Non sorridete per favore; lo so che non sono più adolescente, ma il titolo della canzone di Jovanotti riadattato mi viene bene.
Sapete perché? Cambiando i vari calendari disseminati per casa, mi sono soffermata sul fatto che già 18 anni ci separano dall’entrata nel nuovo millennio e che i nati nel 2000 non si ricorderanno dello scoccare della mezzanotte 1999-2000: un Capodanno che non capita spesso, concordate? Noi del ’50 e giù di lì invece, avremo sì gli anni per essere “ultrassessantacinquenni”, però abbiamo avuto la fortuna di aver vissuto l’entrata in un nuovo secolo e in un nuovo millennio in piena consapevolezza, attendendo il fatidico conto alla rovescia con una certa ansia, sapendo che nulla sarebbe cambiato nella nostra vita, ma che stavamo per vivere un attimo di Storia.
Non è solo quell’istante che ci rende in qualche modo speciali, però. A ben riflettere mi ritengo fortunata, perché sono nata alla metà del secolo scorso, quindi né troppo presto, né troppo tardi. Non ho vissuto la paura della Seconda Guerra mondiale, neanche il dopoguerra con le sue difficoltà; ho conosciuto le ultime propaggini di un mondo ancora ottocentesco attraverso i racconti dei nonni nati alla fine del 1800, della loro vita quotidiana spartana e faticosa, delle privazioni durante la Grande Guerra, che così ho sentito un po’ mia. Ho visto negli occhi di mia nonna l’emozione nel ricordare il passaggio della prima automobile; ho vissuto l’arrivo delle prime modernità come il frigorifero che sostituiva la ghiacciaia, la lavatrice che faceva il bucato da cima a fondo, la televisione (con la mitica Tivù dei Ragazzi), il telefono in casa, la penna biro che azzerava le macchie d’inchiostro sui quaderni; e che dire dei primi collants e “La seta con le ali”: donne, non sono state due grandi conquiste del progresso? Da adolescente sono stata sfiorata dal Sessantotto, che, tra le altre cose certo più serie, mi ha permesso di indossare i jeans, di dare una spallata al mondo riservato solo agli adulti, di ascoltare le canzoni preferite con il mangiadischi ovunque mi trovassi.
Ho assaporato le prime concessioni dei genitori: le feste nei garage di casa di qualche amico, i primi Capodanno fuori casa, le gite fuori porta sulla 500 dei primi patentati. Ho partecipato con occhi di sedicenne al primo passo sulla Luna in una calda ed euforica notte di luglio e ho toccato con mani la solidità del muro di Berlino che divideva non solo una città, ma il mondo per poi vederlo cadere sotto i colpi della gente solo pochi mesi dopo.
Mi sono svincolata da legami troppo stretti e poco sentiti con le regole dettate dalla Chiesa, mettendo in discussione le certezze delle nostre mamme e delle nonne. Ho partecipato alla rivoluzione delle messe beat con chitarre e batteria che accompagnavano i nuovi canti nella “messa grande” delle 11. Ho potuto crearmi un’idea personale sulla politica, allontanandomi dalle direttive paterne con non poche discussioni.
La mia generazione ha avuto la possibilità di costruire la propria vita su certezze: la scuola adatta alle proprie aspirazioni e il lavoro sicuro fino alla pensione. Non la chiamate Fortuna, con la lettera maiuscola?! Così è stato: abbiamo studiato, lavorato e messo su famiglia, allevando i figli nel modo migliore che ci veniva consentito dalla scelta fatta.
Ora ci godiamo i nipoti, in aiuto ai nostri ragazzi, come detta il “ciclo della vita”. Siamo o no … ragazzi fortunati?
Caspita! I nati nel 2000 quest’anno diventano maggiorenni e potranno dire la loro sul futuro del Paese votando per la prima volta alle politiche di marzo. Forse … mi viene da aggiungere, dato che recenti sondaggi fra i futuri neo-elettori (e purtroppo non solo loro) mettono in evidenza la tendenza all’assenteismo per disinformazione, per sfiducia nella politica, per pigrizia.
Eppure il diritto-dovere del voto che ci spetta è il frutto più prezioso della democrazia conquistata dai nostri padri a costo della vita. Noi che ci siamo nati dentro, consideriamo la libertà di pensiero, di parola, di religione una normalità, come respirare e mangiare. Ma la democrazia va curata, coccolata, accudita per non perderla mai più.
