“Ciao Socrate, che fai qui da solo?”
“Ciao Ciccio, che faccio?, non lo vedi? Sto qui al pub a farmi una birra tranquillo. Però devo dirti ancora una volta: perché continuate a chiamarmi Socrate? Io sono Paolo e basta. Avessi un briciolino della saggezza del grande ateniese!”
“Lo so, lo so. Il fatto è che tu sei l’unico che ha il dono di andare oltre i luoghi comuni. Per noi sei un filosofo.”
“ Vabbè, siediti. Fammi compagnia e bevi anche tu una birra. Marco, porta una birra a Ciccio. Offro io.”
Senti Paolo, voglio approfittare per porti una domanda su una questione che mi frulla in testa da un po’.”
“ Sentiamo Ciccio, però non farmi venire mal di testa con cose complicate.”
“Tranquillo, facciamo una discussione pacata. Un po’ di tempo fa, sui giornali, apparve una notizia di tipo artistico, diciamo così. L’artista Cattelan, diceva l’articolo, aveva fatto una performance particolare. Aveva incollato una banana al muro con il nastro adesivo dicendo che era un’opera d’arte. Pare che un tizio l’abbia comprata per 120.000 dollari. Mi domando, una cosa del genere ti pare che può essere considerata arte? Per me è una sceneggiata.”
“ Sì Paolo, anche io ho letto la notizia. Ci sono state molte polemiche e discussioni. Una domanda voglio fartela io: perché mi poni questa questione? Se per te non è arte, anzi non significa nulla, dovresti ignorare la notizia e passare oltre e invece sei qui a questionare.”
“Senti Paolo, io ho sempre saputo che uno è artista perché sa disegnare bene le figure, sa scolpire una statua e cose del genere. Io queste forme d’arte moderne le trovo incomprensibili. Non si capisce mai cosa vogliono dire.”
“ Se quello che dici fosse vero, come ci spieghiamo certe forme astratte che troviamo nelle grotte preistoriche dove i nostri progenitori dipingevano gli animali ma anche forme geometriche e astratte? Devo proporti io un’altra domanda: sai quale è il nocciolo del contendere? In realtà tu davanti a quella immagine non sei rimasto indifferente. Hai reagito. Anche se per te è una cosa sgradevole, ti sei fermato, hai osservato. Insomma sei stato coinvolto emotivamente. Anche rifiutandola, non sei stato passivo. Forse hai anche detto: – Ma che ci va ad appiccicare una banana al muro?, tutti siamo capaci.-
Certo, appiccicare una banana al muro sono capaci tutti, ma non tutti sono in grado a fare il percorso culturale che un artista compie per giungere a certi esiti. Questo vale anche per artisti come Fontana, Burri e tanti altri. Spesso è un percorso che dura anni. Cattelan ti ha costretto a schierarti, a prendere posizione, a confrontarti. Cose rare in questi tempi.”
“Vabbè, risponde Ciccio, è vero Cattelan mi ha costretto a prendere posizione. È innegabile. Voglio ripeterlo: per me il vero artista è quello che realizza bellissime opere.”
“Va bene, riprendiamo il discorso: poniamo che tu vada a visitare una bella mostra di paesaggi, nature morte o figure. Tutte cose belle e ben fatte. Osservi un’opera e passi oltre. L’opera precedente l’hai già dimenticata. Alla fine della visita difficilmente ti ricordi delle opere che hai visto. Dirai: sì, è stata una bella mostra, nulla di più. Sai cosa significa? Non sei stato coinvolto emotivamente. Questo può capitare anche visitando un museo: sfili davanti a molte opere magnifiche e importanti e, all’improvviso, ti fermi davanti ad un’opera minore: ti colpisce. Non sai cosa è scattato ma hai stabilito il contatto. È quello che cerca un artista quando lavora ad un’opera. Inutile cercare spiegazioni razionali: è emozione pura. Questo può capitare anche di fronte ad un’opera per te sgradevole ma che ti costringe a confrontarti con essa. Devi ammettere che non ti è stata indifferente. Questa è la differenza tra un bravo artigiano, bravissimo a realizzare opere splendidamente mimetiche, e un vero artista. Sappi che il vero artista è quello che sa trasmettere concetti ed emozioni. Anche con la provocazione.”
“Quindi, disse Ciccio, quella di Cattelan è opera d’arte. Cioè, appiccicare una banana al muro può essere considerata un’opera d’arte?”
“Questo dipende dalla sensibilità personale. Il filosofo Protagora sosteneva che l’uomo è la misura di tutte le cose. Ovvero che la verità oggettiva non esiste. Ogni uomo ha la sua verità. In sostanza, tu ritieni che la banana di Cattelan non è arte? Allora non lo è. Io ritengo che è arte? Allora lo è.” “Quindi, caro Socrate, dopo questo ragionamento devo proprio chiamarti così, stabilire ciò che è arte è un fatto soggettivo?”
“Certo, Ciccio. Se ci limitiamo agli aspetti artigianali, il fare tecnico, la faccenda è semplice. Diventa complicata quando vogliamo indagare le emozioni, la spiritualità, la capacità di veicolare valori morali ed etici. In questa vicenda, lo ripeto, l’aspetto più importante è che Cattelan ci costringe a prendere posizione. Questo aspetto non è importante solo nel campo artistico ma in tutte le vicende della comunità umana. Noi viviamo in una società dove, chi più e chi meno, si tende a non schierarsi apertamente, a prendere posizione. Fatte le eccezioni logicamente. Questo per non compromettersi e rimetterci. Quante volte hai letto articoli ben scritti, vergati con un linguaggio colto, eppure, eppure, alla fine non capisci dove si va a parare? Vanno bene per tutti. Il vantaggio personale prima di tutto. Rimani con l’amaro in bocca. La persona retta è quella che non ha paura di esporsi e dire con chiarezza ciò che pensa, soprattutto quando si è di fronte a vicende dove tutti hanno la stessa posizione. Più per consuetudine che per convinzione: tu saresti capace di dire, davanti a tutti, che il nostro comportamento con i rom è razzismo dei più sgradevoli? Io sì, non ho paura di schierarmi. Se prendi simili posizioni hai tutti contro. Eppure sai che non hai torto. Ecco perché viviamo in una società che assomiglia a un magnifica pietanza ma senza sale.”
“Chiaro come sempre Paolo. Hai visto che ho fatto bene a porti la domanda? Ora facciamoci un’altra birra. Offro io, però. “
La banana di Cattelan
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