Come annunciato prima delle agognate vacanze, il numero che stringete tra le mani è il cinquecentesimo della nostra storia, e il raggiungimento d’un traguardo va assolutamente celebrato.
500 uscite, senza mancare mai neppure per un minuto l’appuntamento con edicola e lettori, rappresentano cinque decenni di storia e storie casellesi: piccoli e grandi fatti che per merito di Cose Nostre non saranno mai relegati all’oblio.
Quando cominciammo – anche “un po’ per gioco”, come solevamo dire – molte cose non avremmo neppure potuto ipotizzarle. Che 45 anni, numero dopo numero, pagina dopo pagina, sarebbero passati come un lampo; che alcuni di questi ci avrebbero procurato dolori acutissimi, come quel maledetto 1987, quello che ci strappò Silvio Passera e ci fece accorgere di quanto, da lì in avanti, saremmo stati più soli e quanta responsabilità avrebbe preso a gravare sulle nostre spalle, se si voleva continuare cammino e discorso.
Ora siamo qui e voltandoci anche solo per un attimo possiamo ben dire due cose: questi quarantacinque anni di tutto sanno tranne che di stantio, anzi; il cinquecentesimo numero certifica un carriera ed è bello poter dire d’averla avuta, alla faccia di quelli che nel ’72 dicevano che ci saremmo spenti di lì a poco. Spiacenti, per fortuna e per tanta caparbietà non è andata così.
Com’è andata lo sapete bene, ve lo raccontiamo mese dopo mese. Testimoni dei cambiamenti casellesi, testimoni di quanto succeda in un paese in cui, come antonomasia lata vuole, “non succede mai nulla”. Non è così e se a volte osiamo parlare di “piazze amiche” decisamente più lontane è perché Cose Nostre non poteva e non doveva continuare a far riferimento solo alla gens che costituiva lo zoccolo duro di quando eravamo in cinquemila. Caselle è cambiata ed è per questo che Cose Nostre aveva l’obbligo di farsi più ecumenico, guardando verso tutti gli orizzonti possibili.
Se oggi a Cose Nostre viene riconosciuto un ruolo fondante e fondamentale per la vita di GEPLI, la società che lega tutti i giornali editi dalle Pro Loco d’Italia, se il nostro giornale viene sempre più apprezzato anche lontano da qui e indicato come esempio di come debba essere una pubblicazione di provincia e settore, ciò lo si deve al cammino intrapreso da qualche anno a questa parte.
Cammino che non si discosta e non tradisce affatto le origini: Cose Nostre è stato, è e sarà un giornale libero e indipendente, ed è per questo che vive splendidamente da 45 anni e ha la prua ben orientata verso il futuro.
Anche perché c’è sempre lo stesso propellente a guidarci, e sin dal primo numero: giocare con le parole, e non c’è nulla di più serio e sacro d’un gioco. Per questo Cose Nostre continua a vivere e a perpetuare il suo piccolo grande miracolo.
Ci accompagniamo fedeli da 45 anni, continuiamo, curiosi, a scrutare orizzonti.
Elis Calegari