Traggo da La Stampa del 10 gennaio scorso uno stralcio di una lettera che ci arriva dall’Iran:
“A nome del mio gruppo di studenti iraniani attivisti per la libertà e la democrazia, vorrei trasmettere all’opinione pubblica in Europa, fino a quando ne ho la possibilità, il nostro messaggio, dirvi qual è la situazione in Iran (…).
So che sarò nuovamente arrestato, ma la mia richiesta a voi non è di aiutare me. Siate la nostra voce nel mondo. Noi continueremo a batterci per i diritti, la giustizia, la fine della corruzione e delle discriminazioni.
Fate sentire al regime che non siete dalla sua parte, ma dalla parte di chi lotta per la libertà.” (Farhad M.). Questo è l’ appello di uno studente iraniano che non può esporre il suo pensiero liberamente, che non ha diritto di parola e di voto.
Non so quanti diciottenni leggeranno questa mia rubrica, ma anche solo ad uno di loro (e a tutti noi) vorrei dire:” Meditate ragazzi, meditate”.
Veniamo, però, all’impegno della rubrica. Ci sono ancora strascichi del Carnevale, che va via via scemando; pochi altri appuntamenti goderecci all’aperto.
Però che ne dite se vi dessi lo spunto per andare a teatro senza raggiungere la grande città?
Magari a Ciriè o a Leinì? Ci affidiamo alla Fondazione Piemonte Dal Vivo che “sostiene le stagioni teatrali e musicali di 65 comuni, programmando oltre 700 recite in 95 spazi diversi per oltre 145.000 presenze, garantendo un’attività radicata ma al tempo stesso coordinata in Piemonte.
Un circuito che si presenta come moltiplicatore di opportunità, a partire dal dialogo aperto in questi anni con le eccellenze presenti sul territorio, e che si concretizza nella costruzione di un sistema integrato che nasce dal riconoscimento reciproco e dall’ottimizzazione e condivisione di finalità e azioni.
Sul palco dei teatri aderenti al circuito si alternano spettacoli che abbracciano generi e linguaggi differenti: dalla prosa alla danza, dalla musica classica al jazz fino a quella popolare d’autore, e al circo contemporaneo.”
Al Teatro Magnetti di Ciriè vi sono alcuni appuntamenti interessanti. Tutte le prevendite dei biglietti avverranno presso lo Sportello del Cittadino Via A. D’Oria, 14/7 dalle 14.30 alle 17. Tel. 0119218122 seguendo un calendario preciso. Intero 16 €; ridotto 13€.
Venerdì 2 marzo – ore 21: “Una delle ultime sere di Carnovale” di Goldoni
Goldoni nella premessa a questa sua fortunata commedia dice di aver voluto raccontare una metafora autobiografica. Il dipanarsi di una delle tante sere della vita, tra discorsi fatti di nulla, tra il balenare di umori umanamente riconoscibili, tra una partita a carte e una cena familiare, … tra i gesti, le risate. Un ritratto in una lingua perfetta e vivace, straniera come il veneziano di trecento anni fa ma facilissima da capire perché in qualche modo universale, fa eco sul palcoscenico, coinvolgendoci, in un’irresistibile declinazione poetica.
La prevendita avrà luogo martedì 27 febbraio.
Giovedì 15 marzo – ore 21: “Otello Unplagged” di e con Davide Lorenzo Palla
Come ha potuto Otello uccidere la cara Desdemona che tanto amava? È proprio questa la domanda da cui è iniziato il lavoro di riscrittura del classico e a cui gli autori hanno cercato di rispondere raccontando la storia in un turbinio di situazioni e di atmosfere sempre nuove, evocate di volta in volta dalle musiche eseguite dal vivo da un musicista che da solo fa il lavoro di un’orchestra suonando fisarmonica, violino, strumenti a fiato per creare atmosfere sonore sempre nuove.
La prevendita avrà luogo martedì 13 marzo.
Giovedì 29 marzo – ore 21: “Fuga da via Pigafetta” di Paolo Handel, Marco Vicari e Gioele Dix
La commedia nasce dall’idea di raccontare una storia ambientata in un futuro non apocalittico, coniuga felicemente l’ironia feroce sul degrado del presente con i toni appassionati di una commedia di sentimenti. Il nostro protagonista, animale solitario, si ritrova all’improvviso a fare i conti con un evento che ribalta la scala delle sue priorità. In scena con la giovane attrice Matilde Pietrangelo, Paolo Hendel.
La prevendita dei biglietti avrà luogo martedì 27 marzo.
