La sezione ANPI Santina Gregoris di Caselle e Mappano presenta: “Le donne al voto – Una storia italiana lunga novant’anni”. La serata, patrocinata dal Comune di Mappano, si svolgerà venerdì 22 marzo alle 20.45 presso la sala Lea Garofalo, nella Sala consigliare in Piazza Don Amerano a Mappano.
Il relatore della serata sarà il Dott. Silvio Bertotto, storico e archivista.
Il 20 gennaio 1945 Togliatti scrisse una lettera a De Gasperi nella quale affermava che fosse necessario porre la questione del voto alle donne nell’imminente consiglio dei ministri. A tale lettera De Gasperi rispose: “Ho fatto più rapidamente ancora di quanto mi chiedi. Ho telefonato a Bonomi, preannunciandogli che lunedì sera o martedì mattina tu e io faremo un passo presso di lui per pregarlo di presentare nella prossima seduta un progetto per l’inclusione del voto femminile nelle liste delle prossime elezioni amministrative. Facesse intanto preparare il testo del decreto. Mi ha risposto affermativamente.”
Il 30 gennaio 1945 nella riunione del Consiglio dei Ministri, come ultimo argomento, si discuteva del voto alle donne. La questione fu esaminata con poca attenzione ma la maggioranza dei partiti (a esclusione di liberali, azionisti e repubblicani) si dimostrò favorevole all’estensione. Il 1 febbraio 1945 venne emanato il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 che conferiva il diritto di voto alle italiane che avessero almeno 21 anni. Il decreto Bonomi tuttavia non faceva menzione dell’elettorato passivo: cioè della possibilità, per le donne, di essere votate. L’11 febbraio 1945 l’UDI compose un telegramma per Bonomi nel quale si richiedeva di sancire anche l’eleggibilità delle donne. Dovette trascorrere poco più di un anno prima che esse venissero accontentate e potessero godere dell’eleggibilità che veniva conferita alle italiane di almeno 25 anni dal decreto n. 74 datato 10 marzo 1946: da questa data in poi le donne potevano considerarsi cittadine con pieni diritti.
L’articolo 48 della Costituzione italiana sancisce: “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età”.