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lunedì, Aprile 29, 2024

    Una garanzia di competenza e imparzialità

    A colloquio con Nicola Cattò, direttore della rivista “Musica”

    Era l’inizio del 2009: neolaureato, da pochi mesi avevo iniziato le mie prime collaborazioni con “Cose Nostre”. L’amico e collega Luca Rossetto Casel mi presentò a Stephen Hastings, all’epoca direttore della rivista “Musica”. Non mi pareva vero iniziare a scrivere per una delle principali testate specialistiche di musica classica a livello mondiale. Stephen mi diede fiducia, e mi accolse tra i collaboratori di quella che resta la più prestigiosa pubblicazione di settore su cui metto la firma. Nove anni fa, ad Hastings è subentrato Nicola Cattò, tuttora al timone della rivista. Dopo aver ospitato in queste pagine le conversazioni con i direttori delle altre testate su cui scrivo (a partire dal nostro Elis Calegari, intervistato un paio d’anni fa), chiudo il cerchio chiacchierando con Nicola.

    Nicola, come ti sei appassionato di musica classica e hai deciso di dedicarvi la tua vita lavorativa?
    Si dice che le passioni saltino una generazione. Anche nel mio caso, i nonni erano appassionati di musica assai più dei miei genitori, in particolare il mio nonno paterno, che suonava il clarone nella banda di Crenna e frequentava la Scala. In seconda media mi fecero ascoltare una parte di “Aida” in VHS, e mi incuriosì, tanto che mi feci comprare la videocassetta per poterla vedere per intero. Nel 1992 cadeva il bicentenario rossiniano, ed ebbi occasione di vedere in video “Il barbiere di Siviglia” nella regia di Ponnelle. Da allora, in maniera inizialmente un po’ frammentaria, iniziai ad ampliare le mie conoscenze, a studiare pianoforte e a frequentare i concerti e l’opera, pur con le difficoltà di un ragazzo residente in provincia. Alla fine del liceo decisi che nella mia vita avrei voluto lavorare in questo settore, e mi iscrissi a Lettere, con indirizzo musicologico, alla Statale di Milano.
    E come ti sei accostato alla professione di critico?
    Già al tempo del liceo scrivevo delle recensioni per mio uso personale, con le quali ho iniziato a impratichirmi. Dopo l’Università frequentai un master in management dello spettacolo organizzato dalla Scala e dalla Bocconi, al termine del quale feci uno stage all’Orchestra “Verdi” di Milano. Al termine di questa esperienza, nel 2005, Carlo Bellora, che scriveva su “Musica”, mi informò che l’editore Zecchini, che pubblica la rivista, cercava una persona che si occupasse di pubblicità: entrai nella casa editrice con questo ruolo, ma iniziai subito a scrivere, sempre di più, finché nel 2014 mi fu proposto di assumere la direzione di “Musica”.
    Ci vuoi tracciare una breve storia della rivista e delle innovazioni che tu vi hai portato?
    “Musica” è la più antica rivista italiana del nostro settore tra quelle ancora pubblicate: fu fondata nel 1977 da Umberto Masini, specializzata in recensioni discografiche, per fornire un supporto critico agli appassionati in un mercato allora molto fiorente e ricco. Fin da subito si distinse per i suoi collaboratori altamente qualificati, come Angelo Foletto, Elvio Giudici, Piero Rattalino. Stephen Hastings, mio predecessore, che prese le redini della rivista quando fu rilevata dall’editore Zecchini, era molto legato allo studio della tradizione interpretativa del passato. Io ho un po’ limitato questo segmento per dare maggiore spazio ai giovani artisti e inserire nuove rubriche, anche relative a musica non strettamente “classica”.
    Com’è fatto un numero di “Musica”?
    Abbiamo una schema fisso che prevede recensioni di spettacoli dal vivo (altre sono pubblicate sul nostro sito www.rivistamusica.com), pagine di attualità con notizie e interviste, articoli di maggiore respiro (approfondimenti e interviste) e un’ampia sezione di recensioni discografiche, importante sia perché rappresenta la peculiarità storica della rivista, sia perché di dischi se ne producono molti anche oggi, e meritano di essere conosciuti anche se il mercato si è ristretto.
    Perché oggi è importante leggere una rivista di critica musicale?
    Una rivista cartacea per sua natura non insegue l’attualità, e il nostro marchio è garanzia di competenza e imparzialità. Può essere un punto di riferimento in un mondo in cui le recensioni si moltiplicano su diversi mezzi di comunicazione anche ad opera di persone poco competenti. Inoltre, “Musica” può fornire gli strumenti per accostarsi a un mondo distante a quelle persone (e non sono poche) che restano affascinate da un concerto o una recita d’opera ma non hanno gli strumenti per comprendere fino in fondo ciò che stanno ascoltando. Sono infatti convinto che per accostarsi con consapevolezza a una forma d’arte creata diversi secoli addietro sia necessario un minimo di preparazione. Se da 46 anni la nostra rivista vive senza il minimo sostegno pubblico, è anche perché ha saputo conquistarsi un pubblico di lettori affezionati che in “Musica” hanno trovato una risposta alle proprie esigenze e curiosità!
    Come vedi il futuro di “Musica”?
    Occorrerà osservare il mondo contemporaneo e saperne cogliere i mutamenti. Per il momento, il nostro primo obiettivo è festeggiare bene il cinquantenario della rivista, nel 2027.

