Kyoto, l’antica capitale

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“Sono arrivato, alla fine, quello che avrei voluto essere da grande: un bambino”, Joseph Heller, scrittore

Ho tenuto alla fine dei miei racconti sul Giappone Kyoto – che dividerò in due puntate – ovvero la città che racchiude splendidi monumenti ed edifici del Paese, talmente importanti che l’Unesco ne ha catalogati ben 17. Con Anja Wenger, armati di buona volontà e scarpe comode, ne abbiamo visitati alcuni.

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Per oltre un millennio, dal 794 al 1868, Kyoto fu capitale del Giappone e residenza dell’Imperatore. Antica città ricca di storia e tradizioni, mostra ancora oggi tutti i segni del suo passato con i suoi numerosi templi e giardini.

 

Kinkaku-ji, la pagoda d’oro
Sulla riva di un laghetto, nel cuore della città di Kyoto, sorge il tempio buddista di Kinkaku-ji, uno degli edifici più popolari con migliaia di visitatori ad ammirarne la bellezza. A colpire di questo luogo di culto non è solo la sua architettura ma lo scenario naturale che lo circonda. Il tempio si trova nel mezzo di un giardino incantevole e rigoglioso, progettato tenendo fede a tutti i canoni del periodo Muromachi, una corrente artistica dove gli edifici dovevano essere integrati nel paesaggio complessivo in maniera armonica ed apparentemente naturale.
Il tempio Kinkaku-ji deve il suo nome allo strato che ricopre la struttura: il padiglione ha il tetto in foglia d’oro perché il prezioso metallo ha in Giappone un valore simbolico che rimanda alla purificazione; purificazione da ogni genere di inquinamento, sia atmosferico che “mentale”. Neanche la presenza dello stagno dinanzi all’edificio è casuale, anzi: il suo ruolo è determinante, nel senso che lo specchio d’acqua, grazie al riflesso della luce del sole rende la copertura del padiglione ancor più brillante.
La pagoda si articola su tre piani ed ospita reliquie del Buddha, per questo e per tanti altri motivi lo splendido tempio di Kinkaku-ji è stato inserito qualche decennio fa nella lista dei beni culturali che godono della tutela nazionale, e nell’elenco dei siti che sono patrimonio dell’Unesco.

Fushimi Inari, migliaia di torii
il santuario shintoista più importante di tutta Kyoto è il regno delle porte torii. All’interno di questo edificio ce ne sono a migliaia, tutte nel caratteristico colore rosso acceso dominante nelle strutture di questo tipo. Le porte torii secondo la tradizione sono quelle che danno accesso alle aree sacre, si susseguono lungo un corridoio singolare che lega due luoghi emblematici: la foresta e la vetta del monte Inari. Deve la sua fama al fatto di essere il luogo sacro più antico che si trova in questo angolo del Giappone, basti pensare che la sua costruzione risale ad un periodo antecedente alla fondazione della città avvenuta nell’anno 794. Prima venne il santuario e poi i grattacieli, per cui non stupisce che gli abitanti del posto siano particolarmente legati a questo edificio per fede e storia da ogni suo singolo dettaglio. Il santuario è dedicato al Dio di cui porta il nome, ovvero Inari, che secondo quanto tramandato era una divinità legata all’agricoltura e al riso. Inari era anche il dio protettore del commercio, ed è questa la vera ragione per cui i giapponesi decisero secoli fa di erigere un luogo sacro che fosse a lui dedicato.

Ryōan-ji, il tempio-giardino zen
Luogo di meditazione, il tempio Ryōan-ji si trova nella zona nord-ovest della città ed è stato costruito, nel lontano 1450, dalla scuola Rinzai del Buddismo zen. L’obiettivo era quello di edificare un vero e proprio rifugio in cui ritemprare il corpo e la mente, lontano dal caos della città ed immersi nella quiete che soltanto un giardino zen è in grado di trasmettere. La rigogliosissima vegetazione e i laghetti che circondano il tempio ne fanno un’oasi adatta alla meditazione e alla contemplazione, tanto che sia il tempio-giardino che il parco stesso sono considerati monumenti storici della Kyoto antica ma anche patrimonio dell’umanità sotto la protezione dell’Unesco.
Il giardino zen o giardino secco è una tipologia di giardino giapponese. La caratteristica principale è l’assenza dell’acqua, uno dei quattro elementi base del giardino giapponese insieme alle rocce, alle piante e agli elementi del paesaggio. Solitamente vengono usati sassi, ghiaia o sabbia per rappresentare corsi d’acqua o stagni, ad esempio allestendo distese di ghiaia bianca modellata per simulare le onde, oppure grandi rocce come se ospitassero una cascata.

Ginkaku-ji, il padiglione d’argento
Al termine di un viale costeggiato da camelie e siepi di bambù troviamo una delle costruzioni più affascinanti della città di Kyoto, il Ginkaku-ji. Il nome trae in inganno poiché il progetto originale, che prevedeva la copertura con una lamina d’argento, non è mai stato eseguito.
Il santuario Ginkaku-ji esiste grazie ad uno shogun, il generale Yoshimasa Ashikaga, che nel 1482, dopo un conflitto durato dieci anni, decise di far costruire nella parte nord della città una villa. Il suo intento era quello di allontanarsi il più possibile da Kyoto, completamente devastata dalla guerra d’Onin, periodo di guerra civile del XV secolo, e di ricominciare da zero in un luogo nuovo ed ancora inesplorato. La dimora che volle per sé resistette nei secoli e venne convertita poi in tempio dalla scuola buddista zen Rinzai. Il Ginkaku-ji è costituito da tre parti: c’è la sala dedicata a Kannon, dove si trova la statua che raffigura la dea, il Toguda, dove si trova la statua dello shogun cui si deve questo posto, e la sala principale Hondo dedicata al culto e alla preghiera. Sebbene gli esterni siano architettonicamente semplici ed in totale sintonia con la natura circostante, gli interni sono ricchi di tesori da scoprire: vale la pena citare le pitture di Taiga No Ike e di Buson Yosa, opere d’arte d’inestimabile valore che ben valgono una visita al santuario. Il giardino è tuttavia il vero fiore all’occhiello di questo posto, col suo monticello di sabbia che altro non è che il monte Fuji in miniatura e una collina al di sopra della quale ammirare il paesaggio circostante. Attorno ci sono muschi e siepi a perdita d’occhio che contribuiscono a fare del sito in cui sorge Ginkaku-ji patrimonio mondiale dell’Unesco.

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Giovanni Cravero
Giovanni Cravero meglio conosciuto come Vanni, nato nel 1952 a Caselle di professione Agente di Commercio da sempre e da sempre con la grande passione di andare in giro ovunque sia possibile. Ho cominciato a muovermi all’età di 17 anni e senza soste questo mi ha portato a vedere ad oggi oltre 80 Paesi in tutti i 5 continenti, oltre 800 località e oltre 200 Siti Unesco, che come mi dice Trip Advisor rappresentano oltre il 60% della Terra.

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