Leinì – giovedì 29 marzo – ore 21: al Teatro Civico Luciano Pavarotti “Rosalyn” di Edoardo Erba con Marina Massironi
Nel corso della presentazione del suo libro a Toronto in Canada, Esther, scrittrice americana, conosce Rosalyn, la donna delle pulizie della sala conferenze. Il libro che Esther presenta insegna a liberare la vera natura del sé, e Rosalyn ne è ammirata e sconvolta. Rosalyn rivela a Esther la storia del suo amore clandestino per un uomo sposato bugiardo e perverso, che le fa continue violenze fisiche e psicologiche. Esther sbotta:”Un uomo del genere è da ammazzare”. “Infatti – dice Rosalyn – è nel bagagliaio”.
I biglietti possono essere acquistati presso la cassa del teatro trenta minuti prima dell’inizio dello spettacolo.
È possibile prenotare telefonando al numero 340 2471122 dalle ore 15 alle ore 18. Costo biglietti 7€ platea; 5€ galleria. Teatro Civico L. Pavarotti – Piazza Vittorio Emanuele II, 1 Leinì.
Oggi sono per le proposte azzardate.
Mentone – Francia – Dal 17 febbraio al 4 marzo
Festa dei limoni
Da sabato 17 febbraio, l’Esposizione dei motivi di agrumi nel giardino Biovès invita a una passeggiata nell’universo ritmato e colorato del cinema indiano, un universo in cui la musica, la spiritualità e la bellezza della natura partecipano alle trame dei film. Delle storie piene di svolte improvvise si svolgono all’ombra dei palazzi di agrumi gialli e arancio, sotto lo sguardo impassibile delle statue degli dei. Le belle eroine sognano e danzano nei pressi di una fontana con fiori di loto, prima di essere trascinate dai rickshaw nel brusio continuo delle città sovraffollate, verso una happy end cinematografica ben meritata.
A sera, i Giardini di Luce (17, 23 febbraio e 2 marzo alle 20.30) propongono una passeggiata notturna nelle scenografie di agrumi che acquisiscono una dimensione quasi onirica sotto l’illuminazione artistica.
I colori scintillano e si vestono di nuova poesia. Ma la Fête du Citron non sarebbe la stessa senza le sue celebri sfilate, i “Corsos”.
Appuntamenti diurni “Sfilata dei frutti d’oro” (domenica 18, 25 febbraio e 4 marzo 2018 alle 14.30) e notturni “Sfilate notturne“, seguiti da fuochi d’artificio (giovedì 22 febbraio e il 1°marzo alle 21:00).
Anche quest’anno i carri, uno più sorprendente dell’altro, sveleranno l’universo di Bollywood sui ritmi della danza e della musica indiana. Ingresso a pagamento: 3€ bambini fino a 10 anni, 5€ a partire da 11 anni e adulti. Una t-shirt, un paio di occhiali da sole e sacchetti di polvere saranno consegnati con il biglietto d’ingresso. Tutti gli eventi della Fête du Citron (sfilate del sole, sfilate notturne, esposizione dei motivi di agrumi e Giardini di luce) si svolgono in zone chiuse e sorvegliate, per questo occorre il biglietto d’ingresso.
A ogni ingresso verranno effettuati controlli sistematici tramite metal detector, controllo delle borse e ispezione manuale.
Torino – Museo Arte Orientale – Fino al 4 marzo
Ninja e Samurai
Al MAO rivivono la storia dei guerrieri giapponesi più conosciuti, i samurai, e il mistero che circonda la figura dei leggendari guerrieri ombra, i ninja.
Le caste guerriere giapponesi svolsero un ruolo determinante dal XII al XIX secolo, ovvero per più di 700 anni, nella storia e nella società giapponese.
La visione della vita e dell’estetica dei samurai è rimasta ancorata agli strati più profondi dell’inconscio collettivo della nazione. Questa visione del mondo il “Bushido” ha avuto una grande importanza anche nell’arte, nella cultura e nella costruzione delle relazioni sociali. Bushido significa anche “arte di fermare la lancia”, ovvero l’arte della guerra, definendo la via del guerriero un percorso di conoscenza interiore.
Sono felice che quanto ho scritto sia condiviso da altri “ragazzi fortunati”.
Grazie per i complimenti.
Patrizia B.
I miei complimenti per i contenuti e i modi dell’articolo. Grazie.
…un “ragazzo” fortunato! 😉
Bell’articolo! Grazie da una ragazza fortunata come te,(1949).