Il prossimo mese di aprile ricorreranno i 170 anni dalla nascita di Basilio Bona, un industriale innovatore dell’industria tessile e nei rapporti tra patronato e dipendenti, un benefattore di Caselle di cui la presenza per circa 85 anni del Lanificio Basilio Bona ha segnato profondamente la storia economico e sociale.
Basilio Bona nacque a Sordevolo (Biella) il 2 aprile 1848, secondogenito di Lorenzo, un modesto capo-cardatore, e da Carlotta Pugno. Ebbe tre fratelli, anch’essi nati a Sordevolo: Battista (1845 – 1898?), Valerio Massimo (1851 – Carignano, 1898) e Eugenio (1854 – Torino, 1913), che fu deputato per il collegio di Biella (1904-1909).
Basilio, dopo aver seguito i corsi alla scuola professionale di Biella, entrò nel 1867 come capo tecnico nel Lanificio Maurizio Sella di Chiavazza (Biella), di cui diventò direttore nel 1871. Si rese ben presto noto per aver ideato il sistema chilogrammatico nella misura dei filati, subito esteso a tutta l’industria laniera italiana, e per aver introdotto un nuovo metodo nella formazione della gamma di colori bleu-indaco al tino e la relativa determinazione del costo di gradazione. Ma la sua precoce fama fu dovuta soprattutto alla scoperta delle due leggi matematiche sulle “riduzioni e sui pesi dei tessuti simili”. Tali leggi sono trascritte su una lapide, cui è sovrapposto un busto di Basilio, opera dello scultore Edoardo Rubino, collocata nel chiostro di San Sebastiano, attuale sede del Museo del Territorio Biellese, in via Quintino Sella a Biella:
“LE RIDUZIONI DEI TESSUTI SIMILI / SONO DIRETTAMENTE PROPORZIONALI / ALLE RADICI QUADRATE DEI TITOLI / DEI LORO FILATI.” / “I PESI DEI TESSUTI SIMILI SONO / INVERSAMENTE PROPORZIONALI ALLE / RADICI QUADRATE DEI TITOLI DEI LORO FILATI”. / QUESTE LEGGI BASILIO BONA / DA SORDEVOLO SCOPRIVA / NEL 1874 E QUESTA SCUOLA / PER LA PRIMA LE DIVULGAVA
Tali scoperte furono poi pubblicate in Riduzione e pesi dei tessuti, edito da G. Amosso a Biella nel 1878 e ampliate in Riduzioni e pesi dei tessuti: gamma del bleu indaco per Bona Basilio; in appendice: Calcoli e formole inerenti all’industria della lana cardata edita da Clausen a Torino nel 1898.
Nel 1875 Basilio divenne comproprietario del Lanificio Ambrosetti e Bona di Sordevolo,
Nel 1879 i quattro fratelli Bona rilevarono la gestione del Lanificio Laclaire di Caselle (nel 1804 Paul Leclaire aveva rilevato e ristrutturato l’antico Lanificio Valla). Nel riassetto dell’azienda, i Bona portarono avanti una radicale trasformazione tecnologica delle lavorazioni e impostarono anche, su basi più consone alla nuova fase del capitalismo industriale, i rapporti di lavoro tra proprietà e maestranze. A livello produttivo, la nuova gestione conseguì subito risultati e riconoscimenti di rilievo.
Nel 1881 a Milano il campionario di stoffe dei Bona, così descritto nella Guida del visitatore alla Esposizione industriale italiana del 1881 in Milano: « … tre vetrine con stoffe, panni pei militari, ecc., dei fratelli Bona di Caselle Torinese”, fu premiato con medaglia d’oro ».
Alcune interessanti notizie sul Lanificio si trovano in Da Torino a Lanzo e per le Valli della Stura – Guida descrittiva, stoica e industriale di Carlo Ratti (Torino, 1883, p. 4): « La fabbricazione del panno è nobilmente rappresentata dalla rinomata Fabbrica Laclaire, ora dei fratelli Bona, una delle primarie d’Italia. È a quasi 2 km ad ovest del paese ed ha un muro di cinta di ben 1800 m di circuito. Ivi sono in azione i più recenti ritrovati della meccanica mossi da una forza d’acqua di 150 cavalli in media, sussidiata all’occorrenza da un motore di 80. Vi sono occupati circa 450 operai che producono annualmente 150.000 m di panno d’ogni qualità (un quarto però è panno militare), del valore approssimativo di 1.200.000 lire ».
