Un dispiacere molto forte, come un lutto, può portare all’insorgenza di una cardiopatia simile all’infarto, chiamata sindrome del cuore infranto, o sindrome di tako-tsubo o ancora cardiomiopatia da stress. Si tratta di una patologia scatenata da uno stress fisico o psichico, caratterizzata da insufficienza cardiaca acuta reversibile i cui sintomi sono simili a quelli della sindrome coronarica acuta, ma a differenza di questa, non è causata da una ostruzione delle coronarie e generalmente si risolve nell’arco di due settimane.
La comparsa della sindrome è preceduta da uno stress psico-fisico come forti emozioni, spaventi, panico, paura, litigi o lutti. Può anche essere dovuta a traumi accidentali come ad esempio procedure mediche invasive, crisi asmatiche, crisi epilettiche e distiroidismi. Di solito si manifesta nelle persone che hanno pochi o nessun fattore di rischio cardiovascolare (a differenza dell’infarto).
Il suo nome deriva dalla forma del cestello giapponese usato nella pesca del polipo, simile all’aspetto ecocardiografico che assume il cuore in questa patologia (tako: polipo, tsubo: cestello).
Questa patologia è sempre più diagnosticata, per quanto la reale incidenza è probabilmente tuttora sottostimata. Il 90% dei soggetti affetti è di sesso femminile, spesso nel periodo post-menopausale, ma anche il numero di uomini e dei giovani in generale è in costante incremento, probabilmente per la maggior conoscenza della sindrome.
Il 2% di tutti i pazienti che si presentano in ospedale con sospetto infarto sono di solito affetti da questa cardiomiopatia. La causa scatenante non è ancora stata completamente chiarita, ma sono state avanzate diverse ipotesi: una di queste è l’incremento delle catecolamine circolanti (adrenalina ad esempio) a seguito dell’evento stressante che porta ad un danno e ad una disfunzione miocardica in pazienti predisposti.
I sintomi sono sovrapponibili a quelli di un infarto: dolore toracico a riposo di tipo costrittivo, sudorazione algida, dispnea, alterazioni ematiche (lieve aumento degli enzimi di cito-necrosi miocardica quali troponina, mioglobina e CK-MB) ed alterazioni elettrocardiografiche di nuova insorgenza (sopraslivellamento del tratto ST o inversione dell’onda T).
L’ecocardiogramma in fase acuta evidenzia la presenza dei difetti della cinetica che di solito regrediscono nei giorni successivi.
L’esame coronarografico, che per essere diagnostico deve essere eseguito entro 48 h, escluderà la presenza di occlusioni significative aterosclerotiche delle coronarie o la rottura acuta di placca e quindi permetterà di diagnosticare la sindrome.
Non esiste oggi una terapia specifica della sindrome, ma questa viene trattata con un trattamento di supporto e sintomatico. Alla dimissione circa il 90% dei pazienti presenta un completo recupero della contrattilità cardiaca.
Dati recenti sulla prognosi hanno dimostrato che, dopo che è stata diagnosticata tale patologia, il rischio annuale di eventi cardiovascolari è del 9%, mentre il rischio a cinque anni di una nuova recidiva è del 5%. Si rivela perciò utile un supporto psicologico per le pazienti sottoposte a stress emotivi. Lo stress infatti è il principale fattore di rischio.
Diverse persone famose hanno rivelato di essere state affette da sindrome di Tako-tsubo, tra le quali la cantante americana Mariah Carey che ha rivelato di aver avuto un episodio di sindrome di Tako-tsubo nel 2017, subito dopo la fine del suo matrimonio. L’attrice americana Halle Berry ha rivelato di aver avuto un episodio di sindrome di Tako-tsubo nel 2011, dopo la morte di sua madre, mentre la conduttrice televisiva americana Katie Couric ha rivelato di aver avuto un episodio di sindrome di Tako-tsubo dopo la diagnosi di cancro del colon-retto di suo marito. Qualcuno di voi, arrivato a questo punto, penserà di aver avuto in passato questa sindrome: niente panico, ma parlatene con il vostro medico di famiglia che vi indirizzerà verso il giusto percorso clinico e diagnostico.