Un po’ di giorni fa sono entrata nella Villa della Regina dove gli xilografi Gianfranco Schialvino e Gianni Verna stavano tenendo un laboratorio su “carta e stampa” per un gruppo di bambini. Ero già pronta a battermi per la supremazia della stampa della prima Bibbia di Gutenberg da attribuirsi a Caselle piuttosto che a Fabriano e invece no: il nostro primato, dimostrato dalla filigrana casellese recante la testa di un toro, aveva già in loro due entusiasti paladini e qual è stata la mia sorpresa nel vedere il nostro caro giornale “Cose Nostre” spalancato sul bancone di lavoro!
Nel laboratorio si è parlato della storia della carta, passando da un breve accenno ai volumen o rotoli di papiro di brevetto egiziano, alla pergamena ricavata da pelli di giovani animali che tagliata in fogli poteva essere scritta nella pagina superiore ed inferiore, fino alla carta realizzata prima con fibre vegetali (e qui Gianni Verna ha fatto vedere come il foglio strappato longitudinalmente, seguendo le fibre, originasse separazioni perfettamente parallele, mentre in orizzontale dava luogo a strappi irregolari), poi con stracci (in Cina quest’ultima permetteva di avere un tipo di prodotto leggero ma resistentissimo e Gianni lo dimostra strattonandone una striscia davanti ai bimbi divertiti). In Occidente però, e qui possiamo leggere un anticipo dei nostri italici destini di stilisti, la carta inizialmente veniva usata per fare abiti! Polsini, gorgiere, jabots, crinoline di carta.
E poi la meravigliosa storia di Gutenberg e della sua innovazione geniale che diede alla cultura, dopo il 1450, un grande strumento di diffusione: i caratteri di stampa mobili, riutilizzabili quindi per pagine diverse, mentre prima ogni pagina era un tutto unico. Importante il lavoro degli xilografi che dovevano realizzare, scalfendo superfici lignee, le illustrazioni da inserire nei libri, fino a che subentrarono la litografia e la fotografia.
E oggi che si fa di questo mestiere?
I bambini guardavano incuriositi i due incisori: “E’ un lavoro che fanno ancora oggi alcuni artisti come noi – e come ho già detto alcuni anni fa – dice Schialvino guardando in direzione mia e di Giada – chi diventa un bravo stampatore non resta senza lavoro! Ditelo a mamma e papà!”
Vero. Ora mi ricordo. All’inizio di questa piccola storia c’era l’amico artista casellese Domenico Musci. Quando, dopo il brevissimo corso di xilografia all’Accademia Albertina, Giada voleva stampare il suo primo lavoro, avevo chiesto a lui consigli per realizzare al meglio l’operazione e lui ci accompagnò nel Canavese dove viveva Gianfranco Schialvino, amico e grande xilografo. Per prima cosa ricordo che Schialvino mi fece allontanare “come mamma invadente”, per lasciare spazio all’allieva, senza sapere che nutro una vera passione per l’incisione e l’arte in generale. Dopo una mezz’ora uscirono dal laboratorio con una bellissima stampa xilografica e alcune copie di SMENS, rivista stampata a caratteri mobili con illustrazioni preparate su matrici di legno, a tiratura limitata, fondata da Schialvino e Verna nel 1997 per celebrare i primi dieci anni del loro sodalizio xilografico. Un regalo prezioso.
Ma, tornando al laboratorio nella Villa della Regina, il momento più affascinante arrivò con l’annuncio: “Volete vedere in anteprima un libro preziosissimo in lavorazione?
E’ la storia di Pinocchio illustrata da Verna, con xilografie realizzate su tavole di legno africano lunghe due metri e alte 30 cm, che illustrano gli animali incontrati da Pinocchio nelle sue avventure, a partire dal Grillo parlante!”
E Schialvino e Verna aprirono davanti ai bimbi stupefatti le prime sei meravigliose e lunghe tavole in bianco e nero che verranno esposte in autunno al Castello Sforzesco.
A questo punto, per la parte pratica, non restava che mettere in mano ai bambini una delle tavolette scalfite con bulini e sgorbie dai due xilografi, raffiguranti simpatici personaggi delle favole, perché provassero a inchiostrarla, ad appoggiarci sopra un foglio bianco e a passare una stecca di legno per far aderire bene la carta. Ogni bambino sceglieva la matrice e dopo il paziente lavoro guidato dal maestro, poteva portarsi via la sua stampa, senza rendersi conto forse di accogliere in sé una preziosa scintilla di creatività per il suo futuro; dulcis in fundo portava a casa anche un “Pinocchio” stampato con inchiostro rosso da Verna per loro.
Io e Giada abbiamo poi visitato nelle sale adiacenti la splendida mostra “Mira vitium Natura” su un tema caro ai due xilografi: i vigneti, come quello eccezionale della Villa della Regina, adagiata sulla prima collina del Po e circondata come nel Settecento da una corona di vigne: esempio di recupero di un vigneto storico e urbano che fa onore a Torino.
Chiedo a Schialvino e Verna a quali nuovi progetti stiano lavorando: ”Siamo stati invitati all’edizione 2018 di “Selvatica. Arte e natura in festival”, che verrà inaugurata il prossimo 20 aprile, a Palazzo La Marmora di Biella, ma soprattutto a fine maggio verrà presentato alla Casa del Manzoni, a Milano, il volume dei 100 Amici del Libro per il 2018 intitolato “Lo scaffale silenzioso”, testo del professor Angelo Stella, con 12 nostre xilografie. Se pensiamo che tra i precedenti autori delle incisioni ci sono stati Annigoni, Guttuso, Giò Pomodoro, Maccari e via dicendo, allora è proprio vero il detto che quando mancano i cavalli fan correre anche gli asini…”
Non ho neppure il tempo di protestare che Verna ribatte:” Io intanto mi occupo degli asini di Pinocchio…!”
Bravissimi e come tutti i grandi, sanno farsi piccoli.