    Quest’estate al botteghino…
    A Torino: Il 20-22 luglio ultimo appuntamento della serie Passaggi d’estate, organizzata dal Teatro Regio nella Corte d’onore di Palazzo Reale. Il direttore Riccardo Bisatti propone pagine di Haydn, Mozart e Beethoven.
    Dall’8 al 22 settembre si tiene MiTo-Settembre Musica, il festival in collaborazione con Milano che quest’anno ha come titolo “Città”: concerti in varie location tutti i pomeriggi e le sere. Nei primi giorni si segnalano: l’8, alle ore 20, al Lingotto viene eseguito in forma di concerto il musical Wonderful Town di Bernstein, con Alisha Umphress, Lora Lee Gayer, Orchestra e Coro del Teatro Regio diretti da Wayne Marshall; il 9, alle 21, in piazza San Carlo, concerto dedicato a New York dell’OSN Rai, direttore Juraj Valcuha, pianista Stefano Bollani. Per ulteriori informazioni consultare www.mitosettembremusica.it.
    Lo Stresa Festival  si svolge, come di consueto, a Stresa e dintorni in due parti: dal 14 al 29 luglio e dal 18 agosto all’8 settembre. Il 20 e 22 luglio, in trasferta a Orta (tra il giardino di Villa Bossi e l’Isola di San Giulio), sarà rappresentato Rigoletto di Verdi nella versione “immersiva” di Gianmaria Aliverta. Informazioni su www.stresafestival.eu.

    Si segnalano inoltre i siti web di alcuni festival estivi in Italia e in Europa:
    Arena di Verona: https://www.arena.it
    Sferisterio di Macerata: https://www.sferisterio.it/
    Ravenna Festival: http://www.ravennafestival.org/
    Festival Puccini – Torre del Lago: https://www.puccinifestival.it/
    Lirica in piazza – Massa Marittima: https://www.liricainpiazza.it/
    Rossini Opera Festival – Pesaro: https://www.rossinioperafestival.it/
    Festival della Valle d’Itria – Martina Franca: https://www.festivaldellavalleditria.it/
    Festival di Salisburgo (Austria): https://www.salzburgerfestspiele.at/en/
    Festival di Bregenz (Austria): https://bregenzerfestspiele.com/en
    Festival “Rossini in Wildbad” (Germania): https://www.bad-wildbad.de/en/rossini/
    Festival di Bayreuth (Germania): https://www.bayreuther-festspiele.de/en/
    Opera Holland Park (Londra-Inghilterra): https://operahollandpark.com/
    Festival di Glyndebourne (Inghilterra): https://www.glyndebourne.com/
    Festival di Aix-en-Provence (Francia): https://festival-aix.com/en
    Festival di Peralada (Spagna): https://www.festivalperalada.com

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