alcune delle battaglie importanti del Giappone, che contribuirono all’unificazione del paese durante il XVI secolo.
Oggi l’aspetto esterno è lo stesso del giorno della costruzione, ma internamente si presenta completamente ristrutturato. Anche le mura sono state ricostruite in modo da assicurare il pieno rispetto delle norme anti-sismiche presenti in Giappone. All’interno è stato realizzato un vero e proprio museo storico che è possibile visitare per conoscere la storia del castello e dei suoi abitanti, nonché delle guerre che lo hanno visto protagonista.
All’interno del parco del castello si trova uno dei giardini più grandi della città, molto frequentato dai turisti che vi si recano per una passeggiata, un pic-nic oppure per fare ginnastica con gli abitanti del luogo…Vero, Anja?