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venerdì, Ottobre 4, 2024

    Autonomia differenziata? No

    La proposta di Autonomia differenziata, proposta soprattutto dalla Lega, domina il dibattito politico da alcuni anni. Il governo ha approvato un disegno di legge per avviare l’iter.
    Questa proposta dovrebbe, secondo i proponenti, ridefinire i livelli dei servizi più importanti forniti dalle regioni.
    In realtà l’obiettivo, non troppo nascosto, e che le regioni più forti vogliono accaparrarsi la fetta maggiore dei proventi delle tasse a discapito delle regioni più disagiate. Questo detto in soldoni e in termini anche un po’ rozzi.
    Questa proposta è appoggiata soprattutto dalla Lombardia e Veneto.
    Basta andare su Google per rendersi conto della enorme disparità dei servizi erogati dalle regioni più ricche rispetto a quelle soprattutto del Sud.
    Questa vicenda ha contenuti esplosivi e potrebbe accentuare la spaccatura presente nel Paese e che molti fanno finta di non vedere.
    La realtà è che, al di là della carenza di servizi, esistono disparità strutturali nel Paese che sono presenti da sempre e che sono un ostacolo vero alla creazione di un’Italia realmente coesa,
    Su questi aspetti vorrei richiamare l’attenzione. Non solo, ma anche mettere in evidenza come, al di là di ciò che si dice, Sud e Nord sono legati più di quando si pensi.
    Vi invito a guardare, su Google, le mappe dell’Italia relative al sistema ferroviario e stradale nazionale. Apparirà con molta evidenza la spaccatura storica che c’è tra centro nord e sud. Intere aree non sono servite, oppure ci sono linee ferroviarie a un solo binario e non elettrificate. Raggiungere Matera, una delle maggiori mete turistiche, è problematico. Date un’occhiata al sistema stradale sardo. Risale, nella migliore delle ipotesi, a prima della guerra e non è presente nessun tipo di autostrada, nonostante la distanza tra Sassari e Cagliari. Inoltre certe grandi opere non rispondono a esigenze reali. Si sta realizzando l’alta velocità tra Napoli e Bari domanda: serve davvero? Farà risparmiare poco tempo a fronte di un investimento notevole. Queste risorse sarebbero più utili in altri progetti. Riequilibrare il rapporto delle infrastrutture tra Nord e Sud dovrebbe essere la vera sfida nazionale per superare strozzature strategiche. Ci vorrebbe una lungimiranza politica e progettuale di cui non c’è traccia.
    Altro tema importante è la presunta dipendenza del Sud rispetto al Nord. Come pensano e non dicono molti. È così? Davvero il Sud non collabora all’economia del Nord e del Paese?
    In realtà molti delle merci vendute al Sud vengono prodotte al Nord. Il mercato meridionale è uno dei migliori clienti del sistema produttivo del Nord. Questo significa che quando un cittadino del Sud compra certi prodotti la maggior parte degli euro spesi tornano al Nord. Se al Sud dovessero decidersi a boicottare le industrie del Nord, le chiusure di aziende si conterebbero a centinaia.
    Mica è finita qui. C’è il comparto dei grandi cantieri.
    Anche in questo settore la musica non cambia. Quando al Sud si apre un grande cantiere su 5 euro spesi 4 tornano al Nord. Perché? Perché le grandi imprese e le grandi attrezzature operatrici sono tutte del Nord.
    Queste sono le sfide vere che le miopie corporative impediscono di vedere.
    Vorrei aggiungere un’ultima considerazione che, apparentemente non c’entra. I grandi flussi migratori dal sud al nord, verificatosi tra gli Anni 60 e 70 del 1900 fornirono manodopera essenziale per la crescita economica e industriale del nord. Questo fenomeno, come tutti i processi migratori, trasferì nelle aree di approdo gli individui più preparati e motivati, impoverendo ulteriormente le aree di partenza.
    Con queste poche schematiche note voglio solo richiamare l’attenzione su un problema che molti, magari, guardano con noncuranza. Se non verrà affrontato con lungimiranza e coesione politica, darà un colpo mortale alla vera e agognata unificazione italiana. Purtroppo il mediocre quadro politico ed il basso livello culturale medio lasciano poche speranze.
    E il PNNR direte voi? Questa sfida è già persa. Ne parleremo.

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