Facciamo un museo a Caselle?

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Già, perché no? Perché non pensare a realizzare un museo della città a
Caselle?
Un luogo dove poter raccogliere e conservare le testimonianze della storia
e delle vicende della città. Un’esigenza sentita, visto che molto è stato
perso.
“Acqua che passa non macina più” dice un vecchio adagio, nel senso che
ciò che non c’è più non può essere riportato in vita. Da qui nasce l’esigenza
di mettere in sicurezza ciò che rimane. E anche in fretta prima che la
polvere dell’oblio copra definitivamente le testimonianze.
È questo l’interrogativo che ci siamo posti alcuni di noi. Abbiamo
cominciato a parlarne in giro ma, per ora, con scarsi risultati. Comunque
non demordiamo.
In realtà, grazie alla benevolenza della dea bendata, abbiamo già
cominciato a raccogliere del materiale. Lo scorso anno, durante le
escursioni con le scolaresche all’ex lanificio Bona, abbiamo conosciuto del
personale che lavorava in una piccola azienda tessile allocata proprio nel
complesso. Ci dissero che l’azienda stava per cessare l’attività. Grazie
all’intercessione di una dipendente, la signora Alessandra, entrammo in
contatto con la proprietà.
La signora Mattia, titolare della ditta AIRES, si disse disponibile a donarci
diverse attrezzature e strumenti dell’azienda. Attualmente il materiale è
conservato in diversi luoghi in attesa della destinazione finale.
Anche altri casellesi, da noi contattati, si sono dichiarati disponibili a
donare o prestare materiale utile a incrementare e arricchire la dotazione
del futuro museo.
Siamo alla ricerca di locali adatti e disponibili. Questa è una vera sfida.
Ovviamente dovrà essere il museo della città. È la città tutta, almeno le
istituzioni maggiori, che dovrebbe sentire e credere in un progetto
simile.
Se rimarrà soltanto nei sogni di badilanti come noi, meglio lasciar perdere.
La Parrocchia ha dato disponibilità a fornire un paio di stanze da adibire a
deposito, ma non certo come luoghi espositivi. Non sono adatti.
Nel scorso mese di gennaio, visitando la mostra aeronautica allestita nei
locali della ex scuola Collodi, dicevo:” Ecco il luogo ideale per il museo.”
Andrebbe bene anche l’ex stazione. Tempi biblici permettendo.
Qualcuno potrebbe porre la seguente domanda: ”A che serve fare
l’ennesimo piccolo museo? Ce ne sono già tanti! Si realizzerebbe solo
l’ennesimo luogo della nostalgia.”
Domanda fondata. Già, perché fare un altro di museo che sarà
sicuramente piccolo.?
È importante che ogni comunità abbia a cuore la propria identità. Ogni
comunità ha propri valori identitari. Ovviamente tutta la società,
complessivamente considerata, condivide molti valori e i vari patrimoni
che essa ha realizzato nel corso dei secoli: arte, economia, tecnologia,
politica e tanto altro. In questo processo ogni comunità ha avuto un ruolo
specifico e peculiare che la lega alle altre e, nello stesso tempo, ne definisce le specificità.
È un patrimonio che non va disperso che, come dice una saggia massima:
chi non conosce il suo passato, difficilmente costruisce un futuro.
Questo perché noi, assieme alle testimonianze che costituiscono il tessuto
della comunità, siamo il frutto della sovrapposizione dei diversi strati delle
vicende che hanno costruito la storia.
Storia che anche noi tutti e singolarmente, anche scrivendo questo pezzo al
computer, stiamo costruendo. Il museo è il luogo della continuità.
Queste sono in sintesi le motivazioni.
Ci auguriamo che chi di dovere, se avrà la bontà di condividere, schiacci il
pulsante “start”. Noi ci siamo.

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1 commento

  1. […] Già, perché no? Perché non pensare a realizzare un museo della città a Caselle? Un luogo dove poter raccogliere e conservare le testimonianze della storia e delle vicende della città. Un’esigenza sentita, visto che molto è stato perso. “Acqua che passa non macina più” dice un vecchio adagio, nel senso che ciò che non c…Read More […]

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