Partito il 4 maggio da Venaria Reale, il Giro terminerà dopo ventuno tappe il 26 maggio, a Roma con un totale di 3.321,2 km.
Immagino che molti di voi come facevano i miei genitori, a inizio tappa si seggano in poltrona per guardarlo, anche perché è come fare un bel viaggio in Italia: le riprese (oggi eseguite grazie a droni) danno sia della corsa, sia del paesaggio che lo accoglie di volta in volta, immagini e commenti di grande interesse e cultura. E poi il tifo per i campionissimi! Forse ai tempi di mamma e papà i campioni restavano più a lungo nell’aura mitica di cui le vittorie li circondavano, ora, come in tutti i campi, i miti sono meteore lucentissime ma veloci. Forse proprio per questa riflessione la mostra che è stata allestita tra il 2 e il 5 maggio a Venaria Reale, nella sala espositiva di via Mensa, a due passi dal via alla prima tappa, ha sicuramente incuriosito il pubblico. Nella mostra ”Campioni di ieri e di oggi ” erano esposte fotografie d’epoca e commenti sui campioni del ciclismo nati proprio a Venaria Reale; una ricerca condotta in archivi e documentazioni private da parte degli appassionati della Pro Loco Venaria – Altessano coordinati da Gennaro Ciotola, con lo storico Gianni Segato. Ecco nelle locandine, le fotografie di alcuni campioni come Pasquale Busso, ideatore tra l’altro dei cerchi in alluminio, Giuseppe Cainero, amato come gregario da Coppi per la sua grande disponibilità oltre per la qualità di grimpeur, ricordato da tutti qui per la sua lunga carriera di vigile urbano, Agostino Coletto, Angelo Grigoli, Giuseppe Previgliano, detto “Gilin” noto anche come costruttore di bici da corsa e altri ancora, come l’amico Stefano Lionetto, corridori tutti nati a Venaria. Le immagini sono tratte dal prezioso libro pubblicato dalla Pro Loco nel 2011. Sono inoltre esposti cimeli del ciclismo d’epoca raccolti dal collezionista venariese Antonio Iorio: appassionato di auto a pedali, di biciclette da corsa ma anche di biciclette da lavoro attrezzate a seconda dell’attività: qui in mostra alcune bici legate al Giro e poi magliette e cappellini di campioni.
Sulla parete di fronte ecco invece i ritratti dei campioni del ciclismo di oggi: acquerelli veloci, alla “Domenica del Corriere” mi viene da accostarli, di Giada Gaiotto, che con disinvoltura passa da cavalieri di purosangue, a cavalieri di destrieri in titanio. Un album, quello dei campioni del ciclismo che si aggiorna di continuo, sull’onda dell’entusiasmo per le sfide del Tour, del Giro, della Vuelta, della Parigi-Roubaix, della Milano- San Remo, del giro delle Fiandre, delle gare su pista. Giada guarda e dipinge: gesto veloce, macchie d’acquerello, a ritmo con le fatiche dei suoi beniamini. Lo ha descritto bene il critico Angelo Mistrangelo su Piemonte Arte:”/…/ la narrazione di Giada Gaiotto, di volta in volta, sottolinea il fascino delle corse al trotto o di un’impresa di Marco Pantani o la straordinaria performance della staffetta veloce italiana alle Olimpiadi di Tokyo. In ogni caso, si avverte la volontà di trasmettere il gesto di un atleta”.
Acquerelli, ma quando le chiedono un ritratto …vero, Giada rallenta, passa a tecniche più tranquille, al pastello, alla pittura ad olio appresa all’Accademia Albertina.
In questa mostra, su un passpartout rosa come la maglia dei campioni, ecco sfilare i ritratti di Coppi, Cipollini, Pantani,
Ganna, Ulissi, Caruso, Pogačar, Van Der Poel, Bettiol, Longo Borghini, Balsamo, più di trenta in mostra e molti in una cartellina strabordante.
Tutti le chiedono: “Perché questo interesse per il ciclismo?”
“Un po’ perché in bici da corsa pedalo anch’io, ma come pittrice, mi piace il gesto – risponde- inteso come lo sforzo atletico, sento la tensione e la voglia di vincere degli atleti; in qualche modo dipingere mi aiuta a contenere l’entusiasmo o la delusione e mi fa entrare dentro la gara, matita e pennello corrono con loro.”
Naz