Nel 1884 il Lanificio Fratelli Bona partecipò all’Esposizione di Torino meritandosi la Medaglia d’oro del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio per la Categoria 4.a (Filati e tessuti di lana), della Classe III (Industrie dei filati e dei tessuti). Inoltre al concorso bandito dal Ministero di agricoltura per gli stabilimenti industriali che avessero realizzato seri progressi nella loro industria, tanto sotto il punto di vista tecnico, quanto in rapporto agli effettuati ingrandimenti, la ditta Bona ottenne un’altra medaglia d’oro di I classe.
Il 24 gennaio 1889, si sciolse la società che gestiva il Lanificio Laclaire e Basilio rimase unico proprietario dello stabilimento di Caselle. Gli altri fratelli fondarono il 1° febbraio 1889 la ditta Valerio ed Eugenio Fratelli Bona, con sede nell’ex convento delle Monache Clarisse a Carignano. Il 9 luglio 1889 i Bona acquistarono il lanificio dei fratelli Colongo-Borgnana e diedero vita al Lanificio V.E. Flli Bona.
Il 20 marzo dello stesso anno, l’opificio di Caselle fu gravemente danneggiato da un incendio, ma già nel 1891 aveva ripreso in pieno la sua attività.
Nel 1891-92 il Lanificio Bona partecipò all’Esposizione Generale Nazionale di Palermo in cui fu premiato con Medaglia d’oro.
Alle Esposizioni Riunite di Milano del 1894, la locale sezione del Club Alpino Italiano allestì, nel cortile del Castello Sforzesco, una capanna alpina in cui era ospitata la Mostra Alpina. Tra gli oggetti esposti figuravano anche attrezzi ed equipaggiamenti per la pratica dell’alpinismo tra i quali il Lanificio Bona presentò vari campioni di innovative stoffe di panno per alpinisti.
Secondo i dati forniti dagli Annuari di statistica – Industria della lana, pubblicato dall’Istat nel 1895, il Lanificio Bona era dotato di 1 caldaia a vapore (100 cavalli dinamici), 1 motore a vapore (100 c.d.), 3 motori idraulici 8150 c.v.), 1864 fusi, 90 telai meccanici e 30 manuali; il personale era costituito da 150 uomini, 210 donne, di cui 30 sotto i 15 anni per un totale 360 addetti.
All’Esposizione universale (non ufficiale) di Amsterdam del 1895 il Lanificio fece parte della mostra collettiva dell’industria laniera, organizzata dal Museo commerciale di Torino e ottenne il diploma con croce d’onore.
Per quanto riguarda l’Esposizione Generale Italiana ed Internazionale di Elettricità di Torino del 1898, per la quale sottoscrisse 10 azioni, Basilio Bona fu chiamato a far parte come membro del Comitato Generale dell’Esposizione. Il Lanificio ricevette due premi: il Diploma di Medaglia d’oro nella Divisione VII, Industrie manifatturiere – Sezione II, Filati e tessuti di lana e la Medaglia d’oro nella Divisione internazionale, Premi industriali.
Nel 1898 la superficie occupata dai fabbricati e dipendenze era di circa 40.000 mq. Lo stabilimento era dotato di 150 telai e la produzione annua era valutabile in 250.000 metri di stoffa con l’impiego di 450 operai.
Nel 1889 il Lanificio fu visitato dai famosi fotografi Alinari di Firenze e oggi una foto intitolata “Ritratto dei lavoranti del ‘Lanificio Basilio Bona’, Caselle Torinese, 1889” è conservata presso le Raccolte Museali Fratelli Alinari.
Nel 1900 il Lanificio Bona partecipò all’Esposizione Universale di Parigi.
Il 30 dic. 1906 Basilio fu nominato cavaliere del lavoro.
Nel 1910 all’Exposition Universelle et Internationale de Bruxelles l’Associazione della Industria Laniera Italiana partecipò con 29 lanifici affiliati, tra cui quello di Bona, con una serie di campionari contenenti ognuno le stoffe prodotte nei rispettivi stabilimenti. L’esposizione fu premiata con il Grand Prix e la medaglia di bronzo (massima onorificenza assegnabile nella categoria) e tutte le ditte partecipanti poterono fregiarsi di tale titolo.
Nel 1911 all’Esposizione Internazionale delle Industrie e del Lavoro di Torino, Bona fu premiato con Diploma di Gran Premio.
Dal 1899 Basilio fu per dieci anni consigliere della Camera di Commercio di Torino; fece parte del consiglio di presidenza dell’Associazione Laniera Italiana; fu socio della Lega Industriale di Torino sin dalla sua fondazione nel 1906; fu consigliere del Sindacato Subalpino d’Assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro.