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mercoledì, Maggio 15, 2024

    Ciao Piero

    Piero Turletto se ne è andato il 19 agosto

    La notizia è arrivata, diffusa dalla pagina Facebook del figlio Roberto:

    “Ciao Papà, oggi ci hai lasciato, dopo tante sofferenze… son sicuro che ora ci guiderai con la forza che hai sempre avuto.

    Sei stato un maestro di vita, da te ho imparato l’attaccamento alla famiglia, al lavoro e ai valori più importanti.

    Spero che ora tu possa avere un po’ di serenità. Mancherai …”

    Una notizia giunta non inaspettata, data l’età e le condizioni di salute, che già da un po’ di tempo costringevano Piero alla carrozzella. È mancato in casa, in via Audello, ove era assistito amorevolmente dalla compagna Olga e dalla figlia Paola.

    Conoscevo Piero da quasi 30 anni. Spiego il come. Quando, con tutta la famiglia ci trasferimmo, nel 1992, da Torino a Caselle, nelle casette colorate del villaggio Imeda, il caso volle che casa mia fosse contigua alla bella villa che Olga si era da poco fatta costruire nei pressi. A Caselle non conoscevamo ancora nessuno, e con Olga presto facemmo amicizia. Titti, il cane di Olga, fu anche “adottato” dai miei due bimbi, come poi Nerino. Cominciammo a frequentarci, e dopo un po’ Olga ci presentò il suo compagno. Fu così che conoscemmo Piero. Una conoscenza “a corrente alternata”, nel senso che ciclicamente, quando la semionda era negativa, Olga e Piero, due caratteri entrambi forti, si baruffavano e si lasciavano. Per qualche settimana o mese. Ma poi tornavano sempre insieme.

    Fatte salve queste cicliche pause, con Olga e Piero facevamo molta vita sociale assieme. In particolare, i momenti conviviali, e le gite, con gli Alpini di Caselle. Memorabile quella a Cracovia, in bus attraverso mezza Europa.

    Imparai ad apprezzare Piero, che mi raccontava della sua attività lavorativa, e che, scoprii, era un vero e proprio genio della meccanica. Autodidatta, nella sua officina GTM, aperta nel 1972, ideava e costruiva il macchinario in grado di avvolgere ogni tipo di nastro. “Il cliente ci porta il campione di quello che vuole produrre, e noi gli facciamo la macchina su misura, chiavi in mano”. E così era, con clienti che arrivavano da tutto il mondo. “Sono andato anche in Giappone, senza conoscere una parola di giapponese, né di inglese, ma col cliente, a gesti, ci siamo capiti benissimo”.

    Grande Piero! Sono sicuro che, lassù, sei già stato arruolato nell’officina celeste e stai già trafficando a tornio e fresa.

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    Paolo Ribaldone
    Paolo Ribaldone
    Dopo una vita dedicata ad Ampere e Kilovolt, ora dà una mano a Cose Nostre

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